2- Forse c'è speranza

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Ormai è Marzo, sono fuori dalla scuola aspettando la campanella quando li vedo arrivare, il fantastico quartetto. Tutte le ragazze si girarono a guardarli con gli occhi a cuoricino. Noto che Martin non porta più gli occhiali da vista, probabilmente li ha sostituiti con delle lenti a contatto... e pensare che li odiava! Guardando verso il basso noto che ha... no aspetta... ditemi che sto sbagliando... ha una sigaretta in mano! Cosa... cazzo! Lui ha sempre odiato il fumo, ha sempre partecipato alle manifestazioni contro il fumo, ha fatto pure smettere sua madre! Cosa gli è successo?
Vengo interrotta dal suono della campanella e mi limito ad entrare in classe.
Alle prime due ore tutto è normale, a parte la matematica, quella rimarrà sempre un mistero.
Per fortuna la campanella della ricreazione mi ha salvato da un possibile quattro, dato che il mio amato prof.  aveva deciso di interrogarmi.
Alla fine della ricreazione, cambiamo aula per andare in una adatta per fare discipline pittoriche e, indoviniate un po', chi si è messo vicino al mio cavalletto? Luca! Quello stronzo di Luca. Cosa vorrà da me?
Mi è già capitato più volte che il mitico trio, spero a insaputa di Martin, venisse da me a dirmi di stargli lontana, di smettere di scrivergli e di cercare di distruggere la loro amicizia, che ormai appartiene a loro e non a me.
Due mesi fa ero troppo distrutta dalla perdita per il mio amico, ma ora ho capito che piangere su me stessa non mi ridarà Martin, quindi ho deciso che la prossima volta che uno di quei coglioni mi parlerà mi farò rispettare.
Ovviamente Luca non si è messo vicino a me per nulla, infatti, come immaginavo, dopo essersi sistemato il cavalletto, si gira verso di me con la sigaretta dietro l'orecchio e la matita in mano e mi dice:
<Mi pareva di essere stato chiaro con te. Cos'è che non capisci di: "lui non è più come prima?">
Sto per rispondergli quando lui mi zittisce dicendo:
<Oh! Ora hai trovato il coraggio di rispondermi? Davvero?>
Scoppia in una risata ed il professore si gira verso di noi, dicendoci di fare silenzio; appena si rigira dall'altro lato rispondo:
<Senti, non so cosa sia successo quel giorno, ma io rivoglio solo il mio amico, non m'importa nulla di te o di quei due deficienti dei tuoi amici, per quanto mi riguarda, potete anche spararvi, ma lasciate stare il mio amico. Perché lo avete allontano da me? Cosa vi ho fatto di male?>
<Pulcini che si fingono leoni... vediamo quanto duri> mi rispose con un sorriso sardonico. <Quel giorno è stato lui a venire da noi, è stato lui a chiederci dei consigli su come chiudere i rapporti con te, noi non abbiamo fatto niente, ha fatto tutto da solo, di sua spontanea volontà...> ribadì, mordicchiando la matita.
Sto per rispondergli, ma non ce la faccio, sento la gola diventarmi secca e la vista inizia ad offuscarsi, devo uscire da questa classe, non devo farmi vedere piangere per la sua cattiveria, anche se, probabilmente se ne sarà già accorto, poiché sta quasi ridendo.

Sto per alzarmi per andare in bagno, quando lui mi afferra per un braccio e mi tira a se. È a un centimetro dalla mia faccia... oddio... cosa vuole fare... mi allontano, ma non molla la presa e mi dice:
<Ci sono ragazze che farebbero di tutto solo per stare così vicine a me!>
L'intera classe ci sta guardando. Jennifer, innamorata di Luca dalla prima volta che l'ha visto, sta spettegolando con le sue amichette e sembra infuriata.
Leonardo e Gabriele si sono accorti di quello che sta succedendo, ma appena se ne accorge Martin, si alza quasi arrabbiato e viene verso di noi... forse anche lui tiene ancora a me.
Il prof, poverino è troppo stupido per accorgersi dell'incredibile silenzio che è calato in aula, infatti sta continuando a leggere la sua rivista di "Arte Moderna".

Martin mette una mano sulla spalla di quel ragazzo, tanto bello quanto cattivo, davanti a me e gli sussurra qualcosa nell'orecchio qualcosa che sembrò quasi infastidire Luca che allentò la presa sul mio braccio. Io ne approfittai per fuggire fuori dalla classe, piangendo, dirigendomi verso il bagno.

Questa volta non erano solo lacrime di tristezza, non dopo quello che è appena successo, sono mischiate a lacrime di gioia, perché ho capito che Martin tiene ancora a me.

Basta, devo porre fine a questa storia. Devo trovare il coraggio per parlare con lui.

Smetto di piangere mi sciacquo la faccia e torno in classe.

Appena entro tutte mi guardano, ma Jennifer con un versetto richiama a se l'attenzione, incredibilmente questa volta mi ha fatto un favore e ognuno torna al proprio disegno.

Luca è tornato al suo posto e vicino a me non c'è più nessuno. Meglio così. Mi siedo e mi rimetto a disegnare, il prof non si è accorto che sono uscita, meno male, però mi sento osservata così mi guardo attorno e mi accorgo che Martin mi sta guardando, incrocio il suo sguardo e lui distoglie subito la vista.

Il resto della giornata procede come gli ultimi due mesi, cioè nessuno mi considera e Martin sembra evitarmi in tutti i modi.

Finalmente l'ultima campana suona e mi fiondo fuori da scuola. Prendo il mio motorino e sfreccio via, verso casa. Non ne potevo più di vedere le loro facce.

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