Era un camera più nobile rispetto a quella della scorsa notte.
Malgrado la testa mi girasse riconobbi la costosità di questo albergo.James mi accarezzò il viso, e mi toccò i fianchi.
Si fiondò immediatamente sulle mia labbra.
Con un gesto svelto mi sfilò l'abito, rimasi solo con le mutandine di raso nere.
non indossavo mai il reggiseno."Sei un incanto amore" la sua voce roca e forte mi riempiva di brividi positivi e di scosse forti.
Era un'emozione strana, ma travolgente.
Mi fece posizionare in ginocchio sul letto, e mi sfiorò i seni con le dita.
Poi con più aggressività li afferrò e li strinse forte.
io gemetti per l'eccitazione che mi provocava quel tocco così forte e possessivo.Poi si levò improvvisamente dalla mia figura, e fissandomi negli occhi mi chiese: "Non ti ho chiesto una cosa, quanti anni hai?"
Tremai, e mi feci coraggio.
Se gli avessi detto l'età reale forse non mi avrebbe più voluta."23" sputai insicura, speravo abboccasse.
"Non fare la sciocca, sei minorenne?" Questa volta era serio per davvero.
Mi arresi. L'alcool aiutava sempre ad arrendersi e a dire la verità.
"Si, ho 15 anni, a settembre ne farò 16".Avevo il capo chino, non volevo assolutamente vedere la sua reazione.
Mi alzò il viso e mi disse: "Se non lo dirai mai a nessuno, posso essere tuo piccola"
Un sorriso raggiante mi comparì sul viso pallido.
Lo baciai con foga, facendogli vedere che nonostante la giovane età potevo dargli comunque piacere come una donna.
Mi fece stendere sul letto e iniziò a baciarmi e a scrutare ogni angolo del mio corpo.
Ogni pezzo di pelle vibrava al suo tocco.
Non sarei più stata con un ragazzino.
Non sarei più stata una ragazzina."Eri vergine prima di ieri?" Mi domandò nuovamente serio.
"Sinceramente si." Risposi.
Non era sorpreso.
Gli toccai i palmi delle mani con il mio dito esile.
Lui chiuse gli occhi.
Poi si scostò nell'incavo del mio collo e assaporò il mio buon profumo costoso."Sei la mia bambina" con le labbra socchiuse pronunciò questa frase che mi diede un calore improvviso. Sapeva come farmi felice. Come colpirmi nei punti deboli.
"Voglio essere la tua bambina, fammi tua paparino" gli concessi questa frase ammiccante. Sapevo di aver fatto centro e lui confermò la mia ipotesi perchè detto questo gli si illuminarono gli occhi neri.
Si fiondò su di me, come un leone sulla gazzella.
Aveva cacciato questa succulenta preda e ora voleva concedersi un banchetto di lusso.La scorsa notte avevamo fatto un sesso spento, senza brividi o sussurri. Era una botta e via.
Questa sera entrambi volevamo sentirci.
Sentirci sul serio uno dell'altro.Mi tolse le mutandine con leggiadria, gettandole a terra.
"Fammi tua paparino" dissi, lasciandomi trasportare dagli ormoni.
Si tolse la cintura e si lasciò cadere i pantaloni scuri.
Eravamo nudi, lui sopra di me. Io sotto di lui.
Natura contro natura.
Adamo ed Eva erano più coperti di noi.
Eravamo spogli di tutto, non solo dei vestiti, entrambi eravamo a conoscenza dell'età dell'altro. Nonostante questo, non eravamo affatto turbati, anzi questo pensiero ci eccitava parecchio.Mi baciò l'intimità con premura, come se fossi una perla rara.
Mi sfiorò con l'indice il piccolo clitoride e poi lo baciò con foga.
Mi penetrò inaspettatamente con la lingua.
Io spontaneamente inarcai la schiena ed emisi un gemito profondo.Nessuno mi aveva fatta mai sentire in quel modo.
"Di più daddy, di più" lo spingevo ad andare oltre. Quella dolce tortura mi stava uccidendo.
"Comando io piccola" mi fece zittire.
Mi baciava l'interno coscia e stavo seriamente per esplodere, nel vero senso della parola.
Gli presi i fianchi e avvicinai il suo membro duro vicino all'ingresso del paradiso terrestre.
"Scopami cristo, scopami!" Urlai, lo supplicavo.
Mise due dita affusolate al mio interno. Un esci ed entra che mi fecero bagnare ancor di più.
Lo volevo conpletamente dentro. Volevo sentirlo scoparmi.
Fottermi forte.
Volevo essere schiacciata dal suo peso maestoso.
Dalla sua maturità.
Dal modo esperto di farmi sua.Gli presi il pene tra le mani e ci giocai animatamente per scuoterlo e per preservargli la stessa tortura.
Non demordeva, così me lo misi in bocca.
Lo sentivo fin sotto la gola.
Venti centimetri di pene duro che mi accarezzava l'ugola.Si sfilò dalla mia bocca e mi venne sul viso.
Leccai il tutto.
Poi si mise comodo su di me e si infilò pesante al mio interno.
Provai una sensazione di puro piacere.
La mia mente andò in tilt. Era come stare in vacanza alle Hawaii, su un amaca con una noce di cocco tra le mani.Urlavo il mio piacere e mi sentivo libera e fottutamente viva. VIVA come non lo ero mai stata. Da quando i miei erano morti si era spento qualcosa dentro di me. E ora, si stava accendendo.
Mi girò di colpo. Era un uomo davvero forte e io molto esile.
Mi scopò anche in quel modo.
E tenevo le sue grosse dita nella bocca.Lo sentivo godere come non mai sulla mia schiena.
Io ero entusiasta e felicemente appagata.
Venni sul suo membro e lui sul mio sedere.Ci stendemmo esausti e nudi sul letto.
Premurosamente mi accarezzò i capelli ormai scompigliati."Sei bellissima" mi faceva i complimenti mentre sfiorava con premura il mio piccolo corpo. Troppo piccolo per le sue grosse mani.
Ci addormentammo col sorriso, io sul suo petto che profumava di birra e tabacco.
STAI LEGGENDO
Carmen
RandomSto morendo. Sto morendo. Carmen sorride e dice a tutti che sta bene. Ma dentro sta morendo. Dentro sta morendo.