Doesn't never problem

59 2 0
                                    

È una sera calda di maggio.
Io, Carmen Grant, ero seduta come ogni fine giornata sul marciapiede del vicolo 68 di Early Street.
Con una mano reggevo una bottiglia di Vodka, con l'altra una borsettina di pelle rossa.

Ho diciannove anni, ma non ho una vita tranquilla e serena come le mie coetanee.

Mi prostituisco per vivere. E per mantenere i miei costosi vizi, come l'alcool, la coca e una villetta a Brooklyn.

Iniziai a fare questa vita quando i miei genitori morirono improvvisamente in un incidente d'auto.
Ero stata affidata dagli assistenti sociali ad una famiglia, mi hanno accolta bene inizialmente.
Poi d'un tratto, mi impedivano sempre più di realizzare i miei sogni, come cantare o ballare.
Così un giorno decisi di fuggire, per loro fu come una liberazione, perchè non ebbi più loro notizie da allora.

Adesso lavoro come ballerina in un locale notturno per uomini.
Spesso tengo rapporti sessuali con essi.

Comunque, indipendentemente dalla mia età, sono molto desiderosi di avermi, nonostante è evidente la differenza di età tra la mia e la loro.

Posso dire con certezza che l'uomo è un bastardo, che ragiona col pene e con i suoi ormoni sempre allerta.
Posso dire anche che se trovano una ragazza di quindici anni e loro ne hanno settanta, se la fanno comunque, anzi, sono molto più coinvolti ed eccitati al pensiero che questa abbia una vagina minuscola e un visino innocente e fanciullesco.

Odio da fare schifo questi uomini.
Ma nello stesso tempo, può sembrarvi assurdo, li amo.

Insomma sono seduta atterra aspettando un cliente, mentre scolo velocemente questo alcolico per alleggerire la coscienza e il corpo. Con una mano accarezzo i miei lunghi capelli castani.
Questa sera ho deciso di indossare un gonnellino vernice rosso e un top bianco.
Cerco sempre di somigliare a quelle donne che guardavo in tv da piccolina. Le vallette dei presentatori negli anni ottanta.

Nonostante sono una squillo, ci tengo molto ad apparire snob e carina.

Guardavo spesso le ragazze della mia età, alcuni giorni specialmente.
Per nostalgia o invidia, mi recavo fuori al cancello della mia vecchia scuola. Un liceo linguistico.
Vedevo uscire in cortile le mie ex compagne di classe, sorridenti e innocenti.
Ero l'unica della mia classe che si faceva di crak o semplicemente di marijuana.
Loro preferivano andare al cinema a guardare vecchi film strappalacrime, mentre io mi sballavo con il mio ex ragazzo che all'epoca aveva già due figli ed era sposato.
Eravamo amanti da due anni, io ne avevo quindici e lui trentasette.
Ci conoscemmo nell'inverno del 94, ero in un locale a New York, io e la mia migliore amica del tempo eravamo andate lì in cerca di polli da spennare.
Lei acchiappò un ricco imprenditore dell'Oiyo.
Io mi intrattenei in albergo con quest'uomo dal viso falsamente innoquo.
Faceva uso di cocaina e mi fece tirare lui per la prima volta.
Provai una sensazione indescrivibile.
È strano, ti senti forte e onnipotente. Nessuno può abbatterti, sei una forza della natura. Sei carico ed energico e non ti importa più niente di nessuno.
Queste emozioni forti mi scossero. Stavo provando cose che non pensavo di poter mai provare. Non mi sono mai sentita così sicura e viva.
Facemmo sesso tutta la notte, amavo il suo modo esperto di toccarmi.
Era evidente che aveva alle spalle anni e anni di esperienza.
Mi stringeva i piccoli seni con foga.
E mi penetrò senza alcuna premura e nessuna delicatezza.
Ero vergine, non sentii dolore. Forse era merito della droga.

Appena mi svegliai la mattina ero nuda in quella camera d'albergo. Il naso mi pizzicava e un lieve bruciore mi si era posizionato sull'intimità.
Quell'uomo aveva lasciato il suo numero di telefono scritto sulla mia coscia, senza suo nome e una sottospecie di avvertimento.

"Cara carmen, è stata una serata incredibile. Piccola, vorrei rivederti ancora. Purtroppo sono sposato, perciò potrai chiamarmi solo nel primo pomeriggio, mentre mia moglie è a lavoro. Un bacio a presto"

Avevo la gamba quasi completamente ricoperta. Mi chiesi infatti come avessi fatto a non accorgermene mentre l'uomo scriveva.
Pensai anche che lui si ricordava il mio nome, ma io no.

Così nel tardo pomeriggio lo chiamai e mi limitai col dire: Ehm, sono Carmen.

Lui: Tesoro mio, dormito bene?

Era premuroso. Sarei potuta essere la figlia effettivamente.

Io: Ho dormito molto bene grazie.

La sua voce calda e penetrante mi faceva venir voglia di rivederlo subito.

Io: Quando ci rivedremo?

Lui: Tesoro, questa sera sei mia.

Il mio cuore fece un tuffo. Ero felice, davvero. Ma non capivo se ero contenta più per il fatto che lo avrei rivisto, oppure per riassaporare la magia della sua fantastica coca.

Ignorai i pensieri e corsi a casa a prepararmi.

CarmenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora