Capitolo 3

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Era una giornata piena di sole anche se la primavera non era ancora iniziata. Quel giorno mi doveva arrivare un pacco con alcuni vestiti ordinati su internet da me e mia sorella;non vedevo l'ora di indossarli. Stranamente mi vedevo molto serena e carina quindi avevo voglia di stare fuori casa così uscii. Andai a fare un giretto in centro poi vidi un signore che portava una scatola e con i negozi accanto mi ricordai del pacco. Camminando velocemente arrivai a casa in cinque minuti; essendo un po' miope non riuscivo a capire se era Giacomo o un altro corriere davanti a casa mia. Arrivata davanti alla porta vidi il ragazzo della casa di riposo; lui mi guardò sorpreso io invece ero totalmente spaventata. Dovetti firmare un foglio e scrissi solo il mio nome. Lui restava da davanti la porta così gli feci cenno di spostarsi,lui lo fece chiedendomi che cosa voleva dire questo nome. Io gli risposi che significava 'madre della pace'. Con la sua voce calda e gentile mi disse
Ragazzo:hai la voce timida e piccola. Hai una voce speciale.
Io entrai in casa con un accenno di sorriso. Non sorridevo con una persona all'infuori dei parenti da mesi..non potevo affezionarmi.
Tornata a casa mi feci un bel bagno nella vasca e la maggior parte del tempo pensai a lui,a quel ragazzo tanto maldestro che mi spaventava così tanto.

Il giorno dopo a scuola:
Angels: Hey Axel siccome oggi è la festa della donna ti andrebbe di venire a casa mia alle 17:30 per curarci un pochettino i capelli,il viso,le unghie ecc?
Axel:sì certo mi sembra una buona idea :)
E ci sorridemmo con gli occhi.
Mi piaceva quella ragazza con quegli splendidi occhi marroni che illuminati dal sole diventavano chiarissimi. Uscii dalla classe per andare in bagno e mi fermai a parlare con Serena,una mia amica abbastanza simpatica conosciuta alle medie,passai davanti alla segreteria e vidi il ragazzo chiedere di me,ma siccome la bidella senza il consenso di un genitore non poteva farmi uscire cercava di scacciarlo. Lui si arrabbiò e sbattè il suo cappello sul banco,si mise le mani fra i capelli e dopo pochi secondi mi vide. Restammo per un mezzo minuto a guardarci,i miei occhi credo che stessero diventando sempre più intensi dalla paura. Lui faceva respiri profondi come se gli mancasse l'aria. Saliva gli scalini piano come se avesse paura di spaventarmi; i miei occhi diventavano minacciosi ma lui non si fermò,arrivò da me e mi disse con voce fragile all'orecchio
R: mi chiamo Hale
Io annuii con ancora la paura addosso.
Bidella: Axel torna in classe o chiamo i tuoi!
La fulminai con gli occhi. Quelli lì uso sempre molto :)
Hale scese le scale saltellando e senza guardare indietro uscì dal liceo d'arte. Tornai in classe sorridente:)

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