Capitolo IV

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Quella sera due Corpi Celesti si scontrarono.
Provenivano da due angoli lontani di una Galassia distante dalla nostra.
Avevano composizioni totalmente diverse: uno aveva il colore della Luna, era formato da roccia e ghiaccio; l'altro aveva il colore del carbone, era formato da gas, a loro volta racchiusi da uno strato magmatico esterno.
Correvano sempre di più, l'uno contro l'altro, pronti a creare un'enorme esplosione e a distruggersi in un mare di lapilli.
Nel momento in cui si toccarono, ci fu l'inevitabile esplosione, che causò una fitta nube di polvere e gas.
Ma quando la nube si dissolse, si potè intravedere un bellissimo Pianeta, del colore della Luna e del carbone.
I diversi elementi, i diversi colori si erano fusi insieme, legati indissolubilmente.
Nulla avrebbe mai potuto separarli completamente; perché per quanto potenti sarebbero potuti essere lo schianto di un meteorite, l'esplosione di un Pianeta o di una Stella vicina, il pianeta si sarebbe distrutto il mille pezzi; ma neanche un solo granello di polvere sarebbe appartenuto a uno solo dei due Corpi Celesti primordiali.
Ogni pezzo, color Luna e carbone, avrebbe vagato per l'Universo, legato l'uno all'altro, senza potersi mai separare; cercando disperatamente di ricongiungersi con gli altri, rimpiangendo il tempo in cui formavano, insieme, il loro bellissimo Pianeta.

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