Capitolo 17

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Le settimane passarono veloci.
Decisi di passare tutto il tempo in palestra trascinando con me il povero Ethan.
Con il corpo a corpo oramai ero arrivata al livello del ragazzo ma rimaneva questo piccolissimo problema: non riuscivo a controllare i miei potei.
Ethan continuò a spiegarmi la sua "teoria" delle emozioni ma io puntualmente lo zittivo perché si sbagliava, era sicuramente un'altro il problema.
Con Christian andava meglio, finito il periodo da ragazzina in calore cominciai a pensare al mio comportamento e constatai che mi stavo comportando da scolaretta, me ne ero fatta una ragione. Lui era felicemente fidanzato.
- Aia! Cazzo Kristen, mi hai spaccato il naso! -
- Oddio! Scusa! - dissi subito io distraendoni. Soveapensiero lo avevo colpito al viso con troppa forza.
Il ragazzo agì subito girandosi e bloccandomi le braccia dietro la schiena in una presa serrea.
Mosse la mano e dal pavimento si creò una pianta rampicante che mi bloccò stringendomi al tal punto da togliermi il respiro.
Ethan si avvicinò con la bocca sul mio orecchio.
- E adesso dolcezza? Mai abbassare la guardia - sussurrò provocandomi sensazioni fastidiose e piacevoli allo stesso tempo.
- Forza, sprigiona il fuoco - continuò sempre sussurrando dolce nell'orecchio.
Sentii uno strano calore allo stomaco, sicura però che non si trattasse del fuoco.
Cosa stava succedendo?
Per la prima volta dopo tanto invece di cercare di porre fine alle situazione creatasi me la godei. Precedentemente era successo solo con Christian.
Chiusi gli occhi e mi feci avvolgere dalla voce di Ethan che vibrava dolce nel mio orecchio, sentivo le sue labbra sfiorarmi il lobo provocarmi brividi piacevoli.
Da quei brividi ne scaturì un calore che presto divenne fiamma nella mia mano, costretta al corpo dall'erba. Grazie a quella fiamma mi liberai dall' edera aspettando come al solito di scoppiare ma non successe nulla. La fiamma rimasi lì, nel mio palmo, completamente sotto il mio controllo. Diminuivo la sua forza, la aumentavo, la facevo danzare per poi crearne altre. Poter finalmente controllarlo fu un'emozione unica.
- Bravissima! - Sì congratulò Ethan. Ero tutto merito suo, mi era stato accanto per due settimane nonostante il mio caratteraccio, mi aveva allenata così bene da migliorare di giorno in giorno. Ma, cosa più importante, aveva rispettato il mio silenzio, sempre.
Mi girai verso il ragazzo e lo abbracciai.
Fu così importante per me che le lacrime salirono, il ragazzo ripreso dallo stupore iniziale ricambiò subito l'abbraccio in silenzio.
Prima di lui avevo abbracciato solo Christian e mi sorpresi dal fatto che in quel momento eravamo solo io e lui, nessun'altro.
Sentimmo qualcuno schiarirsi la voce.
Mi girai subito, sciogliendomi dal l'abbraccio, scorgendo un Christian scuro in volto. Cosa voleva?
- Christian! Con un paio di trucchetti sono riuscito a sbloccarla! - disse felice. Trucchetti?
Non so perché ma la cosa mi ferì.
- Bene - rispose lui apatico - Allora vediamo che sai fare - disse in un sorriso malizioso.
- Christian, non ce la faccio più...- cominciai
- Zitta e mettiti in guardia. - quando faceva così era odioso, accettai la sfida senza pensarci un secondo di più sfruttando l'orgoglio.
- Ethan, Gregory ti cerca per sapere dei suoi miglioramenti - ultimamente Gregory era sempre più impaziente, voleva sempre sapere gli sviluppi e la cosa non mi quadrava, ero sicura, ci era rimasto poco tempo e sapevano qualcosa che non volevano dirmi.
- Noi invece andiamo fuori. -

Era la prima volta che mi allenavo fuori dalle mura del castello.
L'aria era frizzante e il sole ci accoglieva.
Arrivammo in una piccola radura contornata da alberi.
- Fammi vedere di cosa sei capace o ti serve avvinghiarti a qualcuno per riuscirci? - disse accendendo le mani di fuoco celeste. Odio. Odio puro.
Feci scorrere in me quel sentimento e con la stessa mossa di Christian feci arrivare il fuoco nei palmi.
Se ne rimase sorpreso non lo diede a vedere. Stronzo.
- Ti ricordo che tu sei innocuo su di me, non serve fare la scenetta -
Di tutta risposta lui sorrise. - Ah sì? -
Mi attaccò sprigionando una palla di fuoco che mi colpì in pieno petto.
Era un attacco debole, creato apposta per non ferirmi, ma bastò a scaraventarmi a terra dolorante.
- Dicevi? - mi scherni.
Rabbia.
Ormai ero in preda alle mie emozioni, stavo perdendo la lucidità.
Mi rialzai subito non pensando al dolore e mi scagliai su si lui. Lui mi tirò altre due fiancate ma con un movimento della mano le feci cambiare di traiettoria poi, diedi un pugno sul terreno, accompagnato da un emissione gutturale per lo sforzo, e le radici degli alberi cominciarono sotto mio comando a bloccare Christian. Prima attorcigliandosi alle gambe, poi agli arti superiori ed infine lo tirai giù bloccandolo a terra. Questa volta vidi sorpresa nel suo sguardo, inutile dire quanto io rimasi soddisfatta.
- Ti fai battere da una novellina? Da te proprio non ne lo aspettavo - dissi scoppiando a ridere non sapendo in che guaio mi sarei cacciata.
Con un ghigno stampato in faccia Christian si strappò letteralmente gli arbusti dagli arti aiutato un po' dalla forza brutale che possedeva e un po' dalla sua abilità. In un battito di ciglia venne davanti a me.
Mi guardava fisso, serio. Prese a camminare ed io indietreggiai ai suoi passi, tenendo testa al suo sguardo.
Ardeva.
Finii di indietreggiare una volta arrivata con la schiena su un albero ma Christian non accennò a fermarsi, continuava a venirmi vicino fino ad aderire il suo corpo al mio.
Mi prese il viso con le mani, stupendomi di tanta delicatezza. Si avvicinò alle mie labbra le quali lo richiamavano da quando lo avevo incontrato. Chiusi gli occhi, sentii il suo respiro, leggermente accelerato, caldo sulle labbra poi, le nostre bocche finalmente si trovarono e unirono.
Sentii il fuoco, vivo, dentro di me, sentii l'erba sotto i nostri piedi schiacciarsi per il peso dei nostri corpi, sentii l'aria tutt'intorno leggera, come fosse una estensione dei miei arti.
Sentii, sentii tutto.

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