Capitolo 3

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Ho deciso di indossare i soliti jeans strettissimi e una felpa con un grosso cappuccio. Sto aspettando Harry sotto la palazzina da circa una mezz'ora, come mi aveva detto di fare. Il problema è che per non prendere freddo sono scesa dopo quella mezz'ora. Posso tranquillamente dire che sia in ritardo? Oppure sta per darmi buca dopo avermi buttata giù dal letto?  In ogni caso mi sento tremendamente in imbarazzo. Tiro qualche sospiro, giocando con le nuvolette bianche che mi escono dalle labbra. Mi accarezzo le spalle, cerando di scaldarmi e penso a Rain. Perché sono qui sotto quando sono più che certa che vorrei essere tra le sue braccia in questo momento? Quando è fuori per lavoro non ci sentiamo spesso, e il modo in cui mi chiama "biondina" mi manca terribilmente. Torna questo fine settimana e sto aspettando con ansia che mi chieda di andare a mangiare qualcosa insieme o che voglia vedere un film a casa sua. 

Mentre penso a Rain e mi iniziano  a passare per la testa i soliti pensieri indecenti due fari mi si parano davanti, infastidendomi. Mi copro leggermente il viso con la mano e riesco a vedere la chioma di riccioli castana sul posto di guida. Mi fa cenno con la mano di salire.

«Ehi, scusa ma ho trovato traffico.» Mi sorride. Dal suo sguardo avverto subito il presentimento che mi sta mentendo. Inoltre, trovare traffico a quest'ora, non è pienamente credibile per chiunque. Decido di lasciare perdere e mi allaccio la cintura di sicurezza.

«Tranquillo, ero appena scesa. Sai, solite cose da donne.» Non sorrido e lo vedo ripartire girando il volante. Indossa una maglietta bianca con un cardigan nero, ha i capelli tirati indietro, tenuti da un paio d'occhiali da sole. Inutili di notte, ma credo che abbia l'abitudine di portarli per non far cadere le ciocche di capelli sul viso.

«Dove stiamo andando?» Chiedo realmente curiosa.

«A casa mia.»

Improvvisamente sento un senso di ansia salirmi fino alle orecchie. Quando mi ha chiesto di uscire pensavo che mi avrebbe portata a bere un caffè o fare un giro al parco.

«Oh..» Commento abbassando la testa.

«Che c'è? Voglio solo vedere un film con te.» Cerca di tranquillizzarmi, ma posso sentire dai movimenti che non si è neanche girato per darmi un occhiata. Come se quella frase fosse già pronta per essere detta in quel determinato contesto. Mi hanno detto spesso che sono stupida, perché non capisco le situazioni ovvie e finisco nei guai. Oggi ho perfettamente capito e nonostante questo mi sento attratta da lui. Voglio seguirlo e andare a casa sua. Voglio vedere cosa succede. Voglio vedere cosa proverò qualunque cosa accada.

«Certo, non stavo sospettando niente.» Cerco di sembrare indifferente e incrocio le braccia al petto, nascondendo le mani che mi tremano per la tensione. 

«Ti sembro uno scemo se ti dico che sei molto carina?» Esclama in modo secco. Anche questa frase era già pronta.

«Tu trovi stupido se dico che mi piaci?» Mi sento trasportare dalle emozioni e decido di lasciar andare tutto. Voglio provare a essere diversa per una volta.

«Wow, allora ti ho già conquistata!» Sorride teneramente, come il giorno in cui ci simo conosciuti.

Arriviamo ad una villa piuttosto grande e dopo essere entrato dal cancello automatico parcheggia la macchina praticamente davanti il portone. Scendiamo e mi prede per mano, conducendomi all'entrata.

Mi guarda negli occhi, con una mano tiene la mia e con l'altra inizia ad aprire la maniglia del portone. «Sembra che tu abbia già capito qualcosa, quindi arriverò dritto al punto.» Ha il viso serio e continua a guardarmi. Penso per la terza volta che anche quella sia una frase fatta. Quante volte si sarà ritrovato a fare questo genere di discorsi? 

«Se entri con me, è perché faremo esattamente quello che hai pensato. Se non entri, sappi che non ti riporterò a casa. Sarei pur sempre un ragazzo che è stato appena rifiutato.» Ammicca un occhiolino e sento mille farfalle liberarsi nello stomaco. Sono totalmente fuori di testa, non ho una star davanti a me, c'è semplicemente un lupo ed io sono la preda della serata. Mi sento ancora più attratta da lui.

«Entro, non ho nulla da perdere infondo.»

«Mettiamola così, hai molto da guadagnare.» Mi fa passare davanti e mi spinge ad entrare.

Chiude la porta alle sue spalle e mi è subito addosso. Sento le sue labbra che premono con forza sulle mie e le mani che navigano sotto la mia felpa. In realtà, credo che stessi aspettando questo momento fin da quel giorno in cui ci siamo scontrati l'un l'latro. 

"Che sapore hanno le sue labbra? Quanto devono essere morbide? Quanto saranno soffici le sue guance?"

Non so dare una risposta a quelle domande, mi bacia con troppa foga e cambiando talmente spesso i punti che non riesco a concentrarmi. 

Mi spingo verso di lui facendolo arretrare. Lo blocco al muro, invertendo le posizioni di poco prima e predo il sopravvento togliendogli la maglia.

«Cavolo, quando ti ho chiesto di uscire non immaginavo questo.» Mi afferra i capelli e li tira leggermente verso il basso.

«Quando mi hai chiesto di uscire anche io non immaginavo questo.» Ribatto in tono palesemente scocciato.

Finiamo nel suo letto e diventa tutto di colore rosso e la temperatura si alza. Anche se sono nuda sento un caldo tremendo. Non riesco a sentire bene la presenza di Harry, anche se lo tocco e lo sfioro non riesco a sentirne la morbidezza o le forme dei muscoli. È tutto troppo insipido e privo di senso. Mi gira la testa e ancor prima che me ne accorga abbiamo già finito la carica. Sdraiata di fianco a lui mi addormento.

Non dirò che non mi sia piaciuto, perché sono io che l'ho voluto, ancora prima che lui me lo chiedesse. Come se lui fosse il positivo ed io il negativo, mi sentivo attratta in una modo a cui non potevo rinunciare. La mia mente era pronta a dire di no, ma non il mio corpo. La mia pelle aveva bisogno di quella di Harry. Ma la confusione e il disaccordo interiore no mi hanno fatto godere a pieno quel momento. 

Adesso cosa succede? Vorrà conoscermi oppure non vorrà più vedermi? Dovrò dirlo a Rain perché non gli ho mai mentito. Ma come gestirò la situazione e soprattutto la sua rabbia? Mi sento una stupida. Probabilmente lo sono. Sarà presto anche scientificamente provato. 

Penso a Rain, a quanto potrebbe ferirlo ma allo stesso tempo penso ad Harry, vorrei farlo di nuovo per assaporare meglio il tutto.

______

Mi stropiccio gli occhi con i pugni e sbadiglio sonoramente. Apro gli occhi e ricollego di non essere in camerata con le altre. Prendo il telefono dalla tasca dei jeans ai piedi del letto e vedo che sono le nove di mattina. Sono sola nel letto e non si sente nessun rumore dalle altre stanze. Mi vesto di fretta e vado verso il portone. Attaccato c'è un biglietto con scritto: 

"Grazie di tutto. 

Ho lasciato il cancello aperto. 

Non vediamoci più!!!"

The Pain In my ChestDove le storie prendono vita. Scoprilo ora