3.

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Ringraziai mio fratello e scesi dall'auto.
'Vuoi che ti lasci la macchina?' Mi chiese, abbassando il finestrino del veicolo per farsi sentire.
'Tornerò a piedi' dissi, alzando le spalle.
Lui annuì e lo vidi allontanarsi da me.
Finalmente ero nel posto giusto.
Il mio posto.
Non molto lontano da casa mia si trovava un fiume, che era un luogo di pace.
Nessuno che dava fastidio, nessun rumore di auto, nulla.
Solo il fruscio dell'acqua che scorreva, che rendeva l'atmosfera meno ansiosa.
Mi sedetti su qualche sasso di fronte al corso d'acqua.
Il terreno non si vedeva, era ricoperto da pietre, piccole e grandi.
Era raro trovare qualcuno in quel luogo. Tutti stavano a casa, o in giro con i loro amici, o a bere, o a fumare, o a fare qualche altra cazzata.
Però, era bello essere sola lì.
Il solo pensiero di condividerlo con qualcuno mi infuriava.
Era come se fosse un posto sacro, come per i cristiani era la Chiesa, come per un ebreo la sinagoga, e come per un musulmano la moschea.
Non mi ritenevo atea, ma non ero convinta del fatto che l'altissimo fosse con me.
Per nulla.
Eppure, non capivo gli strani comportamenti di quel ragazzo dagli occhi verdi.
Eh Alice, come mai pensi sempre a lui?
Era il primo ragazzo strano che mi venne in mente, e non sapevo perché, ma sentivo la sua presenza in quel posto, come se fossimo in contatto telepaticamente, anche se li intorno non c'era nessuno.
Magari mi aveva confuso per un'altra ragazza, oppure voleva soltanto attirare la mia attenzione.
Ma perché ci pensi così tanto?
Non ne avevo la più pallida idea. Sapevo soltanto che quel ragazzo avrebbe provocato qualcosa a me, ma non sapevo cosa, e nemmeno se era positiva o no.
Ma per favore, non lo rivedrò più ormai.
Tirai un piccolo sasso nell'acqua del fiume.
Era rilassante. Si sentiva il rumore dell'acqua espandersi all'interno dell'orecchio, provocando una sensazione di tranquillità.
Amavo sempre di più quel posto.
Se potessi, mi trasferirei li, vivrei solo delle mie risorse, della luminosità delle stelle durante la notte, e del fruscio rilassante dell'acqua.
Amavo notare ogni singolo particolare in qualunque posto andassi, era d'obbligo.
Dopo poco passò un leggero venticello fresco, che mosse liberamente i miei capelli.
Con la pioggia, quel posto era ancora più interessante.
Il cielo grigio che si mescolava al colore delle pietre, le gocce di pioggia che cadevano a capofitto sul fiume..
Era uno dei tanti motivi per cui amavo la pioggia.
Dopo mi sdrai sui sassi, come se formassero un letto.
Era leggermente scomodo, ma sembra che mi massaggiassero la schiena.
Pace.
Finalmente pace.

Aprii nuovamente gli occhi, consapevole di trovarmi ancora nel mio posto magico.
Controllai il telefono.
15.10.
Mi ero riposata così tanto?
Non me ne ero minimamente accorta. Forse era perché ogni volta che andavo al fiume mi sentivo a casa, o forse per tutto quel silenzio.
Sentii una strana sensazione.
Quella sensazione, di nuovo. Come se quel ragazzo fosse qui.
Ti piacerebbe.
No che non mi piacerebbe, era solo che lo sentivo li.
Mi misi seduta e controllai con lo sguardo.
Infatti era li.
Era fottutamente li.
Cosa ci faceva qui? E da quanto tempo era arrivato? Aveva notato la mia presenza?
Ammettilo, ti interessa solo l'ultima domanda.
Ma certo che no.
Aveva lo sguardo fisso sull'acqua, e certe volte osservava il cielo.
All'apparenza, quel ragazzo poteva sembrare uno che aveva tutto nella vita, e che poteva permettersi tutto.
Ma dato che si trovava in quel posto, eliminai subito quell'idea.
Eppure ero convinta del fatto che io e lui fossimo incredibilmente diversi.
Alice, smettila, siete uguali.
No che non lo eravamo, lui avrà dei genitori che lo amavano ogni giorno, un fratello o una sorella perfetti, però aveva quel carattere che rovinava tutto.
Tolsi lo sguardo da lui e mi concentrai sul tempo atmosferico.
Andiamo Alice, ma cosa te ne frega?
Era interessante.
Ma mettiti ad osservare lui.
Oh, fanculo.
Ma quando rivolsi nuovamente il mio sguardo verso la sua direzione, lui non c'era più.
Cosa era? Un mago?
Tanto non sapevo nemmeno il suo nome, non ci saremmo mai parlati.
'È così bello studiarmi?' Disse una voce maschile dietro di me.
Sobbalzai nuovamente.
'È così bello farmi prendere dei colpi?' Dissi al ragazzo dagli occhi verdi.
Fece un risolino e si sedette accanto a me.
'Odio essere fissato' disse, in tono serio.
'Io odio essere importunata' dissi allo stesso modo.
'Ti piaccio così tanto?'
'Che cazzo stai dicendo?' Dissi, guardandolo male.
Alice, è la verità.
Subconscio, sei inutile.
'Non ti hanno insegnato a non fissare gli sconosciuti?'
Stava cercando di farmi infuriare, e ci stava riuscendo.
'Non ti hanno insegnato a fare i cazzi tuoi?'
'C'è qualcosa che ti ho fatto, in particolare, per meritarmi questo comportamento?' Disse, sempre più serio.
'No, solo che odio il fatto che compari dal nulla. È fastidioso'
'Allora che cazzo devo dire io, che mi fissi sempre?' Disse sbraitando.
Okkei, aveva perso la pazienza, come me nei suoi confronti.
'Senti, calmati, tanto nessuno ti fisserà mai' dissi, incrociando i suoi occhi.
E lì mi persi.
Non sapevo più perché mi comportavo in quel modo, e quasi mi pentii della mia frase.
Quello sguardo era così intenso, ma fu interrotto da una spinta che lui mi diede, buttandomi sulle rocce, provocandomi un dolore al fianco destro.
Senza pensare, gli diedi uno schiaffo.
Rimase scioccato dal mio gesto.
Mi guardava con occhi infuriati, mentre si massaggiava la guancia sulla quale lo avevo colpito.
Non doveva toccarmi, diventavo paonazza ogni volta che mi toccavano.
Per questo odiavo i baci sulla guancia, le carezze, ogni cosa che prevedeva un contatto fisico.
La sua spinta era stata il colpo di grazia per farmi esplodere.
Non sapevo se sentirmi in colpa o meno, ma mi aveva provocato, e ne doveva pagare le conseguenze.
Senza troppi giri di parole, mi alzai e me ne andai, senza degnarlo di uno sguardo.
Il mio fianco stava implorando pietà, dato l'urto improvviso con i sassi.
Quel ragazzo era riuscito a rovinare quel posto, il mio posto.
E perché lo osservavo? Perché sentivo la sua presenza? Perché il suo sguardo mi faceva quello strano effetto?
Alice, cosa non capisci del fatto che sei innamorata di lui?
Non lo ero, e non lo sarò mai.
Ma mi sorse un'altra domanda, più spontanea delle altre.
Cos'altro avrebbe rovinato?

My All. ||Stefano Lepri||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora