6//Shawn

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Alle 9 avevo già firmato il contratto, così decisi di recarmi a scuola per iscrivermi.

L'istituto più vicino era a pochi passi da casa mia, non molto grande, ma abbastanza accogliente.
Cercai la presidenza e in poco tempo mi vennero consegnati i fogli con segnati i corsi obbligatori, le varie aule, il mio armadietto, gli orari e tutto il resto. Firmai un modulo e decisi di iniziare a partecipare ai corsi che avevo dopo la pausa di metà mattina, così avrei avuto il tempo di andare a comprare cio' che mi serviva.

Mi diressi all'aula di inglese e appena entrato la prof mi guardò per qualche momento, poi controllò all'interno di una cartellina gialla e mi sorrise.

"Ragazzi lui è nuovo, si chiama Shawn e si è appena iscritto alla nostra scuola."

Detto ciò mi indicò due posti facendomi cenno di scegliere quello che preferivo.
O mi sedevo di fianco ad un ragazzo biondo chiaro, o di fianco ad una ragazza che aveva più capelli che vestiti a coprirle il petto e si atteggiava sorridendomi.

Le altre ragazze già la fulminavano con lo sguardo pieno di invidia, convinte che mi sarei seduto con lei, e questo già mi innervosiva.

Mi sedetti vicino al biondo osservando lo sguardo deluso dell'altra.

"Ben" esordì il tipo al mio fianco, sorrisi appena e mi voltai infastidito per evitare tutte le occhiate apprezzanti della classe, tranne quelle di una ragazza dai capelli scuri lisci che masticava la sua gomma indifferente.

"Lasciale stare, con me sono andate avanti finché non ho finto di essere gay, hanno ripreso quando hanno scoperto che non era affatto vero, ma arrivato il nuovo belloccio di turno mi hanno lasciato in pace."
Disse indicando il ragazzo a fianco della mora.
"Neanche lui sembra apprezzarle più di tanto." Commentai. "No per niente, è un tipo a posto, te lo faccio conoscere dopo." Accennai un si col capo e mi immersi nei miei pensieri.

La mora somigliava molto alle altre, l'ennesima poco vestita che giocava a fare la figa, probabilmente non mi aveva calcolato più di tanto solo perché aveva già qualcuno abbastanza invidiato dalle altre, pensai dando un'occhiata al ragazzo seduto al suo fianco, ma in realtà non sembrava dare tanta importanza neanche a lui.

Finita l'ora Ben mi presentò Josh, da subito mi ispirò simpatia, non mi ero mai fidato troppo e subito delle persone, ma sia lui che Ben sembravano affidabili e sopratutto responsabili. E almeno avevo qualche amico.

***

Una ragazza dalla folta chioma bionda mossa, grande forse la metà di me, corse al tavolo dove ci eravamo seduti io, Josh e Ben, insieme alla mora e ad un'altra ragazza.

Era la rappresentazione della timidezza, quasi non aprì bocca, e subito fu abbracciata da Ben, che ci spiegò essere suo fratello.

Era così piccola in braccio suo, sembrava scomparire.
Tremava impercettibilmente.
"Respira, senti me" le disse Ben, mentre le soffiava sul collo.

In tutta questa scena la mora era fissa sui due, ma era come se in realtà non li stesse guardando.

"Io...i-io" una voce sottile, flebile, rotta dall'inizio di un pianto, fatto sottovoce.
"S-scu...scusate" continuò Sam bagnando la maglia del fratello.
"Va tutto bene, tranquilla, shh" la rassicurò il fratello.

Quando finalmente si calmò Ben la accompagnò fuori e ci disse che sarebbe tornato a casa con lei.

***

Durante le due settimane successive mi ero rimesso al passo con lo studio, avevo cominciato ad uscire con Josh e Ben e tutti i giorni ci sedevamo al tavolo con la mora, che si presentò come Becca, e la sua amica Lea.

Ero entrato a far parte della squadra di basket, e con sorpresa avevo scoperto che anche Becca giocava.

Ben ogni tanto usciva prima per accompagnare a casa sua sorella Sam, così piccola e fragile, mi veniva voglia di stringerla, mi ricordava me quando mamma era morta.
Non sapevo nulla di lei, mi faceva pena, anche se avevo sempre odiato le persone che provano pena per qualcuno.
Avevo voglia di aiutarla ma lei aveva paura di tutti, e non avevo diritto ad avvicinarmi.

Becca la disprezzava, la guardava sempre male, la metteva in soggezione, la faceva sentire peggio probabilmente.

Avevo capito che Becca non era come le altre, certo si vestiva come loro, per mettersi in mostra, ma non ci provava mai con nessuno.
Era fredda. Scontrosa. Distaccata.

Da un lato preferivo che fosse così, piuttosto che usasse voci stridule per abbindolare qualsiasi ragazzo e rovinare la vita a tutte le coppie della scuola come facevano le altre.

Quel giorno Sam arrivò correndo come faceva sempre, stava già piangendo, e tremava visibilmente. Quando arrivò al tavolo era pronta a gettarsi tra le braccia di Ben, ma lui era tornato a casa perché non stava molto bene, e quando si accorse che non c'era si fermò, ci guardò tutti, si colorò di rosso e si girò dirigendosi verso il bagno.

"Ferma" la voce di Becca ci fece girare tutti.

"Siediti qui" continuò.

Sam si girò e vacillando tornò al nostro tavolo, indugiò un attimo e poi si sedette vicino a Becca.
L'aveva fatto perché lo sentiva come un comando, non perché apprezzasse il gesto di Becca, si sentiva solo sottomessa.

Questa la guardò e Sam riprese a tremare, prima di essere accolta tra le braccia di Becca.

Tutti rimanemmo di stucco. L'aveva trattata male da subito, l'aveva presa di mira, e ora la stava aiutando.

Spazio autrice:
Volevo innanzitutto chiedervi cosa ne pensate di questa storia, se è il caso che continui o meno.
Non l'ho chiesto da subito perché volevo aspettare a pubblicare qualche capitolo, comunque fatemi sapere.
Baci.

self esteemDove le storie prendono vita. Scoprilo ora