Capitolo 4

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*Ryan*
Sono passate due settimane da quando abbiamo ricevuto quella stupida notizia delle borse di studio. Ed Emma, ovviamente, vuole prenderla! Ho provato di tutto, T U T T O, per convincerla a non farlo, ma niente, è di un testardo assurdo! Pensare che sono 15 cazzo di giorni che le chiedo di vederci, di stare un po' insieme o non so cosa, però lei stava studiando. Che palle, dico! Okey, devi studiare, però se un giorno, UN SOLO GIORNO, ti prendi una pausa e pensi alla tua vita sociale non muori, diamine! E per di più, adesso le sto anche nascondendo una cosa... se gliela dicessi, penso che prima mi ucciderebbe con le sue mani, poi mi farebbe resuscitare ed infine mi lascerebbe all'istante, delusissima. No, non posso dirle che sono ricaduto, sì, insomma, che sono tornato a fare... certe cose. Non mi perdonerebbe mai, ne sono sicuro. Anzi, penso che non vorrebbe più avere a che fare con me, per sempre. Mai più.

Mi manchi, lo sai?

Ma sapete qual è la cosa più brutta di tutte? È che di lei non riesco a farne a meno. È vero, sì, la odio da morire perché in questo periodo praticamente non mi considera... però, se mi arrabbio e la detesto, è perché la amo. E mi manca da morire.

***
Sono passate più di 4 cazzo di ore. Sono le 22 e non ho ancora ricevuto nessun segnale di vita da Emma. Vorrei almeno sapere se la mia ragazza è viva o meno, ecco. Ce l'ho. Ho avuto un'idea.

***
In questo momento penso che se mi vedesse qualcuno, tipo la vicina rompiscatole di casa di Em, penserebbe che io sia un ladro e mi rincorrerebbe con la scopa. Per non parlare del fatto che se il papà di Emma mi beccasse ad intrufolarmi dalla finestra nella camera della figlia... non voglio neanche pensare alle condizioni in cui finirei. I miei pensieri si interrompono e cerco a stento di trattenere una risata quando mi ritrovo davanti Emma, in pigiama, con soltanto un libro tra le mani che a quanto pare dovrebbe essere un'arma di difesa dall'ipotetico ladro, entrato in camera sua. Peccato che, quel "ladro", sono io.
Appena la ragazzina dal pigiamino rosa con un maialino disegnato sopra realizza che davanti a lei c'è il suo ragazzo, posa la sua potentissima arma e mi chiede che cosa diamine ci faccia qui a quest'ora e soprattutto perché le abbia fatto prendere un colpo, entrando di nascosto dalla finestra.
<<Beh, direi che è piuttosto ovvio: ormai sei sempre chiusa qui dentro, l'unico modo per vederti è entrare qui in segreto, a notte fonda>>.
<<Smettila di fare l'idiota e spiegami per quale motivo sei qua, Ryan>>.
<<Ma te l'ho detto! Non ci vediamo più ultimamente ed io non ce la facevo più, avevo bisogno di vederti, tutto qui>> dico, buttandomi sul suo letto, e subito dopo notando tutti quanti i libri sparsi sulla scrivania rosa cipria. <<No, Emma. Non dirmi che stai ancora studiando, per piacere>> mi tiro su e la guardo, pregando che adesso metta via tutto e stia un po' con me, non il contrario.
<<Sì, stavo studiando, perché? Anzi, sarebbe meglio se... se te andassi. Devo finire e poi se se ne accorgessero i miei finiremmo nei guai, molto nei guai>> è in piedi davanti a me, con addosso quel pigiama che la fa sembrare terribilmente sexy, e mi guarda con quell'aria di... di superiorità che mi fa salire il sangue al cervello. Sto per scoppiare e non so se riuscirò a trattenermi dal trattarla come merita una volta per tutte.
<<Emma>> stai calmo, Ryan, stai calmo! <<Come puoi chiedermi di... di andarmene?>> ora sono in piedi anch'io, le braccia tese lungo i fiacchi e gli occhi completamente immersi nei suoi, alla ricerca di almeno un briciolo della ragazza di cui mi sono innamorato.
<<Al massimo, sono io che ti chiedo come puoi esserti intrufolato in casa mia, in camera mia anzi, senza chiedermi niente e senza preavviso anche>> mette le mani sui fianchi e mi fissa, lo sguardo perso nel vuoto, neutro. Non capisco se sta davvero guardando me oppure pensando a ciò che stava studiando poco tempo prima che arrivassi.
<<Non posso crederci, Emma, ma ti senti?! Adesso devo chiedere il permesso per vedere la mia ragazza?! Non so, vuoi anche che prenda un appuntamento con la tua segretaria prima di rivolgerti la parola?! Em, ti rendi conto che non passiamo un po' di tempo insieme da tipo due settimane ormai?! Anzi, sinceramente, a dirla tutta, non so più se sei la mia ragazza adesso>> mi avvio verso la finestra, pronto ad andarmene senza ricevere alcuna risposta, quando sento afferrarmi un braccio. Mi giro e mi ritrovo Em ad un palmo dal naso. È così troppo vicina, che vorrei spegnere immediatamente quella piccola lampada da leggere che emana una leggera luce bianca e... mmh, rimani concentrato, porca vacca.
<<Che cosa vuoi dire, scusa? Stiamo ancora insieme io e te, vero?>> per una volta, la sicurezza che le ho sempre visto negli occhi, vacilla e se non mi sbaglio sento anche una nota di preoccupazione nella sua voce.
<<Se devo essere sincero... non lo so più, Emma>> dico, in un sussurro urlato. Vorrei tanto darle un bacio, stringerla tra le mia braccia e dimenticare tutto quanto. Tutto lo stress, le preoccupazioni, la rabbia, la tristezza, la solitudine di questi giorni, tutto.

Due Cuori, Due Scelte, Due Strade... Ma Soltanto Un Unico FuturoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora