Giorno 6

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Ormai i giorni nella realtà non li vivo più a pieno, mi sembrano noiosi, monotoni. Faccio il minimo tipo magiare, bere e andare in bagno ma per il resto non mi muovo dalla mia camera, dal mio letto per la precisione. Non provo a dormire di giorno con la paura che alla sera potei non addormentarmi alla solita ora. Tutto il giorno aspetto la sera per potermi addormentare e ricominciare a vivere.

Mia madre la chiama depressione pre scuola, in effetti ormai sono passate metà delle vacanze ma non mi importa. Penso solamente alla notte. A cosa potrei vivere dall'altra parte. A Lucas.

Mi sento in colpa per averlo considerato solo un sogno. Mi sento in colpa per averlo ferito. L'ho detto senza pensarci, l'ho sicuramente detto scherzando ma la mia voce non era mai stata così seria. Alla fine ho ferito anche me stessa. Ci sta accadendo una cosa così strana, quasi impossibile. Non so cosa pensa, in realtà neanche lo conosco, però dovrei sostenerlo, ascoltarlo se ha qualche dubbio. Non che io abbia le risposte, anzi, man mano che viviamo questa cosa le domande si moltiplicano, ma almeno posso capirlo. Comincio a maledirmi per come faccio o dico le cose così impulsivamente. Perché non penso prima di parlare? Perché non rifletto sulle conseguenze che potrebbero manifestarsi se faccio le cose in modo avventato? Mi maledico perché ora probabilmente è arrabbiato. Voglio rimediare. Devo rimediare.

Alle 9pm in punto mi misi a dormire. Non ci volle molto. Anche se durante il giorno non avevo fatto così tanti sforzi mi sentivo stanchissima. Probabilmente stanchissima di quella vita. Mi addormentai subito e mi risvegliai dall'altra parte. Erano le 7am. Ero rinata. Scattai in piedi e mi vestii di corsa. Ero così euforica, nessuno mi avrebbe fermata. Scesi le scale e uscii di casa. Mia madre non fece a tempo a dirmi niente, era rimasta scioccata a vedermi sveglia a quell'ora.

Oggi avevo le scarpe. Corsi per il bosco. Mi sentivo piena di vita, mai sentita meglio. Arrivai alla cassetta della posta e mi fermai. Inspirai col naso. Sentivo l'aria fresca inondarmi i polmoni. Che meraviglia. Mai sentita meglio, lo giuro.

Avanzai verso la casa di Lucas e i suoi uscirono di casa nel momento in cui salii il primo scalino.

"Oh salve."

"Ciao Samantha."

Sanno il mio nome.

"Lucas è ancora in camera sua, vuoi salire?"

Sbircio dentro la porta, ci sono ancora un paio di scatoloni accanto alle scale.

"No grazie, lo aspetterò qui fuori."

"Come sei carina."

Okay, sono decisamente arrossita.

"Allora ciao!"

"Arrivederci!"

Li guardai allontanarsi in macchina. Gli feci pure un cenno con la mano. Mi misi a ridere da sola.

Guardai la finestra della sua camera, sembrava che nulla si muovesse. Scesi gli scalini e cercai un sassolino. Ormai era diventata un'abitudine chiamarlo così. Ne trovai uno perfetto e lo lanciai alla finestra. Aspettai un minuto. Nulla. Presi un altro sassolino, questa volta il primo che toccò le mie dita, e lo lanciai. Due minuti, ancora niente. Presi una manciata di sassolini e cominciai a lanciarli a ripetizione.

Ero arrivata a dodici sassolini, non so per quale motivo li stessi contando. Eccolo. Senza maglia e con i capelli spettinati. Stava dormendo, ops.

Si strofinò un occhio con il palmo della mano, io probabilmente ero a bocca aperta.

"Ciao."

Non credo abbia sentito ma avrà sicuramente letto il labiale. Aprì la finestra.

"Hai idea di che ore sono?"

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 22, 2016 ⏰

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