Capitolo VIII

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Ma la felicità non dura in eterno.
"Nè felicità nè sofferenza durano per sempre".
Non lo sapevo, io nella felicità eterna ci credevo. L'ho imparato cadendo e facendomi male; talmente male che pensavo di non riuscire più a rialzarmi.
Ma la sofferenza non dura in eterno. Alla fine il dolore si affievolisce, si recuperano le forze e pian piano ci si rialza.
Il modo migliore è non pensare alla ferita, dopo un po' non si sente più. Si rimarginerà da sola, prima che tu te ne accorga.
A volte sparisce e non lascia traccia; ma se fai una brutta caduta rimarrà la cicatrice, che quando guarderai ti farà venire in mente quella brutta caduta e se la sfiorerai sentirai ancora un leggero bruciore.

Lili mi aveva lasciato. Sono caduto, sono rimasto a terra piangendo, mi sono rialzato a fatica, così sono ricaduto ancora, ho strisciato, ho battuto a terra la faccia, mi sono rotto le unghie a furia di graffiare in cemento, infine mi sono tirato su in piedi, traballante e debole ho ricominciato a camminare.

Lili è forse la persona più confusa che io conosca. Ma anche la più stronza.
Vi devo raccontare che cos'è successo? No, preferisco non farlo. Questa non è la mia storia, questa è la vostra.
Quando siete caduti in basso e andavate sempre più giù; quando qualcuno vi ha spinto dentro quel burrone e vi ha voltato le spalle, quando tutto sembrava perduto e invece non lo era.
Guardatevi dentro, guardate cosa si nasconde dietro, guardate cosa c'è sotto.

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