capitolo sei

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Gerards P.O.V.

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La presi per il braccio e la trascinai in bagno insieme a me,
lei non disse una parola.
Controllai che Mikey non fosse in giro per la casa prima di portare Helena in bagno. Entrati nella stanza la alzai per farla sedere sulla lavatrice.
"Gerard, cosa vuoi fare?" finalmente mi chiese con un filo di voce.
Presi disinfettante, cotone, bende e cerotti dall'armadietto.

Osservai ancora le sue lesioni, alcuni erano profondi.
"Potrebbe bruciare un po'." la avvertii prima di premere il batuffolo di cotone ricoperto di disinfettante contro la sua pelle.

Lasciò fuori un gemito di dolore e io la guardai.
"Perché l'hai fatto?" le chiesi pulendo le sue ferite.
Lei mi guardò e non rispose.
"Perché l'hai fatto?" le riposi la domanda con lo stesso tono di prima.
Misi dei cerotti sui tagli che richiedevano più attenzioni e le fasciai il polso.

"Perché l'hai fatto? " le dissi alzando il tono di voce.
"Perché..."iniziò Helena
Sentii un'onda di rabbia attraversarmi il corpo, sapevo che non sarei riuscito più a trattenermi.
"Perché l'hai fatto!?" urlai in faccia a mia sorella che mi guardò scioccata. Io non volevo urlarle, non ce l'avevo con lei.

Mi guardò per una decina di secondi, poi saltò giù dalla lavatrice e corse in camera sua piangendo, come quando sgridi un bambino piccolo.
Io non volevo, non sapevo nemmeno cosa dirle, quando mi guardava con gli occhi scossi, la mia espressione sarà stata più sorpresa della sua.

Scesi a preparare della pasta, dato che ero il più grande avevo io il compito di cucinare.
Una volta pronta salii a chiamare Mikey che uscì subito da camera sua, affamato.

Andai a chiamare Helena.

"Hel, è pronto..." le dissi nel modo più calmo possibile.
"Non ho fame." sentii la risposta dall'altra parte della porta.
Decisi di non insistere, c'ero rimasto male anche io di averle urlato in quel modo.

Io e Mikey mangiammo.
"Ma avete litigato te e Helena per caso?" mi chiese mio fratello con la bocca piena di spaghetti.
"Perché me lo chiedi?"
"Ero entrato in camera sua per dirle una cosa e sembrava di mal umore, ora anche tu sembri essere arrabbiato, quindi..."
"C'è non è che abbiamo litigato...no, non abbiamo litigato."
Mikey alzò le sopracciglia non capendo cosa intendevo dire.

"Film sta sera?" mi chiese allegramente.
"Finita la ricerca?" Mikey mi filminò con lo sguardo.
"Sembri la mamma." mi disse.
"Dato che lei non c'è sono io il responsabile..." iniziai tutta la pappardella mentre io e mio fratello stavamo sparecchiando, quando di un colpo Mikey mi tirò giù i pantaloni e corse su in camera sua.

Bastardo.

Mollai tutto e lo rincorsi su per camera nostra e una volta raggiunto, lo buttai a terra e iniziai a fargli il solletico.
Per quanto possa essere banale, Mikey odiava il solletico con tutto se stesso.

Iniziò a ridere e urlare a squarcia gola.
"Smettila, smettila! Gee ti prego," le sue parole interotte da risate.
"Gee-, Gee!" era disperato nonostante stava ridendo, anche io ridevo, amavo torturarlo.
"Chiedimi scusa!" gli esclamai, ancora sopra di lui.
"No, Gee-" rideva tantissimo, era troppo adorabile.
"Chiedimi scusa, stronzo!" dissi ridendo.
"Okay, okay- scusa!" risse fra risate.

Dopo aver finito di vedere il film andammo a salutare Hel, che diede la buonanotte a Mikey ma a me no.
Ci misimo in pigiama e, entrambi sfiniti, andammo a dormire.

Oggi a scuola non riuscivo a concentrarmi per niente, per fortuna, le materie che avevo non richiedevano molte attenzioni, però.

Mi sentivo in colpa per come ho paralto a Helena ieri sera, non riuscirà a fidarsi di me ora.
Mi sono giocato la sua fiducia, per un gesto così piccolo.

D'altronde, io sono stato nei suoi panni, e non avrei mai voluto che qualcuno mi interrogasse su un argomento così sensibile, con un tono così arrogante.

Aveva anche iniziato a spiegarlo, ma io ho non sono riuscito a controllarmi.

Non ero arrabbiato con lei, ero arrabbiato... con le persone che le fanno pensare che fosse necessario conciarsi in quel modo, con le sue amiche che le avevano permesso tutto quello per un anno intero, con me stesso per non averlo scoperto prima. Con me stesso perché nonostante io lo sapessi non l'ho presa con la serietà della quale necessitava.

Okay, è quasi metà anno che sò di tutto questo, ma io non ci ho pensato tanto e per tutti quei tagli che aveva, la sua situazione era grave.

Non era solo un momento di malinconia, Helena aveva bisogno di aiuto. Sarei stato io stesso ad aiutarla. Mi costasse la vita. Non le avrei permesso di farsi così tanto male da sola.
Non le avrei permesso di essere infelice per sempre.

Io devo aiutarla.

Ma come?

Le lezioni si erano concluse e oggi Helena faceva la strada con noi per tornare a casa.
Lei e Mikey stavano parlando di un fumetto, o qualcosa, ma io non partecipavo al discorso, e loro erano talmente presi che nemmeno se ne accorsero.

Arrivammo a casa chiesi ad Hel se le andava di parlare, ma lei ha detto che va da un'amica a dormire. E io quando le avrei parlato? Dovevo spiegarle cosa è successo ieri e che io non volevo.

Volevo riottenere la sua fiducia, ma come avrei fatto se lei non me ne avrebbe dato la possibilità.

A/n
SCUSATE SE IL CAPITOLO È CORTO. :c
COMUNQUE, VI LOVVO TUTTE/I. XOX YEEE.

Helena (Gerard Way ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora