Sorrisi nel sonno, girandomi dall'altro lato del letto e abbracciando, fortemente, il mio cuscino azzurro.
Era così soffice, adoravo immergere la mia testa in una superficie così morbida.
Russavo profondamente, non facendo assolutamente caso alla porta, che si era spalancata e ad un odioso martello, finito sulla mia amatissima e preziosissima testa.
Saltai giu dal letto e mi toccai la testa dolorante, seguendo il movimento del bernoccolo che piano piano si stava formando «MAMMA!» strillai, inciampando sulla coperta per terra e sbattendo la faccia.
Ottimo, non poteva andare meglio.
Mia madre entrò, superandomi ed evitando tutto il casino presente in quella stanza con la sua solita macchinina rossa e con Maro immerso nella sua capigliatura.
Prese il suo amatissimo martello, sempre posto sopra la macchinina e se lo rigirò tra le mani, accarezzandolo e abbracciandolo «oh piccolo mio, spero che mia figlia con quella testata non ti abbia fatto male» sbuffai, prendendo la coperta da terra e mettendola sul letto.
Mia madre era sempre così, dava più importanza alle altre cose che alle persone.
Sospirai e fissai la sveglia sul mio comodino, segnava le 8:45 e subito ricaddi a terra «MAMMA È TARDISSIMO! PERCHÉ DIAMINE NON MI HAI SVEGLIATA?» mi legai i capelli in una crocchia disordinata e presi tutto il mio vestiario scolastico dall'armadio, correndo in bagno e ascoltando mia madre urlare.
Aveva posato il suo martello a terra e ora stava ripartendo verso il salotto «beh tesoro, dormire fa bene» mi urlò mentre io uscivo dal bagno e la inseguivo verso il salotto.
Corsi a per di fiato, fin quando non caddi a terra, ma oggi il pavimento era arrabbiato con me?
Mi sfiorai dolorante la caviglia che già da ieri mi doleva e fissai mia madre tornare indietro «Sana tesoro, hai la caviglia più nera del carbone, sei per caso caduta ieri?» mi esaminò attentamente mentre io cercavo di inventarmi ogni scusa possibile, sarebbe stato ingiusto incolparlo senza motivo, la colpa era anche stata mia.
Scossi la testa prontamente ed ero pronta a sparare la più grande assurdità della storia.
La caviglia mi faceva ancora male ma deglutì e chiusi gli occhi, sospirai e feci per parlare ma prontamente venni fermata «glielo dico io, ieri Sana è scivolata e si è fatta male alla caviglia agli studios» Rei venne in mio soccorso, aiutandomi ad alzarmi e rimettendomi dritta.
Lo ringraziai ma abbassai comunque lo sguardo, avevo raccontato una bugia anche a lui e mi ero anche scordata di averla detta «pensavo fosse una cosa da niente ma mi fa male da ieri. Riesco comunque a camminare, devo soltanto cercare di non sforzarmi troppo» conclusi mentre mia madre mi guardava come qualcuno a cui avevano appena raccontato una balla e cercava di crederci, beh insomma, la situazione attuale.
Rei mi prese un toast e me lo lanciò, lo presi al volo e lo maledì in tutte le lingue «ALLORA FILA A SCUOLA, HAI GIÀ FATTO TROPPE ASSENZE» addentai il toast, mettendomi la giacca e precipitandomi fuori, seguita da Rei «Pff, sei senza cuore.»
***
A discapito delle mie previsioni, arrivai a scuola prima del previsto.
Sempre in ritardo ma 15 minuti prima del solito.
A differenza delle scuole medie, i miei nuovi professori del liceo erano una vera e propria palla al piede.
Rei mi lasciò all'entrata, chiusa. Ringhiai silenziosamente e mi guardai intorno, vedendo se qualcuno fosse nei paraggi «oh, per fortuna non c'è nessuno» esclamai ad alta voce, iniziando a saltare, per scavalcare il cancello d'ingresso.
STAI LEGGENDO
Torn ||Sana x Akito||
FanfikceNonostante Sana conosca Akito da anni, non è mai riuscita a capirlo. Eppure, come se fosse una storia già fatta, la vita è tutta da scoprire. Sarà amore o resterà per sempre odio?