Capitolo 3

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P.O.V TYLER

Guardo l'ora, sono le 11:34 p.m.
Dylan sta già dormendo da un pezzo, anche Alexis starà già dormendo.
Esco dalla mia camera e vado in cucina per bere un bicchiere d'acqua.
Prendo un bicchiere pulito dallo scola-piatti e ci verso un po' d'acqua gasata.
Bevo tutto il liquido e mi avvio per tornare nella mia camera.
Butto uno sguardo al divano e la vedo lì, in tutta la sua bellezza. La mia piccola Alex.
Il suo corpo è avvolto in una coperta di pile rosso ed il suo respiro è regolare; stringe un libro al petto.
Si sarà addormentata leggendo, penso.
Le tolgo la coperta di dosso, posiziono un braccio sotto le sue gambe, uno sotto la sua schiena e la sollevo delicatamente.
Lei rabbrividisce e si accoccola al mio petto stringendo il tessuto della mia maglietta in un pugno.
Mi avvio verso la sua camera.
È così bella, e mi spiace moltissimo che si sia rovinata in quel modo..Una ragazza bella come lei non dovrebbe mai arrivare a fare cose di quel genere.
Mi dispiace così tanto che abbia sofferto per la morte di mamma e papà. Anche io e Dylan abbiamo sofferto moltissimo per la loro mancanza, ma Alex è caduta in depressione in modo orribile. Era solo una bambina, non avrebbe dovuto provare tutto quel dolore.
Non mangiava, non dormiva, non sorrideva, non viveva. Era assente. Il suo corpo era materialmente presente, ma la sua anima no. Passava intere giornate chiusa a chiave in camera sua a piangersi addosso. Mi distruggeva vederla in quello stato.
Era arrivata a pesare si e no 35 chili, il che è pochissimo. Era disidratata e mal nutrita, ma a lei andava bene.
Poi ha iniziato a tagliarsi, e lì mi è crollato il mondo addosso. La mia sorellina non poteva fare una cosa del genere, no.
Io e Dylan l'abbiamo costretta ad andare dallo psicologo due volte la settimana. Ancora oggi la obblighiamo ad andarci.
Da qualche settimana ha ricominciato a mangiare, anche se poco, mangia.
Quando la vedo rinchiudersi in camera sua o isolarsi dagli altri ho sempre paura che torni a tagliarsi, per questo quasi tutti i giorni le controllo gambe e braccia.
Ieri quando siamo arrivati a casa e l'ho vista correre subito in camera sua, mi è preso un colpo.
Sono corso da lei e le ho bloccato i polsi sopra la testa per controllare braccia e gambe. Ero così preoccupato.
Ho stretto troppo la presa sui suoi esili polsi e quando me lo ha fatto notare dicendomi che gli facevo del male, mi sono sentito un vero schifo.
A distrarmi dai miei pensieri fu l'esile mano di Alex che strinse più forte il tessuto della mia maglietta.
Aprii la porta di camera sua e la posai il più delicatamente possibile sul morbido letto coprendola con la sua coperta di Dragon Ball.
Dopodiché uscii silenziosamente dalla sua stanza e mi diressi nella mia.
Mi sdraiai sul letto e, tra un pensiero e l'altro, mi addormentai.

P.O.V ALEXIS

Mi svegliai di soprassalto nel cuore della notte.
Ero tutta sudata, in lacrime e tremavo.
Ancora quello stupido incubo, mi tormenta dalla notte della morte dei miei genitori, solo che sta volta era diverso, era molto più realistico.
I miei singhiozzi fanno eco nella stanza ed io non riesco a trattenerli.
Corsi in bagno e presi una lametta.
Incisi profondi tagli sui miei polsi e sulle gambe.
I singhiozzi non volevano proprio cessare e le lacrime solcavano con insistenza le mie guance.
Avevo tanto freddo ed il respiro cominciava a mancare.
Oh no cazzo, un altro attacco di panico.
Provai ad alzarmi ma le mie ginocchia improvvisamente diventate gelatine mi fecero cadere sul pavimento.
Iniziai a tremare forte ed a sentire ancora più freddo.
Stavo lottando per avere un po' d'aria nei polmoni.
Provai ad urlare, ma ne uscì solo un piccolo gridolino acuto.
Non riuscivo a respirare e le lacrime non volevano proprio saperne di cessare.
Ero stesa sul pavimento ed avevo freddo, la mia pelle era pallida e le mie labbra erano blu.
Ad un tratto vidi la porta spalancarsi e Dylan e Tyler venire verso di me preoccupatissimi.

"Principessa guardami, devi calmarti ok? Stai tranquilla, ci siamo noi qui ora" disse Tyler afferrando il mio viso e guardandomi negli occhi.

"Piccola devi respirare, non è successo niente. Respira." Disse con le lacrime agli occhi.

Feci un grande respiro e finalmente i miei polmoni vennero ossigenati.
Ora respiravo velocemente ed a fatica, è come se la mia scatola toracica fosse troppo piccola per permettere ai miei polmoni di dilatarsi.

"Bravissima Principessa, così. Respira lentamente" disse continuando a guardarmi negli occhi.

Il mio respiro era ancora un po' irregolare ma stava tornando pian piano normale.

"Stai tranquilla, ora ci siamo noi" Disse Dylan prendendomi in braccio e portandomi in camera loro.

Dylan e Tyler notarono subito i profondi tagli suo miei polsi e sulle gambe. Mi sedetti sull'altalena scrivania.
Dylan andò in bagno a prendere le bende mentre Tyler guardandomi con uno sguardo accusatorio e furioso mi disinfettava tagli il più delicatamente possibile prima di allontanarsi.
Dylan tornò dal bagno con in mano delle garze e del betadine in crema.
Mi prese i polsi e ci mise sopra una gran quantità di crema coprendola poi con del cotone e fasciando il tutto con le garze.
Avevo smesso di tremare e non avevo più freddo, ma le lacrime scorrevano ancora insistenti sulle mie guance ed i singhiozzi riecheggiavano nell'aria.
Lo guardai negli occhi e d'istinto lo strinsi a me mentre lui mi accarezzava la schiena con movimenti lenti e costanti.
"M-mi d-dispiac-ce." Dissi singhiozzando.
Mi appoggiai sul letto e Dylan mi coprì con il piumone posizionandosi accanto a me e circondandomi la vita con un braccio.

"Ancora lo stesso incubo?" Disse accarezzandomi leggermente il braccio.

Annuii appena accoccolandomi al suo petto e provando a calmare i singhiozzi.
Dalla porta sbucò un Tyler con in mano un bicchiere d'acqua fresca che mi passò ed io bevvi.

"Come ti senti Principessa?" Disse Tyler unendo il suo letto a quello di Dylan ed infilandosi sotto le coperte circondandomi anche lui la vita con un braccio e stringendomi a se.

"M-meglio" Dissi con voce debole.

Ci addormentammo in quella posizione, abbracciati gli uni agli altri.

Ocean| Nash GrierDove le storie prendono vita. Scoprilo ora