Carmen

I'm daien

Capii di doverla smettere, quando una sera mi guardai concentrata nello specchio della mia stanza.
Avevo dei lividi sul corpo,
il mio viso ero come invecchiato, non sembravo una ragazza di diciannove anni.

Dovevo smetterla di fare sesso con chiunque in cambio di qualche dollaro o di qualche bel diamantino.

Mi guardavo intensamente e vedevo una figura che non mi piaceva.
Pensai all'adolescenza che avevo trascorso, e la nausea prese il sopravvento.

Corsi in bagno a vomitare.

Volevo smettere di vivere in quel modo.
Volevo fare ciò che sognavo di fare da bambina, cantare.
Mi venne in mente il ricordo di mia madre quando acquistò il mio primo microfono.

Ero in ginocchio nel mio bagno, a piangere disperata.
Stavo buttando la mia vita nel cesso.
Stavo buttando la bella Carmen nel bel mezzo del fango, in preda ai maiali e alle feci.

Mi feci una doccia bollente.
Il calore doveva sfiammare il freddo della mia anima.

Non avevo amici, non potevo confidarmi con nessuno, solo con me stessa.

"Sto morendo Carmen, sto morendo"

"Tutti mi invidiano, perchè sono sorridente e affascinante Carmen, ma dentro sto morendo"

Mi tormentavo la testa.
E cercavo inutilmente di levarmi di dosso i pensieri con dell'acqua bollente.
Ma i rimedi naturali con me, non hanno mai funzionato.
Così sgusciai fuori dalla doccia, aprii il mio cassetto in camera da letto e tirai fuori una bustina con della cocaina.

Ci misi poco per dividerla e tirarla.

Questo stupefacente annientava i sentimenti che mi tormentavano.

Era l'unico modo per sopravvivere, ma non lo sapevo che era sbagliato.
In quei momenti non riflettevo abbastanza, anzi, non riflettevo e basta.
Ero sovrastata da sensi di colpa e torture psicologiche che mi autoinfliggevo, e quindi per vigliaccheria mi davo alla droga e all'alcol, gli unici in grado di farmi stare "bene".