III

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Sono appena arrivata davanti casa di mio padre. Vorrei scappare e tornare a Roma, ma non posso. Peggiorerei solo la situazione. Suono il campanello. Mi risponde una voce femminile. Come potevo immaginare mio padre ha una fidanzata.
Salgo in casa e trovo mio padre davanti alla porta con un sorriso a 32 denti.

Già non lo sopporto.

P: Ben arrivata.

Cerca di abbracciarmi, ma mi sposto subito.

- Mettiamo in chiaro le cose. Io passo questi due anni qua. Non voglio avere nulla a che fare con te e con quella che credo sia la tua fidanzata. Ho i miei orari, le mie cose da fare e fate finta che non esista. Credo sia abbastanza il fatto che devo stare qua da te e non a Roma con Riccardo.
P: Come vuoi tu, poi non venire a lamentarti che non ti considero. Camera tua è l'ultima porta a destra al secondo piano.

Faccio le scale e mi trovo davanti un lungo corridoio. Lo percorro tutto e apro la porta di camera mia. È una normale stanza rettangolare. Ha un letto matrimoniale, una finestra con davanzale sul quale posso sedermi e osservare il paesaggio, un armadio e una piccola scrivania.
Non ho intenzione di decorare questa stanza. Questa non è casa mia. Sono solo una persona di passaggio.
Metto a posto la mia roba, svuoto le valige, metto a posto i miei libri sulla mensola sopra la scrivania e attacco tre foto. Le uniche che mi sono portata. Una con Riccardo, una con Edoardo mentre andavamo in skate e una con tutto il gruppo. Le attacco sopra al letto. Guardo il telefono, ho una chiamata persa da Riccardo. Sono le 11.30, decido di andare a fare colazione. Chiedo a mio padre un paio i chiavi e esco. Trovo un bar vicino casa e mi siedo su un tavolino.

Chiamo Riccardo. Due squilli e mi risponde.

R: Dimmi che hai preso il treno e stia tornando indietro.
- Mi manchi.

Sospiro e mi accendo una sigaretta.

R: Smettila di fumare, fumi troppo.
- Dimmi che per natale vieni su ti prego.
R: Credo di si.
- Prima in treno ho incontrato Lorenzo, sa tutto.

Siamo stati al telefono due ore, la voglia di riprendere il treno era alta, ma mi sono dovuta trattenere.

- Ricca mi sta chiamando Lorenzo, ci sentiamo stasera su Skype.
R: Ok, buona giornata principessa.

Prima di staccare sento che mi dice a bassa voce "Emma sa tutto."
Immaginavi che fosse accaduto, a Emma dice tutto, figuriamoci, la prima cosa che avrà fatto sarà stata andare da lei a parlarci. Mando un messaggio a Lorenzo dicendogli che non avevo voglia di uscire e mi dirigo alla ricerca di un negozio di strumenti. Lo trovo poco distante da casa di mio padre.
Ho bisogno di sfogarmi con la musica. Vedendo un basso mi chiedo quanti messaggi e quante chiamate avrà fatto Edoardo, ma credo sia meglio per lui dimenticarmi piuttosto che vivere una relazione a distanza.

Mi metto a essere davanti ad un piano, ho studiato piano forte per anni, prima di scegliere di passare ad una cosa completamente diversa come il basso. Non lo suono molto spesso, ma mi aiuta a rilassarmi.

Le mie mani iniziano a toccare i tasti ed un inconfondibile melodia esce fuori.
Chiudo gli occhi e le miei mani scorrono da sole, sembra si siano staccate dal mio corpo.
Mi rilasso.
La mia mente inizia a viaggiare.
Vedo...
... il primo bacio con Edoardo, quello in spiaggia.
... me e Riccardo da piccoli sulle altalene.
... Jacopo che mi insegna ad andare in skate.
... Edoardo con un mazzo di rose nere per il nostro primo mese.
... la prima volta che abbiamo fatto l'amore.
... Emma che ride insieme a me in un prato pieno di margherite.
... Yuri che si incazza con Riccardo perché mi ha trattato male.
... Fra che cerca di tirarmi su di morale.
... una lettera che mi scrisse Edoardo.
... Lorenzo e tutte le sigarette che gli ho rubato.
...le coccole di Edoardo.
... i suoi abbracci.
... i suoi baci.
... i suoi occhi.
... il suo sorriso, il suo profumo.
... Noi davanti al tramonto sul mare.

Una lacrima mi bagna la guancia. Me la asciugo subito e corro fuori dal negozio.

I miss you || Edoardo Incurvati 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora