Grandi cambiamenti.
In tutti.Sam non piangeva quasi più.
Becca veniva a scuola sempre più coperta.
E noi 6 insieme sembravamo un gruppo di amici normali da fuori.Lea era risultata davvero molto simpatica, lei e Ben andavano d'accordo quasi su tutto, Sam si confidava molto di più con tutti noi ed era diventata amica di Becca, che le dava anche una mano con lo studio.
Becca aveva anche smesso di fare la stronza apatica almeno con noi 5, e ci trattava come amici, anche se rimaneva con un carattere impossibile.
Lei e Josh litigavano sempre, ma mai davvero, Sam si fidava di me di giorno in giorno di più e mi trovavo sempre benissimo a passare il tempo con lei.
Per qualcuno che non ci conosceva potevamo sembrare amici da tempo, ma ancora non ci conoscevamo bene a vicenda, e ne eravamo tutti consapevoli.
Ma il tempo serve per un motivo, e noi eravamo decisi a conoscerci con calma, avvicinandoci man mano uno all'altro.
Anche se credo che nessuno ci credesse fino in fondo.Mancavano pochi giorni alle vacanze di Natale ed eravamo seduti in mensa.
"Voi cosa fate per Natale?" Chiese Ben.
"Verranno mio fratello e la sua famiglia, mia mamma sta già impazzendo, è troppo felice di poter avere i nipoti a casa con lei." Disse ridendo Lea immaginandosi la scena."Io andrò da i miei zii con i miei, lì ci raggiungeranno gli altri parenti vari, mi tocca rifarmi tutto il viaggio fino al New Jersey." Rispose infastidito Josh, imitando i suoi parenti facendo ridere tutti quanti.
"Mamma torna a casa e festeggia con noi" disse felice Sam richiamando l'attenzione di suo fratello,
"dici davvero?" Chiese lui sorridendo
Lei annuì convinta, con gli occhi che le brillavano.Gli sguardi si spostarono su me e Becca che non avevamo ancora aperto bocca.
La faccia di Lea diventò preoccupata.
"Non festeggio il Natale" sputò fredda Becca subito prima di uscire.Josh fece per seguirla ma Lea lo fermò subito.
"Passa da lei questa sera, so cos'avete fatto tempo fa perciò passa da lei questa sera, e per favore, non combinare casini. Se vuoi chiederle qualcosa sai come fare, ma ti prego non forzarla."Noi guardavamo lui e Lea e non capivamo a cosa si riferissero, poi tornarono a guardare me.
"Non farò niente per Natale." Conclusi prima che ognuno si avviasse verso la sua classe.
***
Una veloce revisione mentale, nessuno sapeva dove abitavo, ma allora chi aveva suonato.
Aprii la porta e il mio sguardo incontrò quegli occhi azzurro ghiaccio.
"Ehi, ehm, scusa, posso entrare?"
Mi ero dimenticato di averla accompagnata a casa mia una volta.
"Certo, Sam."
Si accomodò sul divano e osservò ogni mio movimento con occhi attenti, come aveva sempre fatto.Le portai un succo e mi sedetti vicino a lei.
"Fra due giorni è Natale, e...e tu hai detto che non farai niente, ecco, questo è un po' triste, così, beh magari potresti...potresti venire da noi, a mia mamma farebbe piacere e sicuramente anche Ben." Gli occhi speranzosi, le mani che si torturavano a vicenda.Le indicai le mie ginocchia con un cenno del capo, lei si sedette incerta, era sempre così timida e non faceva mai la prima mossa, aveva paura di non essere accettata.
"Solo se per tuo fratello va bene" la strinsi e lei cominciò a giocare con i miei capelli.
"Mi piacciono tanto" una frase infantile che suonava così bene detta da lei.
Le accarezzai la schiena e iniziai ad arricciare i suoi capelli tra le dita.Dopo poco eravamo per terra mentre io le solleticavo ogni parte del corpo e lei rideva come una bambina.
Con quella sua risata cristallina e sincera.Dopo aver tentato di cucinare una pizza fatta in casa decidemmo di ordinarne due e di farcele portare per asporto.
Mentre eravamo sotto le coperte a guardare un film sentii Sam fremere
"Io, mh, io ci ho pensato, e credo che tu debba sapere perché mi fido solo di mio fratello, di Becca e ora di te."
Fece un respiro profondo e le passai una mano sopra le spalle.
"Becca mi ha raccontato una storia, ed ho capito quanto ha sofferto, ma non è giusto che io la racconti a te. Però mi sono ricreduta su di lei solo grazie a cio' che mi ha detto.
Quando ero piccola eravamo una famiglia normale, o almeno era quello che credevo.
Non ho un passato traumatico, non sono stata maltrattata ma tutta la mia insicurezza viene da mio padre.
Lui finì in prigione per spaccio, quando uscì si rifece una nuova vita senza di noi.
Non ha mai fatto del male a nessuno in famiglia, ma io ho sempre sentito la sua mancanza, la mancanza di un padre intendo.
Quello geloso quando porti a casa il primo ragazzo.
Quello arrabbiato la prima volta che vomiti in auto per una sbronza.
Quello severo quando prendi un brutto voto a scuola.
Quello preoccupato quando ti succede qualcosa.
Quello triste quando litigate.
Quello fiero quando vinci un premio.
Quello felice quando ti sente cantare una canzone che gli piace.
Ben ha sempre preso il suo posto, e gli devo tutto per questo, ma lui non è un padre, e non è colpa sua, rimarrà mio fratello.
Io ho paura di diventare come mio papà, di essere indifferente alle persone, non lo odio per essersene andato, solo mi manca la sua figura, e per questo sono sempre stata una persona insicura."
Si sedette a cavalcioni sulle mie cosce e abbassò gli occhi.
Non l'aveva mai fatto, non senza che io prima la incitassi.
Era sempre così impacciata e così bella, ancora di più dopo cio' che mi aveva spiegato.Le alzai il mento ed azzerai le distanze tra le nostre labbra.
Le sue si muovevano lente.
Ero il suo primo bacio.
E la cosa non le dispiacque.
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self esteem
Teen FictionVi siete mai chiesti qual'è il punto di vista di quelle ragazze tutte tirate che vengono nominate in ogni libro, solo per dare fastidio alla protagonista? E vi siete mai chiesti come fanno loro, ad innamorarsi di qualcuno? Ma sopratutto, qual'è seco...