Faith's pov
Mi alzai di scatto dal letto quando un raggio di sole toccò la mia guancia umida per il sudore causato dal mio solito incubo. Ormai lo sognavo tutte le notti, era un sogno ricorrente, uno di quelli che ti tormentano ogni volta che ti appisoli, uno di quelli che ti scavano una voragine nel petto, uno di quelli di cui non riesci a liberarti. Un incubo. Nel sogno c'ero come sempre io nelle foreste con mio nonno Oliver, lui era più avanti di me, e io gli urlavo di aspettarmi. Io urlavo e urlavo ma lui non si girava. Tutto ad un tratto si girò verso di me. Ma non aveva un'espressione affettuosa, che gli dipingeva sempre il volto quando eravamo insieme, no, questa volta aveva sul viso un'espressione di rabbia, era ferito, deluso, e difatti poco dopo mormorò quelle tre parole che mi tormentano da sette schifosissimi anni.
Guardò a basso, poi di nuovo verso di me.
«Mi hai deluso Faith»mormorò, prima di girarsi e scomparire. L'unica persona che aveva tenuto veramente a me fino all'ultimo, e i quali sentimenti erano stati sempre ricambiati, era svanita un'altra volta, come aveva fatto per le precedenti notti dei precedenti sette anni.
Mi alzai titubante e mi diressi verso il bagno; avevo tanto insistito per farmi costruire questa camera da letto nella cantina e ora le pareti dapprima bianche ora erano dipinte di un verde scuro, il mio colore preferito. Aprii la porta e solo guardandomi allo specchio ricordai che avevo dimenticato i vestiti in camera. Altro lato positivo dell'avere la camera attaccata al bagno: se ti dimenticavi di qualcosa, ci mettevi poco e non dovevi correre per tutta la casa, anche se, nel mio caso, io entro in casa dei miei solo in tre occasioni, ossia per prendere da bere, per uscire a caccia e per prendere l'autobus che mi porta a scuola. Entrai in camera e spalancai l'armadio, prendendo una canotta verde oliva e degli shorts di jeans marroni e, dopo aver recuperato anche l'intimo entrai in bagno, iniziando a spogliarmi e ad accendere l'acqua della doccia per farla riscaldare. Mi legai i capelli che erano cresciuti fino a metà schiena il una crocchia, e poi mi infilai sotto la doccia, permettendo a mille goccioline di acqua calda di scivolarmi lungo il corpo. Avevo sempre amato farmi la doccia, ricordo che da bambina, prima che il nonno venisse a mancare s'intende, aspettavo con ansia che arrivasse l'ora di farmi la doccia, semplicemente amavo rilassarmi sotto quel getto d'acqua così piacevole. Guardai l'orologio che tenevo al polso, segnava le 6:30 a.m. Un'altra cosa che non riuscii mai a capire di me stessa era che mi piaceva alzarmi presto. Insomma, gli altri miei coetanei farebbero di tutto per dormire di più, mentre io ero l'esatto opposto, se qualcuno mi svegliava prima ero felice. Oggi era l'ultimo giorno di vacanze, l'ultimo prima dell'inizio di un nuovo anno scolastico, che avrei passato alle superiori. L'idea non mi entusiasmava chissà quanto, dopotutto, se anche trovassi una ragazza disposta ad essere mia amica, quest'ultima ci rinuncerebbe subito, capirebbe subito, quanto sono fredda e scostante verso le altre persone, quindi come stare sola, ormai ero diventata così, allontanavo tutti. Con questo pensiero uscii dalla doccia, mi asciugai, mi vestii e mi truccai con un filo di fondotinta, correttore e mascara, tanto da essere presentabile.
«Faith!»mi richiamò mia madre dal piano superiore.
«Che palle...»borbottai«Dimmi mamma!»urlai dopo per farmi sentire.
«Faith vuoi venire a fare colazione con noi o te ne porto qui giù?»mi chiese, tuttavia come faceva tutte le mattine. Questa era una delle cose che amavo di quella donna: nonostante per sette anni avessi sempre mangiato qui, nella mia stanza, lei ogni santo giorno mi chiedeva ancora se volessi mangiare di sopra con lei e mio padre.
«Mamma, sai già cosa ti risponderò...»le dissi tenendo la testa bassa mentre uscivo dalla porta del bagno e aprivo la finestra che si affacciava sul cortile di casa per far uscire il vapore.
«Faith, ti prego, sono sette anni che non mangi più con noi, fai colazione di sopra solo una volta, una volta sola, poi ti lascerò fare quello che vuoi.»mi chiese, evidentemente disperata.
«Mamma, io non...»mi interruppe subito, prima che io potessi obbiettare.
«Faith, sei praticamente rinchiusa qui da sette anni, io non ce la faccio più a vederti così, capisco che tu volessi molto bene a tuo nonno, ma è ora di andare avanti»mi disse con tono calmo. Ora sarei scoppiata, volevo solo farle capire che non mi sarei mai separata da quel ricordo, mai mi sarei dimenticata di mio nonno, di quello che aveva sempre fatto per me.
«Mamma sta zitta, tu non hai mai capito e tutt'ora non capisci niente di me, non capisci cosa ho passato quando mi sono vista portare via mio nonno da una malattia, tu non lo hai mai saputo, Morgan, da sette schifosi anni sogno tutte le notti lo stesso incubo e non posso fare niente per impedirlo. E sai qual'è la cosa peggiore? Che l'unico ricordo che mi rimane di lui sia un'oggetto, che con il tempo si potrebbe rovinare, non lasciandomi più niente del nonno.»scoppiai. Erano poche le volte che la chiamavo con il suo vero nome, di solito lo facevo soprattutto perché così la ammutolivo, non so il perché, so solo che funzionava, infatti, dopo avermi guardata degli occhi, fece dietrofront e uscì dalla stanza, dopo aver mormorato un 'non ti riconosco più Faith'. Non so il perché, ma un minuto dopo mi sentii di merda, avevo già capito che quella mattina per distrarmi sarei dovuta andare a caccia, ma non volevo passare da casa dei miei, così presi l'arco e la faretra dal muro, li appoggiai sul letto e indossai le scarpe. Successivamente aprii la finestra posta esattamente sopra il mio letto e cercai di girare la maniglia, che cedette dopo due tentativi. Era ora di andare a caccia.
***
//Spazio autrice\\
Ho appena iniziato la storia, spero vi piaccia, ci ho messo un po' per formulare la trama, e sinceramente ne sono soddisfatta. Poi ovviamente ci sono le persone che stresso per sapere come sono i capitoli, le persone che ti danno sempre una mano e i quali consigli ci sono sempre per te. Grazie lovelymaty non so dove sarei senza di te, ti voglio bene, fanatica di Shadowhunters❤️
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Eremofobia
Teen Fiction"Loro due erano due pezzi rotti, che insieme si incastravano perfettamente."