Ecco cosa puoi aspettarti dal tuo funerale.
Ti stupirai di trovarci così tanta gente. Amici che non vedevi da anni, come Rendy Regan, che in seconda elementare si era trasferito in Colorado. Parenti vicini e lontani, e lontani parenti dei parenti lontani, che riverseranno su di te attenzione, elogi, compassione e affetto. Anche tutti gli altri riverseranno su di te quelle cose. Sarai la star della serata, ma non potrai godertela fino in fondo.
La tua ragazza cercherà di restare da sola con te per un momento, ma dopo tre minuti verrete interrotti da un cugino e sarai costretto a tornare al ricevimento. La tua ragazza sembrerà arrabbiata con te, ma tu saprai che in realtà è solo triste perché stai per morire; perciò le prometterai che dopo il funerale potrete stare un po' da soli, e lo vorrai davvero. Ti chiederai se in quel tempo che passerete da soli riuscirete a chiudere occhio. Ti domanderai se sei destinato a morire vergine. Ti domanderai se sei un bastardo, a pensare al sesso in un momento del genere.
Sarai grato di avere accanto il tuo migliore amico, che ti sostiene senza soffocarti, a differenza delle altre persone che ti circondano. Come previsto vedrai arrivare quasi tutti i tuoi compagni di liceo, e ti sembrerà strano, perché non riuscirai a immaginare un'altra cerimonia a cui avresti invitato letteralmente tutta la scuola. Per un istante ricorderai che tra meno di un mese il tuo migliore amico vivrà la stessa esperienza. Ti dispiacerà per lui. Ti dispiacerà per te stesso. Ogni tanto ti tornerà in mente la lettera minatoria e ti guarderai intorno, paranoico, tentando di capire chi te l'abbia mandata. Cercherai con lo sguardo la sorella maggiore del tuo migliore amico; vorrai vederla ma avrai anche il terrore di vederla, come i risultati di un esame importante che hai sostenuto la settimana scorsa e non hai la minima idea se l'hai passato oppure no.
Ben presto capirai che le conversazioni a quattr'occhi al tuo funerale – o al tuo Commiato, come a molti piace chiamarlo – tendono a essere insoddisfacenti, soprattutto quando coinvolgono Willis Ellis, il peggior fattone della scuola. «Ciao!» «Ciao!» «Mi dispiace, fratello. Mi mancherai.» «Grazie, fratello.» «Facevi sempre le battute in classe.» «Si, grazie, sono contento che sei venuto.» «Si, certo, bello. Come te la passi?» «Oh, bene, direi. Sai, la scuola, gli amici, i preparativi per oggi.» «Si, si, che schifo, che peccato. Ci vai al ballo? Sarà una figata!» «Nah...» «Ah si, già... Scusa, bello.»
Andrai al bagno e, dopo aver fatto pipì, ti guarderai il livido rosso-bluastro sulla coscia e ti accorgerai che si è ingrandito. O no? Non ne sarai sicuro; forse si sta espandendo, forse è solo la tua immaginazione. Alla fine scaccerai quel pensiero per provare a goderti il funerale senza farti venire un attacco di panico. Avrai una bizzarra conversazione con Don Philips, il tizio un po' viscido che organizza i funerali alla Casa del Commiato Philips, a proposito di questioni di carattere pratico relative alla tua bara, finché non lo scaricherai gentilmente ai tuoi genitori, e ti domanderai come un uomo che di mestiere organizza funerali possa essere così privo di tatto.
Dopo i doverosi convenevoli, agli ospiti verrà chiesto di accomodarsi sulle centinaia di sedie nell'enorme salone della Casa del Commiato. Verrai fatto sedere con la tua famiglia al tavolo d'onore in fondo alla pista da ballo e avrà inizio la cerimonia ufficiale. La tua famiglia non è molto religiosa, ma serba nel cuore una certa spiritualità; il servizio verrà condotto da Bert Hemling, un vecchio compagno di università di tuo padre, che oggi è una specie di sacerdote buddista o qualcosa del genere. Bert parlerà di te, dirà che bravo ragazzo eri e racconterà che all'età di cinque anni, per tre o quattro mesi, ti sei portato dietro una melanzana rivestita con abiti di carta colorata, che avevi chiamato Charles. Penserai: Questo è il genere di aneddoti che si racconta al mio funerale? Poi l'atmosfera si farà più malinconica: Bert spiegherà che il tuo corpo muore ma tu no; la tua energia non si dissiperà mai e potresti tornare, anche tra una sola settimana, nel corpo di un coniglio, o di un chipmunk, o di uno scoiattolo (ti chiederai se Bert avesse qualche ragione particolare per limitare le tue possibilità di reincarnazione a tre roditori piuttosto simili tra loro); e pur sapendo che sta parlando di te, faticherai a collegare quei concetti a te stesso: faticherai a credere che di lì a poco quelle idee avranno ancora molta rilevanza. Inoltre faticherai ad accettare l'idea che reincarnarti in un chipmunk sia una bella cosa.
Uno dopo l'altro, gli invitati inizieranno a parlare di te. Ti divertirà ascoltarli, ma non ti riconoscerai appieno in quel ritratto di te. Saprai che questi discorsi sono sempre un po' esagerati, ma sembreranno tutti così sinceri che crederai davvero di aver toccato tutti quei cuori e che verrai Ricordato Per Sempre. E forse sarà così. La tua ragazza parlerà per quinta, e anche se spingerà un po' sul pedale del pathos («Mai in vita mia ho vissuto un lutto di questa portata»), sarai contento che tutti sentano quella ragazza carismatica parlar bene di te.
Al nono o decimo discorso inizierai ad annoiarti, e ti dirai che dovrebbe esserci un limite massimo al numero di discorsi; prende il microfono anche Millie Pfefferkorn, la ragazza dolce e strana che abita vicino a te e che ultimamente vedevi di rado. Se ti sei stufato tu, figuriamoci gli altri. Come risposta a questo pensiero, il tuo migliore amico si alzerà e pronuncerà un discorso che ti sembrerà una ventata d'aria fresca, più simile a uno sketch comico che a un encomio funebre. («Lo sapete che questo ragazzo usa il filo interdentale tutti i giorni? È una cosa che mi ha sempre fatto sentire inferiore.»)
Poi sarà il turno di tuo fratello. Il suo discorso sarà più emozionante di quanto ti aspettavi, ma lascerà comunque molto a desiderare; certe parti saranno di una vaghezza imbarazzante, come se a pronunciarle fosse il postino e non tuo fratello.
Proprio mentre capisci che tra poco tocca a te, per l'autoencomio, i tuoi genitori prenderanno il microfono e ti spezzeranno il cuore. Tuo padre ovviamente manterrà la calma, ma la tua matrigna non riuscirà a mettere due parole in fila, e per la prima volta capirai davvero quanto sarà difficile per loro, e che forse sei tu quello che soffrirà di meno. Ben presto ti ritroverai a singhiozzare, e ti renderai conto che non ti commovevi così da quando ti è morto il cane, cinque anni fa, e tutti piangevate a dirotto, lì dal veterinario, mentre Dash, che era già altrove, riceveva l'iniezione letale di fronte a voi. Ricorderai che all'epoca avevi pensato che la morte di Dash era particolarmente dolorosa perché imprevista. Poiché è molto costoso prevedere la data di morte di un animale, la tua famiglia non aveva la minima idea di quando sarebbe successo. Se avessimo saputo che stava per succedere, ora non saremmo così tristi, avevi pensato. Ma qui, adesso, stai pensando che forse non avrebbe fatto differenza. I tuoi genitori termineranno il discorso dicendo che li hai resi molto orgogliosi, che gli mancherai tantissimo, che eri una persona incredibile, che sono felici di averti conosciuto e sono sicuri che resterai sempre al loro fianco. Ci vorrà tutto il tuo autocontrollo per trattenere il pianto quando capirai che tocca a te.
Ti alzerai, ancora scosso, e andrai al microfono, cercando nella tasca il foglietto con il discorso, e ti accorgerai che non c'è. Non lo troverai neanche nella tasca sinistra, né in quelle posteriori, e solo allora ricorderai chiaramente dove l'hai lasciato: sul comò di camera tua. Ti piazzerai davanti al microfono, vedrai di fronte a te quasi tutte le persone che hai conosciuto nella vita, ti torneranno in mente frammenti del discorso, ti accingerai a parlare.
O almeno, a me è andata così. Magari il tuo funerale sarà diverso.
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Deathdate - Lance Rubin
Roman d'amourDenton Little ha 17 anni e una sola certezza: morirà la notte del ballo di fine anno. Ma - escluso il pessimo tempismo - nulla di strano. Perché il mondo di Denton funziona così: tutti conoscono la data della propria morte, e tutti aspettano il fati...