Capitolo 8

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Finalmente mio fratello ha smesso di piangere.
Siamo ancora abbracciati e ,nonostante non fossimo mai stati affettuosi, in questo momento averlo tra le mie braccia è la cosa più bella che potesse accadermi.

Odio alcuni suoi atteggiamenti,soprattutto quando mi 'minaccia' di raccontare i fatti miei a mia madre,che ovviamente,crede sempre a lui.

Cam alza lo sguardo e mi guarda dritto nelle pupille.
Ha la faccia tutta rossa e gli occhi rossi come mai ne ho visti.

"Grazie" si limita a dirmi. Io accenno un sorriso e mi scanso per fare in modo che possa raccontarmi che cosa gli è passato per la testa.

Rimaniamo seduti a terra ancora per qualche minuto e il silenzio viene rotto da mio fratello stesso.

"Mi conosci e sai benissimo che non è da me piangere,anzi lo odio! Ma non come voi ragazze che avete paura di sbavare il mascara. Lo odio perché mi fa sentire debole e la cosa mi infastidisce molto. Non sopporto non avere il controllo totale sul mio cervello e sui miei occhi,e per di più odio averlo fatto davanti a te. Io sono il fratello maggiore,sono forte.
Comunque grazie per avermi consolato,so che non abbiamo un bel rapporto ma un tuo abbraccio mi serviva,nonostante tutto" dice giocando con i lacci delle scarpe.

Ha ragione lui non è quel tipo di ragazzo che scoppia a piangere davanti agli altri,lo so benissimo e per questo prima sono andata ad abbracciarlo e consolarlo.
La curiosità si fa spazio dentro di me,voglio sapere cosa lo ha reso così vulnerabile.

"Lo so Cam ti conosco,anche se non totalmente. Non mi hai mai dato la possibilità di farlo e questo mi dispiace un sacco.
Vorrei poter sapere cosa ti succede,vorrei entrare a far parte della tua vita,non solo come sorella ma anche come amica.
So che abbiamo un anno di differenza e magari sembra stupido andare a parlare con la propria sorella di tutto,ma anche tu mi conosci e sai che non sono idiota,perciò potrei aiutarti,starti vicino e tutto ciò che è necessario. Sempre se tu me lo permetti" rispondo quasi con le lacrime agli occhi.

Cam mi guarda e sorride,come se aspettasse solo di sentirsi dire quelle parole,dopo poco però la sua espressione cambia e in quel momento senti come di aver detto qualcosa di sbagliato,nel momento sbagliato.

"Vorrei poterlo fare,ma..." Si blocca così,lasciando la frase in sospeso.

"Ma?" Chiedo stupita.

"Ecco ho paura di non poterti sostenere ed aiutare come te fai con me" dice con lo sguardo basso.

"Potremmo provarci comunque,magari non saremo perfetti ascoltatori o consiglieri,ma a volte basta anche solo sapere che una persona è disposta ad ascoltarti,per star bene" rispondo sorridendo.

"Lo so peró..." Comincia a parlare ma lo fermo subito appoggiando dolcemente il palmo della mia mano sulla sua bocca.

"Peró niente, volere è potere no? Me lo dicevi sempre tu" dico.

Lui annuì. "Che ne dici di ricominciare da capo?".

"Per me va benissimo,però dobbiamo mettere in regola due o tre cose" rispondo.

"Okay,dimmi tutto" dice facendomi un sorriso.

"Bene. Non voglio più che racconti le mie cose a mamma a meno che io non sia in pericolo di morte. Non voglio più che mi dici cosa posso o non posso fare e ,nel caso me lo dicessi di nuovo ,vorrei sapere il motivo.
Bho penso sia tutto qui" dico in tono abbastanza sicuro "ah e vorrei che anche tu ti confidassi con me senza farti problemi" concludo così il discorso.

Twisted love (IN PAUSA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora