Tre mesi prima

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Io direi di non cominciare con caro diario.

Questa notte ho fatto un sogno strano. Non dico che sia stato un sogno spiacevole, anzi, ma questo sogno non è stato come tutti gli altri sogni normali, questo sogno sembrava in qualche modo esageratamente reale.

Esattamente non so perché lo sto scrivendo ora in questo quaderno, so soltanto che questa notte ho vissuto qualcosa che non voglio dimenticare.

Quello che ora ricordo è come se fosse stata una vera giornata, cioè mi sono svegliata, ho fatto colazione, ho riso con le mie amiche, però nel pomeriggio ho conosciuto una persona, un ragazzo, Lucas.

Peccato sia stato solo un sogno.

Stavo sopra un albero, aspirando quell'aria pulita che emanano gli alberi, fresca, un po' forte quando entra nel naso, poi l'ho visto. Stava camminando per il bosco guardandosi in giro, lo skateboard in mano, canottiera bianca. 

Lo osservavo già da cinque minuti e lui camminava in tondo, si era palesemente perso. Non riusciva a capire per dove si uscisse. Gli deve essere apparso come un bosco malvagio e stregato, il mio bosco. Per sbaglio mi uscì una risatina, me la sono cercata. Lui era a pochi passi dall'albero in cui stavo comodamente seduta, quando ha alzato lo sguardo.

"Ti sei perso?"

Il sorriso tra le mie dita.

"No, stavo guardando in giro"

"Capisco. Hai guardato abbastanza? Questa è proprietà privata"

"Certo, mi stavo giusto avviando per uscirne"

Un bosco malvagio e stregato.

"Bene, ma è dall'altra parte la strada"

Inversione di marcia.

"Mi hai beccato"

Di solito non parlo mai con gli estranei, mai.

"Sei di qui?"

"Vengo da Seattle"

Da qui a Seattle sono 86 miglia.

"E che ci fai qui?"

"I miei si vogliono trasferire"

Pazzesco. Allora non tutti scappano da questo posto.

"Stavate guardando le case in Morning Beach?"

"Sono quelle migliori per ora"

"Sono progetti di mio padre"

"Fagli i complimenti, è veramente portato per disegnare case"

C'era un bel po' di vento, papà aveva sentito.

"È morto"

"Mi dispiace"

"Anche a me"

Il vento.

"Quindi, se mi dici che di qua si esce da questo labirinto, io vado"

Il mio bosco è diventato un labirinto.

"Fidati"

"Tu sei?"

Di solito non parlo mai con gli estranei, mai.

"Samantha"

"Che nome interessante"

Come questo labirinto.

"Io sono Lucas, comunque"

Che nome interessante.

La sua canottiera era diventata un puntino bianco tra gli alberi, un'onda più forte si frantuma tra la ghiaia. Ricominciai a respirare.

Saranno stati quindici minuti di conversazione ma sembrò durare tutto il pomeriggio. Cioè tutta la notte. Mi sentivo strana, come se mi mancasse qualcosa, per il resto del sogno non ero io, non ero in me, mi sentivo staccata dal corpo. Mi stavo svegliando. C'era il temporale che mi riportava alla vita reale. Il resto che ricordo è di essere andata a letto nel sogno, essermi addormentata ed essermi risvegliata nella vita reale.

Per tutto il giorno mi è sembrato di essere stanca, come se la notte non avessi dormito ma come se avessi appunto continuato a muovermi, parlare, respirare, vivere. Ma il mio corpo era scattante e riposato. Non ho voluto dire niente alle mie amiche di quello che avevo sognato, tanto quella storia non sarebbe continuata. Però ho continuato a pensarci ogni istante.

"Sam, ci sei o è solamente un ologramma quello che vedo nella chat?"

Un ologramma? Hei non sarebbe stata neanche l'ultima delle mie idee per scappare da questa situazione.

"No...ehm, ci sono" mi esce una risatina nervosa "Eccomi qua!"

Ho agitato un po' le mani e ho sfoggiato un sorrisone davanti alla webcam del pc.

"Che succede?" 

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