Capitolo 2

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Era da una settimana che Harry non smetteva di pensare a quegli occhi azzurri che sembravano non voler più uscire dalla sua testa. Non aveva più rivisto Louis da quando aveva accompagnato Niall a fare il suo tatuaggio, ma ogni secondo, ogni giorno, anche nei suoi sogni le immagini di quel ragazzo affollavano i suoi pensieri.
Harry era appena uscito dal negozio, le gocce di pioggia cadevano copiosamente sulle strade di Londra, il cielo era grigio e coperto da grandi nuvole scure, le foglie autunnali cadute dagli alberi si accumulavano ai lati delle strade, le persone camminavano velocemente con gli ombrelli in mano urtandosi tra loro, cercando di raggiungere velocemente la loro macchina od un autobus che stava per partire. Harry camminava senza ombrello fissandosi la punta degli stivaletti, con il cappuccio della giacca tirato su ed i vestiti inzuppati d'acqua. Aveva chiuso lui il negozio, sua madre era tornata a casa prima avendo delle commissioni da svolgere, e quindi, non avendo la macchina, sarebbe dovuto tornare a casa a piedi. Camminava velocemente e, visto che stava guardando verso il basso, non si rese conto di essere andato a sbattere contro una persona.
"Guarda dove vai, idiota!" Disse la persona con cui Harry si era appena scontrato.
"S-scusami non ti avevo visto" si giustificò Harry continuando però a guardare verso il basso.
"Harry?" Disse allora l'altro.
Harry allora finalmente alzò lo sguardo incontrando quegli occhi azzurri a cui aveva pensato tutta la settimana.
"Louis!" Urlò con voce leggermente stridula.
"Scusami per averti urlato contro, non credevo fossi tu" disse Louis
"N-non preoccuparti, é stata colpa mia"
"Harry ma tu sei fradicio, vieni con me, ti do un passaggio fino a casa, okay?"
"O-okay" rispose il più piccolo.
"Seguimi, ho parcheggiato la macchina qui vicino" Disse Louis mentre si voltava riprendendo a camminare. Alla fine della strada girò l'angolo, entrando in un parcheggio con solo alcune macchine parcheggiate.
"Entra" disse aprendo al riccio lo sportello di una macchina grigia.
"Grazie" disse entrando.
"Ti porto a casa mia così potrai asciugarti e cambiarti, altrimenti ti ammalerai. E non accetto un no come risposta" disse il liscio mettendo in moto. Il riccio non obbiettò e si sistemò appoggiato al finestrino guardando di sottecchi il ragazzo che aveva accanto, teneva lo sguardo fisso sulla strada mentre con le mani picchiettava sul volate a ritmo con una canzone alla radio, canticchiando a bassa voce. La voce sottile e delicata di Louis riempiva l'abitacolo, perfettamente intonata.
Ha la voce di un angelo
pensò Harry.
"Ti piace cantare?" Chiese Harry.
Mentalmente intanto si rimproverava per la stupida domanda.
"Si, da piccolo sognavo di diventare un cantante" rispose il più grande.
"Piace anche a me, ma ehm...non canto mai in pubblico" disse timido Harry
"Perché? Scommetto che hai una voce bellissima" disse Louis facendo arrossire Harry. Louis accostò l'auto poco dopo, proprio davanti ad una serie di villette a schiera.
"Siamo arrivati" disse scendendo il liscio, indicando una delle case.
Harry corse su per i gradini che lo separavano dalla porta che Louis stava aprendo per non bagnarsi ancora di più. Il più basso si scostò leggermente dalla porta per far entrare il riccio, la casa non era molto grande ma comunque accogliete, le pareti erano coperte di quadri, disegni e foto. Molte delle foto rappresentavano una famiglia: una madre, un padre, un bambino, e un'altra piccola bambina bionda. Louis fece cenno ad Harry di seguirlo su per le scale. Arrivati al piano superiore, aprì una delle porte. Era la sua camera. Un letto a due piazze stava nel mezzo, davanti c'era una scrivania, a lato una finestra, le pareti scure, a differenza delle altre stanze erano spoglie. Louis aprì l'armadio estraendone dei pantaloni della tuta ed una felpa grigia della Marvel e li porse ad Harry.
"Ecco, questi dovrebbero starti, li c'è il mio bagno, puoi farti una doccia e vestirti, appena hai finito scendi" disse guardando il riccio.
Harry si fece una doccia e si mise i vestiti che gli aveva dato Louis, non erano esattamente della sua taglia, i pantaloni gli arrivavano sopra le caviglie e la felpa gli era leggermente corta, ma sapevano di buono, di casa, di Louis.
Quando scese trovò Louis seduto sul divano, ad imprecare contro la televisione e notò che anche lui si era cambiato.
"Hey Harry, ti va di rimanere qui per cena?
"N-non vorrei disturbarti" balbettò.
