capitolo otto

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Gerards P.O.V.

''Domani io e mio papà andiamo ad una convenzione di fumetti, vi va di venire con noi?'' chiese Ray rivolgendosi a me, Mikey e Frank.

Tutti esclamammo felici dell'opportunità che ci fu posta da Ray.

''Va bene, ci incontriamo tutti qui alle 09:00, okay?'' disse Ray, più come un'affermazione che una domanda.

''Vi va di dormire qui?" chiese mio fratello, io feci ''si'' con la testa, in accordo con lui.

''Mi piacerebbe sai, ma ho promesso a mia mamma che avrei messo in ordine lo scaffale delle mie collezioni... se no domani non mi fa andare.'' disse Ray imbarazzato.

Tutti iniziarono beatamente a prenderlo in giro sul fatto che a 18 anni si fa ancora ricattare dalle ''mammina''.

Dopo un po' raggiunsimo un accordo sul fatto che Mikey sarebbe andato a dormire da Ray (e ad aiutarlo con il suo scaffale), mentre Frank sarebbe rimasto a dormire da me.

Mikey andò a casa con Ray mentre io andai in camera di Helna ad avertirla del fatto che Frank sarebbe rimato a dormire e che domani io e Mikey, saremmo stati via tutto il giorno.

Dopo di che ci misimo tutti il pigiama e ci lavammo i denti, scendemmo in salotto io mia sorella e Frank e ci sedemmo in cerchio sul tappeto, iniziando a giocare ad obbligo o verità.

''Allora... obbligo o verità Frankie?'' iniziò mia sorella, avendo un certa cnfidenza con Frank.

''Obbligo'' disse Frank senza nemmeno pensarci. Ovvio.

''Mmmh... fai una foto imbarazzante con la polaroid e mettila nell'armadietto di Jamia.'' disse mia sorella dopo aver riflesso a lungo. Genio! Jamia era la ragazza con cui Frank stava iniziando ad uscire, era simpatica, le ho parlato due o tre volte.

Frank stava iniziando a lamentarsi, prima che potesse protestare corsi alla velocità della luce in camera di mia mamma a prendere la macchina fotografica e scesi in salotto.

''Andiamo Frankie, sorridi.'' Gli dissi con tono malvagio.

Frank sbuffò ''Se mi lascia è colpa vostra.'' disse con il broncio, provocando risate isteriche a me mia sorella guardando la foto, la girai verso di Frank per fargliela vedere, ma lui girò l viso dall'altra parte dicendo ''Preferisco non vederla'' disse sempre facendo il finto offeso.

''Tocca a te Frank'' disse mia sorella, subito dopo lui mi guard con un sorriso che non prometteva nulla di buono.

''Gee, obbligo o verità?'' mi disse sempre con lo stesso sorrisetto irritante.

''Verità'' gli risposi subito. Se avessi scelto obbligo... beh non da Frank, quel ragazzo è tutto matto.

''Qual'è l'ultima volta che ti sei segato?'' me lo sarei dovuto aspettare da lui.

''L'ultima volta che sono stato da te, con l'aiuto di tua madre'' dissi serio, per poi scoppiare a ridere insieme a mia sorella alla faccia scoinvolta di Frank.

''Oooooh, smerdato!'' disse mia sorella coprendosi la bocca.

Mia sorella mi battè il cinque, ancora ridendo all'espressione del ragazzo che presto incominciò a ridere con noi.

''Bravo Gee, bravo.'' disse sorridendo.

''Hel, obbligo o verità?'' le chiesi.

Mi rispose ''obbligo'' e Frank subito mi interruppe.

''Gee ti prego, ne ho uno, posso farlo io?'' mi implorò. Gli diedi cenno di continuare ed ecco che il sorriso riapparse.

''Devi andare a casa di Jones e coprirgli la macchina di cartaigenica!'' spiegò emozionato.

''Tu sei completamente fuori!'' gli rispose mia sorella con gli occhi sgranati.

''Dai ti aiuteremo noi!'' mi aggiunsi alla conversazione.

Mia sorella ci riflettè un po'. Guardò l'orologio che segnalava le ore 23:04.

Riguardò noi, fece un sospiro alzandosi e dicendo ''andiamo'', io e Frank iniziammo a goire come bambini piccoli e presimo la macchina di mamma e ci avviamo verso la casa di quel pezzo di merda di Domenick Jones, nonchè il nostro odiatissimo proessore di matematica.

Parcheggiammo un isolato più lontano da casa sua per non far rumore, ci avviamo verso la sua casa con le nostre torcie e i rotoli da cartaigenica. Era un classico, ma andiamo: tutti abbiamo sognato di farlo almeno una volta.

Andammo verso la sua macchina e più che un obbligo per Helena ormai era un lavoro di squadra.

Avevamo fatto fuori ben sei rotoli quando finalmente corsimo via ridendo come cretini, cazzo in quanti guai saremmo finiti se ci avesse beccati. Ma i migliori ricordi si creano grazie ai rischi.

Tornammo a casa ancora ridendo per il ''crimine'' commesso e Helena ci sgridò come un genitore, dicendo che dovevamo andare a dormire dato che saremmo andati alla fiera domani.

Noi seguimmo gli ordini della signorina Way e andammo a dormire.





Helena (Gerard Way ff)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora