Finisco di parlare con Alicia, e sospirando spengo il telefono.
Amo stare per conto mio, passare pomeriggi interi a guardare film romantici o a leggere libri.
Non ho sempre letto.. ho iniziato a leggere da quando la mia vita non era più come le mie aspettative, e quindi avevo deciso che per trovare la mia storia dovevo leggerne tante. Ed eccomi qui ora, leggo quasi un libro al giorno e mi vergogno del fatto che le protagoniste dei libri abbiano una vita sociale più allegra della mia.
Da poco ho iniziato a scrivere, ma ho un brutto carattere e sono terribilmente pigra.. quindi mi accontento di avere una specie di diario segreto ben nascosto, dove sono più le volte che non scrivo che quelle in cui scrivo.
La mia famiglia cena alle 8. Alle 8 tutti devono stare con le gambe sotto il tavolo per mangiare. Mia madre cucina abbastanza bene, ma quella è l'unica cosa di cui io posso veramente vantarmi.
Sono figlia unica, e come tale, mia madre e mio padre fanno attenzione solo a me. Dovrei ritenermi fortunata, dicono le mie amiche. Ma loro non sanno che per mandarmi ad una festa devono conoscere tutto dei genitori di chi la organizza. Un giorno io e le mie amiche stavamo organizzando una gita al mare, di un solo giorno. Per le loro madri non c'erano problemi. Erano felici di non doverle accompagnare, erano felici che le loro figlie andassero con il pullman. Appena l'ho detto a mia madre, lei ha cominciato a sclerare in una maniera assurda. Appena l'ho detto a papà voleva mettermi i punizione solo per il fatto di aver solamente pensato a questa cosa folle.
E niente, i litigi con i miei genitori sono ormai parte integrante della mia vita. Sono abituata a tutto questo ormai. Prima il rapporto con mia madre era diverso. Mi portava per le strade di Los Angeles a fare shopping, mi comprava il gelato, mi portava al parco a correre e a fare i giochi che le bimbe fanno. Come andare sullo scivolo, andare sull'altalena più in alto di chiunque altro. Passavamo i pomeriggi interi a giocare in casa; giocavamo a nascondino, oppure facevamo che io ero la negoziante e vendevo di tutto, e lei faceva la parte di quella che amava il mio negozio e comprava tutto. La cosa che mi rendeva fiera, era che lei si è sempre lasciata fare di tutto da me. La truccavo, le mettevo il rossetto rosso che lei faceva finta di adorare, lei si metteva addirittura con me sul letto a fare le capriole.
Tutto questo ora non c'è più, e la colpa è stata mia.
Beh, è ovvio che quando arrivi alle superiori, vuoi fare bella figura con i tuoi coetanei, quindi non sopporti più la mamma apprensiva che ti da' baci sulla fronte continuamente. Non vuoi più che la tua mammina venga a consolarti mentre piangi per cose più serie rispetto a quelle di molto tempo fa.
Ed ecco che mi ritrovo a cenare in silenzio, ascoltando distrattamente le novità del lavoro di papà e mamma che risponde alle telefonate di lavoro anche quando è a tavola a mangiare.
<<Piccola, com'è andata oggi la scuola? Hai fatto quelle cose che ti ha detto di fare la zia?>>
Uh, la zia. La mamma è completamente succube della zia. Tutto quello che dice Madeleine è un ordine.
<<Non sono piccola e no, non ho fatto quello che mi aveva detto di fare la zia.>>
Lei sbuffa, ma continua a parlare con me.
<<Beh, avresti dovuto. Quante volte ti ho detto che la zia ci tiene a queste cose?>>
Non avrei dovuto fare molto in realtà, avrei solamente dovuto salutare la mia nuova professoressa da parte della zia, e dirle che la aspettava per un tè a casa sua. Ma ovviamente non potevo, perché se la mia classe avesse saputo che la professoressa Jones era un'amica stretta di mia zia, avrebbero pensato che ero raccomandata.. e quella era l'ultima cosa che volevo.
<<E quante volte ti ho ripetuto che non posso dire davanti a tutti che mia zia è molto amica della Jones?>> ribatto acidamente.
<<Ma non capisco dov'è il problema cara. I tuoi compagni hanno un po' di buon senso e possono capire da soli che non è così.>>odio quando fa la mamma apprensiva.
Discutere con lei è tempo perso, perché avrà sempre ragione lei.
<<Va bene, come vuoi tu.>>
Lei sorride soddisfatta, ed io alzo gli occhi al cielo.
Finisco la mia carne e vado in camera, non ce la faccio più.
Mi chiedo come papà e mamma vadano ancora d'accordo dopo tutto questo tempo. Li sento ridere dal salone, sospiro sconfitta e preparo la cartella per domani.
STAI LEGGENDO
Illusione.
RomanceEmilie Camille sente la mancanza di quel che non c'è mai stato. È definita 'intoccabile' dalla società, e per via di questa etichetta ha passato 16 anni della sua vita nell'ombra. Dovrà lottare fra ragione e sentimento, i quali sembra che non vadano...