Chapter IX- We come back

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La festa di Hisae dopotutto stava procedendo bene, col tempo mi stavo pian piano abituando alla rottura con Akito.

Più che altro i primi giorni erano stati quelli più complicati, nonostante fossero passate appena due settimane, per me quel prendersi una "pausa" era una vita.

Le pause non esistevano, non sono mai esistite e mai esisteranno. Sono solo stupide scuse per spiegare all'altro la mancanza di fiducia reciproca.

Perché la verità, per quanto facesse male, era quella.

Io e Akito eravamo troppo immaturi per fidarci l'uno dell'altro: io avevo sempre dato per scontato il fatto che lui non mi avesse mai lasciata, che sarebbe stato per sempre con me.

Nella mia mente l'idea di Akito con un'altra ragazza non esisteva, per il semplice fatto che entrambi ci prendevamo cura dell'altra fin da piccoli.

Ma per quanto potessimo tenere l'una all'altra, non ci fidavamo ciecamente.

Se io mi fossi realmente fidata di lui, l'avrei lasciato parlare, senza scendere a conclusioni affrettate ma non era stato così.

Avevo deciso di chiudermi in me stessa, di ibernarmi nei miei stessi sentimenti feriti, di non voler ascoltare la sua versione ma solo quella dei miei occhi.

E mi maledivo ogni giorno.

Col tempo, la rabbia aveva dato libero accesso alla disperazione e la disperazione mi aveva portata al rimorso.

Se l'avessi ascoltato, non saremmo stati cosi.

Perché io sapevo, sapevo che Akito fosse l'altra metà della mia mela, non potrei mai vedermi con qualcun altro. E per quanto il mio pensiero possa sembrare disperato, era la pura e semplice verità.

Ognuno conosce i suoi sentimenti, quelli più profondi, lontani da tutto, più intimi.

Il tempo porta la consapevolezza, la consapevolezza porta a prendere visione di quelle che sono le tue emozioni.

Ed io sapevo che Akito era quello giusto per me, lo era sempre stato e sempre lo sarà.

Dopotutto, me lo stava dimostrando anche adesso.

"Finalmente, questa storia va avanti dalle elementari. Tutti a dirvi di mettervi insieme" queste erano le parole che ci ripeteva sempre Tsu, parole che mi fecero sorridere, un pensiero onesto e sincero.

Non ero mai stata sola, i miei amici c'erano sempre stati, così come la mia famiglia, per quanto stramba possa essere.

In realtà, ero una ragazza molto fortunata, solo che non me ne rendevo conto.

Spostai lo sguardo verso la sala, fissando Akito parlare animatamente con Gomi, stava ridendo a crepapelle.

Lo fissai con l'amore negli occhi, in lui vedevo una risata vera e sincera, niente a che vedere con lo sguardo duro e ostile delle elementari.

Quando il suo sguardo si spostò sul mio, mi sorrise, un sorriso vero e sincero.

Mi sentì le guance a fuoco ma non distolsi mai lo sguardo.

Alle elementari eravamo dei semplici bambini ma fu quando lo sfidai che iniziò tutto.

La prima carezza nel gazebo, la prima martellata in testa, il primo bacio.

Alle medie eravamo dei ragazzini ma questo non ci aveva mai allontanati, ci siamo stati sempre l'uno per l'altra. Il primo club di Karate, i primi veri pianti, la paura di perderlo sul serio, il secondo bacio.

Akito era stato tutte le mie prime e seconde volte, non ci sarebbe mai stato nessuno che avesse potuto, in qualche modo, sostituirlo.

Ma adesso era tutto diverso, dovevamo quasi compiere vent'anni, eravamo adulti.

Torn ||Sana x Akito|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora