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Anya, dominatrice dell'Anarchia, figlia di Sregolatezza e portatrice di caos, si trovava ai bordi di una pista da ballo affollata. Le ballerine erano tutte femmine umane, bellissime e seminude, scelte dai Signori degli Inferi per ogni genere di divertimento notturno.

Erano circondate da volute di fumo che le rendevano irreali, mentre una pioggia di puntini luminosi proveniente da una luce stroboscopica illuminava l'interno del night-club, con un lento movimento circolare. Con la coda dell'occhio, Anya notò un sedere nudo, sodo e immortale, che si muoveva avanti e indietro sopra una donna in estasi.

Il mio genere di festa, pensò con un sorriso malizioso. Anche se non era stata invitata.

Come se qualcuno o qualcosa avrebbe potuto impedirmi di venire, pensò.

I Signori degli Inferi erano bellissimi guerrieri immortali posseduti dai demoni che un tempo risiedevano nel vaso di Pandora. In quel momento, eccitati da alcol e sesso, davano l'addio a Budapest, la città che per centinaia d'anni era stata la loro dimora.

Anya voleva partecipare alla festa. E voleva uno dei guerrieri in particolare.

«Fatemi passare» sussurrò, vincendo la tentazione di gridare Al fuoco! e veder fuggire le umane con urla isteriche in preda al panico. Godiamoci la festa.

Dagli altoparlanti, il ritmo della musica rock, identico a quello del suo cuore, coprì le sue parole e nessuno la sentì. Obbedirono comunque, spinte da una forza per loro incomprensibile.

Si aprì un varco, lentamente... molto lentamente. Finalmente

apparve l'oggetto del suo desiderio.

Rimase senza fiato e fu colta da un brivido. Lucien.

Coperto da meravigliose cicatrici, stoico, posseduto dallo spirito della Morte. Era seduto a un tavolo in fondo: il viso inespressivo guardava Reyes, il suo amico e compagno immortale.

Cosa si stavano dicendo? Se Lucien stava chiedendo al custode del Dolore di procurargli una di quelle donne mortali, il fatto che lei gridasse Al fuoco! sarebbe stata l'ultima delle loro preoccupazioni. A denti stretti, Anya piegò la testa di lato, si concentrò su quei due escludendo tutti i rumori esterni e si mise ad ascoltare.

«... aveva ragione lei. Ho controllato le foto del satellite sul computer di Torin. I templi si stanno davvero innalzando dal mare.» Reyes bevve un sorso di liquore dalla sua fiaschetta d'argento. «Uno è in Grecia e l'altro è a Roma, e se continuano a risalire a questa velocità, domani, in giornata, saranno pronti per essere esplorati.»

«Perché gli umani non ne sanno niente?» Lucien si strofinò con forza la mandibola, com'era sua abitudine. «Paris ha guardato i notiziari, ma non ne hanno fatto parola. Nemmeno un accenno.»

Stupido, pensò Anya, sollevata nello scoprire che l'argomento della conversazione non era il sesso. Sei venuto a sapere dei templi solo perché l'ho voluto io. Nessun altro poteva vederli. C'era riuscita grazie a un trucchetto chiamato caos, che era la sua specialità e che nascondeva i templi agli umani usando le tempeste e, nello stesso tempo, rivelava sufficienti informazioni ai Signori per farli scappare da Budapest.

Anya voleva che Lucien lasciasse Budapest e il suo gioco. Solo per un po'. Un uomo incerto era più facile da controllare.

Reyes sospirò. «Forse i responsabili sono i nuovi dei. Sono quasi convinto che ci odino e vogliano distruggerci, solo perché siamo mezzi demoni.»

Il viso di Lucien rimase inespressivo. «Non ha importanza chi

sia il responsabile. Partiremo domattina, come da programma. Non vedo l'ora di andare a ispezionare uno di quei templi.»

demons kissDove le storie prendono vita. Scoprilo ora