Sono ferma, immobile, nel bagno da non so quanto tempo.
Ormai sono suonate due campanelle segno di inizio e fine lezione, quindi mi sono persa l'ora di matematica.
Beh, che dispiacere.Decido che non posso restare chiusa in questo bagno a fissare la porta, da cui è uscito quel ragazzo che mi ha completamente rapita con quell'aria misteriosa che si porta dietro.
Rientro in classe e lo vedo nel banco a fianco al mio.
Mi vado a sedere al mio posto e lui mi guarda minimamente.
Continua a guardare dritto davanti a se.
Non so cosa stia guardando, cosa lo interessa così tanto.
La sua attenzione è fossilizzata in un punto indefinito dell'aula.
Non si muove, sta fermo immobile.
A mala pena batte le palpebre, non riesco neanche a capire se stia respirando o no.È così che passa l'ora di inglese, io che lo fisso insistentemente e lui che si perde completamente in ciò che ha catturato la tua attenzione.
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Ormai siamo all'ultima ora e Dylan ancora non si è mosso.
Ho provato a parlargli ma mi ha sempre risposto a monosillabe senza mai prestare veramente attenzione alle domande che gli facevo.
Non ha mai spostato lo sguardo.Voglio conoscerlo.
Voglio conoscere questo ragazzo che per me è un assoluto dilemma.
Voglio sapere cosa frulla nella sua mente, voglio sapere a cosa pensa quando si perde come ha fatto oggi.
Voglio sapere cosa voleva dire con le parole le mi ha detto in bagno, se erano riferite veramente a me o se le stesse dicendo a se stesso.
Voglio sapere se ha mai sofferto come ho sofferto io, se ha mai amato, se ha mai desiderato di morire perchè il dolore lo stava logorando.A distrarmi dai miei pensieri è proprio la sua voce.
"A cosa pensi?" Mi chiede Dylan, continuando a guardare dove sempre.
"A cosa penso io?
Davvero?
Tu fissi un punto indefinito per 3 ore senza mai spostare lo sguardo e senza spiccicare parola e chiedi a me a cosa sto pensando perchè mi distraggo un attimo?" Gli chiedo io, quasi sarcastica."Non ho specificato che volevo sapere a cosa pensavi ora.
intendo in generale.
A cosa pensi quando sei sola?
Quale è il pensiero più comune che ti attraversa il cervello?" Mi chiede voltando lo sguardo verso di me.Ha gli occhi rossi, forse per aver guardato per 3 ore la stessa cosa senza mai spostare lo sguardo nemeno di un centimetro.
Ed ecco la domanda più sbagliata che potesse fare.
Mi ha chiesto di Bread.
Cosa dovrei dirgli?
Penso sempre al mio ragazzo, morto per colpa di un tumore, e mi tartassa continuamente impedendomi di andare avanti.Aspetta, ma lui chi è?
Perchè dovrei raccontare a lui la parte più dolorosa della mia vita?
Non lo conosce nemmeno da un giorno."Cosa ti interessa?
Tu non mi conosci, non sai niente di me, e viceversa.
Perchè ti dovrei parlare di me?"gli chiedo con un tono diverso da quello che volevo usare, un tono quasi scocciato."Non sei costretta a dirmelo, ho solamente chiesto dato che so che ti porti dietro cicatrici profonde.
Non rifiutare chi cerca di essere d'aiuto, te ne potresti pentire!"conclude lui alzandosi dalla sedia ed uscendo dalla classe.
Non mi ero nemmeno accorta che erano finite le lezioni e che eravamo rimasti solo io e lui.Esco dall'aula e mi dirigo verso casa, cammino lentamente, ho voglia di pensare, di prendermi un po' di tempo per riflettere sulle parole di Dylan.
Sono certa che ci sia un dolore enorme sotto a quel corpo da modello.
La profondità di quelle parole può venire solo da qualcuno che ha sperimentato un male così doloroso da non riuscire a reggerlo.
Ormai sono arrivata a casa, varco la porta e sento subito mia madre venire all'ingresso per accogliermi.
"Ciao tesoro, stai bene?" Mi sorride, dandomi un bacio tra i capelli.
Le sorrido in segno di approvazione.
"Hai fame?
Vuoi che ti preparo qualcosa?" Mi chiede con tono addirittura retorico,come se sapesse già la risposta."No..anzi, si" le rispondo
Mia madre sbarra gli occhi e mi guarda con un sorriso enorme.
Corre ad abbracciarmi e mi riempe di baci.Okay, capisco che da quando è successo ho mangiato solo mele, ma non sta un po' esagerando?
"Mamma, mamma!" Cerco di allontanarla un po'.
Lei si allontana e corre in cucina.Io vado in camera mia per aspettare e non so perchè apri un cassetto contenente una piccola foto stropicciata, che raffigurava me e Bread, felici, che ridevamo tranquilli.
Ancora lui non era malato ed eravamo felicissimi.
Fisso quella foto fino a che mamma non mi chiama per andare a mangiare.Scedo e mangio velocemente.
È stato veramente strano mangiare con mia madre, e mio fratello.
Di nuovo.
Dopo così tanto tempo.Finisco di mangiare e decido di fare una passeggiata.
Ho bisogno di rilassarmi un po'.
Comincio a camminare senza una meta precisa.
Ma dopo un'oretta che cammino mi accorgo che in realtà so dove sto andando, so precisamente quale è il posto dove sto andando.
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Un motivo in più per vivere
RomansaLydia è una ragazza timida e solitaria, ha un animo buono ma nessuno lo sa dato che non da a nessuno la possibilità di conoscerla. la mancanza di una persona la porterà a rinchiudersi in se stessa e a non aprire le porte del suo cuore neanchi a chi...