XI

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Cosa faccio? L'ultima volta che l'ho visto era distrutto per colpa mia. Voglio vederlo, sentire la sua voce, anche solo se mi insulta e mi manda via. Ho bisogno di lui. Passo la mattina da Jacopo.

J: Cosa c'è che non va?
- Mi manca Edo.
J: Vai da lui.
- Ora?
J: Sì, ora. Te lo ordino.
- Ma se poi non è solo a casa? E se mi manda via? E se...
J: Muoviti.

Raccolgo i jeans neri da terra e me li infilo.

J: Comunque devo ammettere che hai sempre avuto un bel culo.

Gli faccio il dito medio, mi annuso la maglietta, una smorfia compare sul mio viso, puzza di alcol e erba, come odore è nauseante. Senza neanche chiederglielo apro l'armadio di Jacopo e cerco una maglietta pulita.

J: La finisci di portarmi via ogni volta qualcosa dall'armadio.

Sorrido e mi spruzzo del profumo che trovo sul tavolo, mi lego i capelli e mi passo le dita sotto gli occhi per levare il mascara colato durante la notte.
Esco di fretta dalla casa del mio migliore amico, spero di aver preso tutto. Merda gli occhiali, torno indietro e lo trovo a metà strada con i miei occhiali in mano. Gli sorrido e scappo via.
I miei passi sono svelti, le mie gambe vanno da sole, ormai sanno le strade a memoria, corro e ho il fiatone. Mi trovo davanti a casa sua. Guardo casa sua per qualche istante, poi trovo il coraggio di suonare. Sto per andare via quando sento aprire la porta.
È qui davanti a me fermo che mi fissa e io faccio lo stesso con lui, passano i minuti e nessuno dei due si muove. Nella mia testa c'è una tale confusione che a mala pena riesco a capire cosa stia succedendo. Sento le gambe che tremano, mi sento mancare l'aria e il mio cuore sta battendo velocemente. Come può una persona farmi tutto questo solo guardandomi? Cerco più volte di dire qualcosa, ma le parole mi rimangono bloccate in gola ed emetto solo versi strani. Edoardo mi continua ad osservare aspettando che io riesca a parlare.

- Ss-sc-scusa.

Non riesco neanche a terminare la parola che mi ritrovo tra le sue braccia che mi stringono come non mai. Mi aggrappo alla sua schiena come se stessi per cadere, nascondo la mia testa tra le pieghe della sua enorme felpa, mi stringo a lui che se non volessi farlo scappare. Inspiro il suo odore, quando mi è mancato. Mi accarezza i capelli, come era solito fare per tranquillizzarmi. Si stacca da me e mi guarda in faccia sorridendo, i suoi occhi si illuminano e in pochi secondi mi ritrovo le sue labbra sulle mie. La passione ci travolge, mi tira di nuovo a sé e mi prende in braccio, chiude la porta con un piede, mi sbatte contro il muro, mi mette le mani sul culo stringendomi, mi porta in camera sua, mi butta sul letto, non staccandosi mai dalle mie labbra, se non per levarsi la felpa. Le nostre lingue si cercano come mai prima di allora, le mani esplorano i corpi l'uno dell'altra, come se fosse la prima volta. Mi riempie il collo di succhiotti e io faccio lo stesso sulle sue clavicole e petto. I nostri vestiti in poco tempo si riversano sul pavimento, i nostri respiri sono affannati e lo diventano ancora di più quando lui entra in me, emetto un grido di piacere. Dopo mesi i nostri corpi sono di nuovo uniti dentro quella casa piena di ricordi.

E: Dio quanto ti amo!

È la prima volta che parla da quando ho suonato quel campanello, sorrido per quello che ha detto. Raggiungiamo l'orgasmo insieme. Si distende accanto a me a riprendere fiato. Sorrido pensando a ciò che è appena successo. Appoggio la testa sul suo petto e inizio a passare le mie dita sul suo addome, facendogli venire la pelle d'oca. Mi accarezza la schiena e poi inizia a contare i miei nei come ha sempre fatto. Mi dà un bacio in testa e sento che prende fiato.

E: Raccontami di Milano.
- È triste.

Annuisce, mi bacia e ci addormentiamo abbracciati. Dopo due ore mi sveglio, Edo sta ancora dormendo, lo osservo per un po'accarezzandogli i capelli, ha il viso così rilassato, vorrei dirgli che rimarrò per sempre, ma ciò non è possibile. Mi alzo cercando di non svegliarlo, cerco un foglio e una penna e inizio a scrivere. Mi rivesto, raccolgo le mie cose, gli lascio un bacio e vado via. Arrivo di corsa a casa di Emma, non ci trovo nessuno, raccolgo velocemente le mie cose e mi dirigo alla stazione dei treni, riuscendo per un pelo a prendere il primo treno che partiva.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 16, 2019 ⏰

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I miss you || Edoardo Incurvati 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora