Come al solito mi sveglio alle sei e mezza, faccio la mia routine mattutina, saluto tutti, prendo lo zaino, la borsa e la lettera.
Arrivata davanti a scuola parcheggio il mio motorino, prendo la busta in mano e la guardo, se la lascio davvero sul mio parabrezza, tutto cambierà. Ne vale veramente la pena rischiare così tanto? Mi guardo attorno non c'è nessuno... Decido di cogliere il momento, e non penarci più lasciandola sul mio motorino.La giornata prosegue normalmente, il "mitico quartetto" mi ha evitato per l'intera giornata e per questo sono contenta. Ho provato a parlare con Martin di ieri, ma ogni volta trova una scusa per allontanarsi.
Finalmente suona l'ultima ora. Sono in ansia! Cerco non dare a vedere la mia paura, vado al mio motorino e cerco disperatamente la lettera. La mia non c'è più, ma non c'è nemmeno quella di -J-! Ci sono cascata! Sono stata una deficente a credere a -J-, che stupida, sicuramente sarà stata Jennifer, che cre...
Vengo interrotta dai miei pensieri da un ragazzo della mia scuola, che ho visto qualche volta nei corridoi. Mi da una busta dicendo:
<Ti è caduta questa!>
<Chi te l'ha data?> rispondo prendendo la busta.
<Nessuno, l'ho raccolta da terra, era nel tuo zaino ed è caduta. A proposito, è aperto, ci credo che poi perdi le cose!>
<Oh> dico prendendo lo zaino, che effettivamente è aperto, anche se io sono sicura di averlo chiuso.
<Grazie!>
<Figurati> dice andandosene.
Sono troppo curiosa! Apro la busta. Questa volta è stata scritta con calma con una penna nera. La calligrafia è la stessa del altra lettera, quindi è la stessa persona a scrivere. Nella lettera c'è scritto:
"Il tuo caro amicone quest'estate con dieci ragazze e due ragazzi ha fatto un lavorone!
Ma ora tu rispondi a me -Quando sono in piedi, loro sono coricati, quando sono coricato loro sono in piedi chi, cosa sono?- Se la risposta pensi di sapere, nello stesso posto lascia il tuo parere! -J-"Questa situazione inizia a piacermi, nonostante la trovi inquietante. Faccio una foto alla busta e la invio a Lucia. Mi metto il casco e vado verso casa.
Durante il tragitto sono sovrapensieri e non noto un ragazzo che all'improvviso occupa l'attraversamento pedonale. Per evitarlo freno e sterzo di colpo il manubrio. Perdendone il controllo, cadendo. Mi ci vuole qualche secondo per riprendermi dalla schok. Il ragazzo, che fortunatamente ho evitato, viene a soccorrermi.
<Tutto ok? Hai fatto una bella caduta, ti sei fatta male?> Mi chiede quasi ridendo
Riconosco la voce, alzo lo sguardo e lo vedo. È Luca! Ma che sfortuna! Proprio a me, doveva capitare? Potevo evitare di cadere, e prenderlo direttamente...
<Si! Cioè no!> Rispondo innervosita
<Si o no? Vuoi che chimi un ambulanza?> Mi chiede teneramente
<Tutto okey! Davvero! E no grazie non c'è bisogno dell'ambulanza. E tu? Ti sei fatto male? Perché sei sbucato così all'improvviso?>
<In realtà non c'era nessuno, certo ti avevo visto ma pensavo ti fermassi...>
<Hai ragione, scusami, ero sovrapensieri...>
Vado dal mio motorino. Lo tirò su e noto che la parte destra è tutta graffiata e la benzina sta colando. Cazzo. Mio papà mi ammazzerà. Ora cosa faccio? Lascio qua il motorino? Come vado a casa?
<Direi che questo è inutilizzabile...> dice indicando il motorino
<Già, me ne ero accorta> Rispondo
<Ti conviene chiamare un carro attrezzi>
<Non ho il numero>
<Basta andare su internet>
Prendo il mio iphon 6 dalla tasca. Ma quando lo tirò fuori è tutto rotto. Mi viene da piangere. Non solo per il telefono, ma per tutto, il quasi incidente, la caduta, la botta, ora inizio a sentire male al braccio e credo si stia gonfiando. Scoppio a piangere.
<Calmati!> mi dice lui abbracciandomi
<I telefoni si ricomprano, lo cerco io su internet il numero>
<Non piango per il telefono>
<E allora per cosa?> Risponde.
<Per tutto!>
<Tranquilla! Ti accompagno io a casa. Vivo qui dietro, prendo il motorino, aspettami qui intanto chiamo il carro attrezzi okey?> chiede stringendomi più forte poi staccandosi un pochino per potermi guardare meglio. Con una mano mi asciuga una lacrima.
<Oky, ti aspetto qui!> dico staccandomi da lui e spostando il motorino sul ciglio della strada.
Sta per andrsene, quando lo chiamo.
<Luca! Aspetta ti do il mio indirizzo per il carro attrezzi, non si sa mai!> Prendo un foglio e lo scrivo velocemente. Lui lo prende, mi fa un sorriso e dice:
<Ottima idea, ci vediamo tra 5 minuti> Poi attraversa la strada e scompare dietro l'angolo.
Dopo un po' riappare in motorino, si ferma vicino a me, prende la targa del mio motorino, chiama il carro attrezzi, da tutte le informazioni, poi mette via il telefono, si gira, mi guarda e mi tende la mano, per aiutarmi ad alzarmi. Io la prendo e mi alzo. Sono davanti a lui, la mia faccia è a un centimetro dalla sua. È così bello. Lui mette una mano sulla mia guancia. È sempre più vicino. Mi sento sciogliere. Ma che mi prende? Mi allontani arrossendo. Ho il cuore che batte a mille. È lui il primo a rompere il silenzio
<Allora quindi tu abiti in via Roma> disse sorridendo
<Già>
<Sali in moto dai, tua mamma sarà preoccupata per te!>
<Già> rispondo mentre salgo in moto. Non riesco a dire nient'altro.
Arriviamo davanti al mio palazzo. Scendo e lo ringrazio. Lui ricambia con un sorriso.
<Se hai bisogna di qualcosa chiamami pure!>
<Grazie, ma non ho il tuo numero.> Rispondo
<Hai ragione che stupido! Io però ho il tuo. Ti invio un messaggio appena arrivo a casa!>
<Okey... Grazie> Lo saluto con la mano e me ne vado. Chissà come avrà avuto il mio numero.... Bah, strano... Glielo avrà dato Martin, ma perché?
Nel frattempo sono davanti alla mia porta di casa. Quando la apro trovo mia mamma e mia nonna, con la facce spaventate. Chissà cosa faranno appena sapranno cos'è successo...
STAI LEGGENDO
Un gradino più in alto
Teen FictionCiao sono Rebecca, ho quindici anni e studio al Liceo Artistico... Sinceramente non so perché ho scelto questa scuola... non sono nemmeno brava a disegnare, infatti, mi chiedo come abbia superato la prova d'ammissione... probabilmente l'ho fatto sol...