"Figurati non mi dai nessun fastidio, anzi se resti mi fai compagnia!"
"Oh, v-va bene allora"
Louis sorrise smagliate, facendo arrossire Harry.
"Allora ordino una pizza"
Disse prendendo in mano il telefono mentre Harry si sedeva sul divano e mandava un messaggio a sua madre per avvisarla.
"La pizza arriverà tra trenta minuti, scegli un film da guardare"
"Hai 'Love Actually'?"
"Ti piace veramente quel genere di film?"
Harry annuì, li adorava, a volte passava serate intere a guardare film romantici con sua sorella Gemma.
"Okay, ma solo perché sei tu!" Disse Louis facendo partire il film e sedendosi vicino ad Harry. Non seguì molto il film perché si era messo ad osservare il ragazzo che aveva accanto, tutto concentrato, per non perdersi neanche una scena di quel film che aveva sicuramente già visto.
Meno di trenta minuti dopo suonò il campanello, il più grande si alzò andando verso la porta e dopo aver pagato il fattorino tornò sul divano, porgendo ad Harry il cartone della pizza. Continuarono a guardare il film anche mentre mangiavano. Harry cercò di concentrarsi sul film anche se gli era difficile avendo quella meraviglia seduta accanto a lui, si voltò alcune volte per guardarlo e notò che anche l'altro ragazzo lo stava guardando, non curandosi del film. Cercò anche di ignorare le scosse elettriche che si diffusero per tutto il suo corpo quando la sua mano toccò quella di Louis per prendere la stessa fetta di pizza; scostò velocemente la mano arrossendo, e non accorgendosi nemmeno che il ragazzo vicino a lui aveva abbassato la testa, sorridendo come un bambino al loro contatto.
"Non capisco come facciano a piacerti questi film!" Disse Louis appena finì il film.
"Io non capisco come facciano a non piacere a te!"
"Sono stupidi, dai Harold come puoi pensare che da qualche parte nel mondo esista l'anima gemella, una persona fatta a posta per te, che tira fuori il meglio di te, che ti amerà ogni giorno come se fosse il primo! É impossibile, l'amore vero é impossibile! Prima o poi le persone se ne vanno sempre!"
"Non puoi saperlo finché non la incontri, l'anima gemella esiste per tutti, bisogna solo trovarla, magari ci vorrà un po', o forse l'hai già trovata. L'amore esiste per tutti e prima o poi arriverà anche per te, Louis." disse Harry guardando Louis negli occhi. Il liscio aveva cominciato ad avvicinarsi al viso del riccio, ma si voltò allontanandosi appena sentì il respiro caldo dell'altro sul suo viso.
L'amore non esiste si ripeté mentalmente Louis, non poteva farsi abbindolare dalle parole di un ragazzino che guarda troppi film, anche se in fondo, anche Louis, sapeva avesse ragione.
"Dai Harold, ti riaccompagno a casa" disse alzandosi e prendendo la sua giacca di jeans e porgendo la sua giacca nera al riccio.
Louis si fece dire l'indirizzo da Harry e poi partirono.
Da quando salirono in macchina, nessuno dei due parlò, ma non era un silenzio imbarazzate, era solo un silenzio ricco di pensieri e riflessioni.
Louis accostò la macchia davanti a casa del riccio, che durante tutto il tragitto non aveva smesso un attimo di guardarlo.
"Okay Harry, siamo arrivati. Buona notte." Disse sorridendogli e scompigliandogli giocosamente i ricci, facendo arrossire Harry.
"Ciao Louis" disse scendendo. Dopo che aprì la porta prima di entrare si voltò di nuovo verso Louis, che gli sorrise, e lo salutò con la mano. Mentre saliva le scale un sorriso involontario affiorò sul suo volto, al pensiero del ragazzo più grande.
Anche Louis continuava a pensare a Harry.
Anche se lo conosceva da poco, si era già reso conto che quel timido ragazzo con degli smeraldi al posto degli occhi ed i morbidi ricci color cioccolato, gli era già entrato sotto la pelle, nelle ossa, e si stava facendo spazio anche per entrare nel suo cuore.
Lo faceva sentire strano e diverso.
E questo non andava bene.
Non aveva mai invitato un ragazzo semi sconosciuto a casa sua, non senza l'intenzione di scoparci.
Louis non aveva intenzione di cambiare, così prese il telefono e chiamò. Dopo pochi squilli il ragazzo dall'altra parte del telefono rispose.
"Hey Tommo!"
"Hey Zay, ci si vede allo Starlight tra venti minuti, voglio divertirmi!"
"D'accordo bro, a dopo!" Disse Zayn riattaccando.
Louis aveva deciso che quella notte avrebbe dimenticato Harry.
O almeno ci avrebbe provato.
Ma non sapeva ancora quello che il destino aveva in mente per loro due.

For your eyes only - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora