Capitolo 10.

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Mi sveglio la mattina dopo alle otto puntuali e in un attimo scatto dal letto per preparare la colazione al piano di sotto. Sono affamata e totalmente in preda all'agitazione per il weekend che passerò da sola con Ross.
«TRISTAN ALZATI» urlo poggiando sul tavolo le tazzine piene di caffè. Rimango qualche secondo in silenzio per aspettare una sua risposta che come immaginavo non arriva, così salgo rapidamente le scale ed entro nella sua stanza che si trova proprio accanto alla mia.
«Tristan!» urlo ancora ma lui rimane fermo e immobile sul letto. Mi avvicino in punta di piedi al letto e con un movimento rapido salgo sul suo corpo, proprio come facevo da piccola quando sapevo che mi avrebbe portato a fare una gita.
«Devi alzarti fratellone!» apre delicatamente gli occhi che, leggermente schiusi, incrocia con i miei.
«Che ore sono?» poggia una mano su un mio fianco.
«Le otto e cinque minuti» sorrido invece lui afferra il cuscino e se lo mette in testa.
«Torna a dormire...» la sua voce risulta ovattata dalla stoffa sul suo viso.
«Tristan avanti...devi alzarti...ho il campeggio oggi, non ricordi?» sposta immediatamente il cuscino dal suo viso e rimane a fissarmi con gli occhi spalancati.
«Il campeggio?»
«Sai è quella gita che si fa in un posticino all'aperto....si dorme in una tenda...»
«So cos'è un campeggio, Brooke» rimane a fissarmi dritto negli occhi poi sposta lo sguardo sulla mano poggiata sul mio fianco.
«Che ti prende Tris?» passo una mano sulla sua guancia.
«Nulla Brooke...»
«Non vuoi che vada al campeggio?»
«Non è questo...» scuote la testa.
«Non vuoi che ci vada con Ross, vero?» mi siedo per bene sui suoi addominali.
«No. Smettila di farmi ste domande e spostati che devo alzarmi!» mi urla contro. Si è improvvisamente innervosito, proprio quando ho nominato Ross. Chissà perché. Rimango in silenzio e lentamente mi scanso dal suo corpo per permettergli di alzarsi cosa che faccio anchio subito dopo. Raggiungiamo in silenzio il piano di sotto. Ormai il caffè si sarà freddato, ho fatto male a prepararlo prima conoscendo i tempi di mio fratello ad alzarsi, beh, sembra essere una cosa di famiglia. Prendo la caffettiera che metto di nuovo sul fornello a scaldare. Speriamo sia la volta giusta. Mentre la nostra colazione si cuoce svuoto nel lavandino le tazzine con il caffè ormai freddo.
«Sempre la solita stupida» mi dice Tris che si siede a tavola.
«Tu sempre il solito rompipalle»
«Ma che ti ho fatto?» poggio le tazzine a tavola insieme allo zucchero.
«Dovevi alzarti prima, sei stato tu a far freddare il caffè»
«Signorina, anche tu dovresti alzarti prima quando devi andare a scuola» versa due cucchiaini di zucchero nella tazzina. Boccheggio per cercare di dire qualcosa ma non so proprio come ribattere perciò richiudo la bocca e rimango in silenzio a bere il mio caffè amaro. Appena poggio la tazzina sul tavolo Tristan sbatte una pugno forte abbastanza da far cadere l'ultimo goccio del mio caffè sulla superficie legnosa.
«Mi da fastidio cazzo!» urla all'improvviso. Mi sta spaventando il suo comportamento questa mattina.
«Mi da fastidio sapere che te ne vai via con Ross e che passi insieme a lui due cazzo di giorni»
«Tu sei geloso» mi scappa un sorriso.
«Non è vero» si alza dalla sedia.
«Il tuo problema non è la fiducia verso di Ross ma la gelosia che hai nei miei confronti, Tris» mi alzo anchio e lui abbassa la testa.
«Smettila...» sussurra.
«Tristan...guardami...ho passato la mia intera vita con te e nella maggior parte di essa hai dovuto crescermi ed educarmi. Mi hai sempre protetta e tenuta stretta a te...»
«Devi smetterla...» sussurra ancora.
«Tris, ascoltami, è normale che tu in questo momento sia geloso»
«Non lo sono mai stato, Brooke. Ti ho sempre lasciata andare con tutti i ragazzi che volevi e non mi sono mai fatto problemi ma con Ross, adesso, è diverso»
«Che intendi con diverso?»
«Intendo dire che è Ross il ragazzo davvero giusto per te, Brooke, e ho paura che la cosa andrà avanti e che vi sposerete e che passerete il resto della vostra vita insieme...» si passa le mani fra i capelli.
«Ehi ehi Tristan, smettila, basta...» si sta facendo troppi film mentali che sono impossibili da realizzare dato che Ross ed io non abbiamo nemmeno una relazione.
«Scusa Brooke...» mi accoglie fra le sue braccia.
«È tutto okay» lo stringo forte.
«A me importa la tua felicità, piccola mia ,e so perfettamente che con Ross l'avrai e questo mi porta a pensare al futuro e al fatto che mi lascerai per stare con lui...»
«Io non ti lascerò Tristan, non lo pensare nemmeno capito?» annuisce.
«Ti voglio bene sorellina mia»
«Ti voglio bene anchio fratellone»
Quando lascia andare il mio corpo sorrido e corro al piano di sopra a prepararmi, sono in ritardo, come al solito. Infilo il mio costume preferito e in un attimo scendo al piano inferiore con addosso una t-shirt e un paio di leggins neri.
«Sono le nove meno un quarto e devo ancora prepare da mangiare, Tristan» lui rimane a fissarmi poi afferra la confezione di panini dalla credenza mentre io prendo dal frigo le confezioni e i barattoli utili.
«Ti aiuto così fai prima» sorride. Annuisco e ci mettiamo subito all'opera. Grazie al cielo finiamo giusto qualche minuto prima delle nove così mi affretto ad infilare nella borsa termica tutti i panini pronti e due bottiglie d'acqua. Appena finisco di chiudere la cerniera della borsa qualcuno, Ross, suona ripetutamente il clacson della sua macchina. Guardo Tris per qualche secondo che ammortizza il momento con un sorriso.
«Comportati bene sorellina e soprattutto divertiti» si avvicina a me così lo abbraccio.
«Grazie Tristan» mi stringe forte a sè.
«Ora vai che c'è Ross che ti aspetta» sorrido e corro fuori per raggiungere Ross che mi aspetta nella sua macchina parcheggiata proprio davanti al nostro cancello.
«Buongiorno Brooke!» esclama appena entro nella sua vettura.
«Buongiorno Ross» sorride.
«Sei pronta per questa incredibile avventura?»
«Avanti, è solo un campeggio»
«Passeremo due giorni insieme, da soli, totalmente isolati dal resto della popolazione e tu mi dici che è solo un campeggio?» mi scappa una risatina nel momento in cui afferra le mie mani.
«Si, è solo un campeggio» rimane a fissarmi dritto negli occhi poi avvicina una mano al mio viso per spostare una ciocca di capelli
dietro all'orecchio.
«Passerò questi due giorni con te, Brooke, con la ragazza che amo» afferma tutto contento. Provo a dire qualcosa quando afferra il mio viso e incolla le sue labbra alle mie per far unire i nostri due animi in un intenso bacio.
«Ti amo, Ross...» riesco a sussurrare quando le nostre labbra si sfiorano appena.
«Ti amo anchio, Brooke...» sorrido e Ross torna seduto composto sul suo sedile, mette in moto e finalmente partiamo verso il più bel weekend della mia vita. Dopo diversi minuti di viaggio Ross accosta la macchina sotto ad un albero e mi invita a scendere dalla vettura. Appena chiudo lo sportello rimango imbambolata a fissare il paesaggio. C'è una pineta e davanti un lago, capisco il bisogno di un costume ora.
«È bellissimo qui, Ross»
«Come te» sorrido e lui si avvicina a me per lasciarmi un velocissimo bacio a stampo. Dai sedili posteriori recuperiamo le borse che poggiamo poi sull'erba vicino alla pineta. Mentre Ross scatta qualche foto in giro io mi avvicino alla riva del lago. Vedere l'acqua che scorre mi rilassa e permette al mio cervello di pensare nel migliore dei modi, e questa volta decide di pensare a mio fratello e allo strano comportamento che ha avuto sta mattina.
«Ehi Brooke...» sussurra Ross vicino al mio collo.
«Ehi...» mormoro e abbasso subito la testa.
«Che ti succede Brooke? Qualcosa non va?» sfiora la mia guancia con una mano mentre nell'altra tiene la sua Canon.
«Tutto okay» cerco di sorridere.
«Dovresti allontanare le preoccupazioni, devi passare questi due giorni pensando solo ed esclusivamente a rilassarti, piccola mia» appende la macchinetta fotografica al suo collo.
«Lo farò ma dovrai farlo anche tu» afferra le mie mani.
«Lo farò anchio, te lo prometto» avviciniamo le nostre labbra per un magnifico bacio contornato dal rumore dell'acqua e dal canto degli uccellini.
«Mi aiuti a montare la tenda?» sussurra appena le labbra si allontanano.
«D'accordo» sorrido. Ci avviciniamo di nuovo alle borse dalle quali Ross estrae alcuni pezzi di plastica e un telone nero.
«Sai come si monta, Ross?»
«Oh si, la montavo quando venivo qui con mio padre» incastra i pezzi di plastica che piano piano formano la base della tenda.
«Venivi qui con tutti i tuoi fratelli?»
«No, solo con mio padre»
«Avevate un rapporto speciale voi due, vero?»
«Si, Brooke, è grazie a lui se sono il ragazzo che vedi oggi» si alza di scatto in piedi.
«Beh allora devo ringraziare tuo padre» sorridiamo entrambi. Prende il telone che mette sulla base di plastica con il mio aiuto.
«Questa sarà la nostra camera da letto» indica la tenda che abbiamo appena finito di montare.
«La camera dei miei sogni» sbuffo un po'.
«Guarda, qui vicino c'è un Hotel cinque stelle, ci mettiamo un attimo a prendere una camera per sta notte»
«Smettila stupido» rido e picchio il suo braccio.
«Dicevo sul serio» rimaniamo a guardarci per diversi secondi.
«Sul serio?» muove le labbra come per trattenere una risata che emette poco dopo.
«È un campeggio, piccola, è previsto dormire all'aperto» si avvicina a me con un sorriso.
«Sei uno stronzo, sai?»
«Che ne dici di farti un bel bagnetto con lo stronzo davanti a te?» ride.
«Dico che è un'ottima idea» sorrido.
«Bene» si toglie la maglietta, che infila nella borsa, per rimanere in costume. Io invece devo togliere anche i leggins.
«Andiamo» afferra la mia mano e mi trascina con se fino al lago.
«Mi devo abituare, Ross...» mi fissa poi si tuffa. Mi viene freddo solo a vedere Ross immerso in quest'acqua gelida.
«Dai muoviti, Brooke»
«È fredda» provo a bagnarmi le braccia.
«Ma è caldissima» sorride.
«Stai zitto, è meglio» diversi minuti dopo riesco finalmente ad immergermi in quell'acqua anche troppo limpida per appartenere ad un lago.
«Piccola mia...» sussurra vicino al mio orecchio poi mi prende in braccio così incrocio le gambe dietro alla sua schiena.
«Ti amo...» sussurra ancora poi mi lascia dei baci lungo il collo. Mi scappa un gemito.
«Ross...» mormoro.
«Non sai cosa ti farei qui, ora...»
«No, Ross, in acqua no...» lo allontano dal mio collo.
«Tranquilla, non lo avrei fatto comunque»
«Va bene...» mi abbraccia così mi lascio coccolare e cullare dal ragazzo davanti a me per più di un'ora.
«Sarebbe ora di uscire, Ross...» mormoro carezzando i suoi morbidi capelli biondi.
«Mh...rimaniamo ancora un po'...» mi stringe ancor di più a sè.
«Non hai fame?» si allontana subito dopo le mie parole e senza dire nulla mi lascia andare.
«Forse hai ragione, dobbiamo uscire» sorrido e lo seguo fuori dal lago.
«Dov'è il cibo?» comincia a smuovere tutte le borse vicino alla tenda.
«Fermati, è qui» afferro la giusta borsa ed estraggo due panini.
«Stavo morendo di fame» da un morso.
«Ci servono anche per 'sta sera eh» affermo finendo un tramezzino.
«Tranquilla, ne mangio un altro e basta. Devo mantenere questo fisico» indica i suoi addominali. Sorrido e mi siedo tra le sue gambe poggiando la mia schiena sul suo petto.
«Ti va di riposare un po' nella tenda piccola?» mi dice Ross dopo aver finito il suo panino. Annuisco e mi alzo per mettermi la maglietta ed infilarmi nella tenda. Ross mi segue dentro di essa qualche minuto dopo con delle coperte che sistemiamo per bene per poi sdraiarcici sopra.
«Vieni qui, piccola» afferma indicandomi il suo petto. Lo ascolto e mi sistemo comoda su di lui.
«Ci serviva proprio un weekend così» mormora.
«È quello che penso anchio, Ross»
«Ci rilassiamo fisicamente e mentalmente, piccola mia, e ci facciamo del bene a vicenda» non riesco a rispondere per colpa di uno sbadiglio dopo il quale ne seguono altri.
«Si...Ross...» sussurro e mi addormento sul suo corpo.
«Piccola, svegliati...» vengo svegliata dalla sua voce. Mi stropiccio gli occhi e appena li apro vedo Ross proprio sopra di me intento a fissarmi.
«Buongiorno dormigliona»
«Quanto ho dormito?»
«Ben 5 ore signorina» sorride cosa che faccio anche io.
«Credo di essermi riposata abbastanza»
«Lo credo anchio» sorride di nuovo mentre esce dalla tenda seguito da me. Fuori è quasi buio, c'è la debole luce del sole che illumina il laghetto. È magnifico. Resterei tutta la serata a guardarlo. Ross, nel frattempo, recupera dei legnetti e riesce, con l'aiuto di un accendino prestato gentilmente da mio fratello, ad accendere un fuoco. Passeggio vicino al lago e Ross si avvicina a me con la sua Canon.
«È stupendo» afferma poi scatta foto al lago in ogni angolazione.
«Ti piace fotografare vero?»
«È la mia passione» rimango in silenzio e mi sposto con Ross vicino al fuoco quando ha deciso di smettere con le foto. Ci sediamo sull'erba vicino al fuoco a gustarci i panini e a rivivere dei momenti che abbiamo passato insieme.
«Comincia a fare freddo, Ross»
«Hai ragione, ci conviene entrare nella tenda, almeno staremo al calduccio» sorrido e mi infilo nelle coperte della tenda dove Ross mi abbraccia.
«Piccola mia...» mormora prima di iniziare un lungo bacio. Si sposta su di me per lasciare baci sul mio collo. Un'ondata di calore assale il mio corpo e non sento freddo quando Ross decide di togliermi la maglietta. Mi bacia la clavicola, poi il petto, la pancia, fino ad arrivare all'inguine.
«Ross che vuoi fare?» rido un po'.
«Fai silenzio» mormora. Sfila via i leggins che mi ero messa per il freddo e mi toglie anche il costume che lancia in un angolino della tenda. Apre di scatto le mie gambe e mette la sua faccia tra di esse. Comincia a leccare la mia parte più sensibile accompagnato dai miei gemiti sempre più forti. Afferro la sua testa quando decide di penetrarmi con la lingua.
«Ross...ti prego...» allontana la sua lingua che sostituisce con due sue dita. Le scorre dentro e fuori velocemente, mi fa impazzire.
«Ti piace piccola?»
«Si Daddy» stringo in un pugno le lenzuola accanto a me. Si avvicina con la testa per leccare di nuovo la mia parte sensibile mentre continua a torturarmi con le dita.
«Daddy...ti prego...»
«Vieni piccola» dopo due o tre colpi di lingua riesco a venire urlando il suo nome.
«Daddy...» mormoro scossa. Lui mi bacia tutto il corpo. Parte dall'inguine e arriva al collo passando per tutto l'addome e i seni.
«Ti è piaciuto piccola?» sussurra vicino al mio orecchio.
«Tanto» rispondo di getto. Si sdraia accanto a me mentre mi infilo il costume. Butto l'occhio sui suoi pantaloncini. Si vede perfettamente la sua erezione. Senza che lui mi dica niente, mi avvicino, gli tolgo quei pantaloncini, mi metto comoda e prendo finalmente in mano la sua erezione.
«Dio piccola» geme appena lo prendo in bocca. Riesco a farlo venire nella mia bocca dopo suoi continui gemiti e imprecazioni di piacere. Ci rivestiamo entrambi con una voglia di saltarci addosso incredibile che non possiamo soddisfare dato che il signorino ha dimenticato i preservativi a casa. Ci sdraiamo l'uno vicina all'altra in silenzio cullati dal rumore del vento proveniente dall'esterno che entra, da un buchino del telone, nella tenda.
«Dobbiamo riposare piccola, chiudi gli occhi e dormi»
«Lo faccio se mi abbracci» ride un po' dopo le mie parole poi mi stringe a sè stritolandomi fra le sue braccia.
«Ora dormi?»
«Dormo, stai tranquillo»
«Buonanotte amore mio...» mormora dopo qualche secondo. Spalanco gli occhi che avevo chiuso precedentemente.
«Come mi hai chiamata?» mi giro verso di lui.
«Amore mio» rimango a fissarlo. Lui sorride, sorride e basta. Il sorriso più bello che abbia mai visto. Afferra improvvisamente il mio volto e fa incontrare le nostre labbra.
«Ti amo tanto piccola mia»
«Allora mi ami»
«Molto» sorride vicino alle mie labbra.
«Anchio» sorrido. Mi stringe di nuovo a sè forse anche più di prima e riusciamo finalmente ad addormentarci accoccolati sotto alle coperte.

***

Sento un rumore. Apro gli occhi e mi alzo per uscire fuori senza svegliare Ross. Comincio a camminare vicino agli alberi, ho paura del lago di notte, al buio.
«Brooke Evans!» urla una voce maschile per niente simile a quella di Ross. Mi guardo intorno con paura, ansia, angoscia. Mi ricorda quello che è successo con Riker...non voglio essere violentata ancora...
«Chi c'è?» domando con la voce tremolante.
«Brooke, sono io...» mormora qualcuno proprio vicino al mio orecchio. Quando mi giro incrocio gli occhi con quelli del misterioso ragazzo e rimango senza respiro.
«Cameron...» sussurro.
«Amore mio» tenta di abbracciarmi.
«Non mi chiamare così e non mi toccare, stronzo»
«Mi sei mancata piccola»
«A me tu neanche un po', vattene»
«Ma ci siamo appena ritrovati perché dovrei andarmene?» mi carezza la guancia destra.
«Perché io non ti voglio, bastardo» si avvicina a me e stringe forte le mie braccia per impedirmi di muovermi.
«ROSS» urlo con tutta me stessa.
«Se urli ancora ti riempio di botte fino a farti svenire»
«ROSS AIUTO»
«Zitta troia» mi da uno schiaffo dritto in faccia facendomi cadere a terra.
«FERMATI PERFAVORE» urlo invano mentre mi sfila ogni cosa che ho addosso.
«Ti ho detto che devi fare silenzio puttana» afferma tirandomi un calcio sulla pancia.
«ROSS DOVE SEI?» grido a squarciagola.
«PICCOLA CALMATI» mi dice una voce più vicina.
«ROSS»
«BROOKE CAZZO SONO QUI» continua la voce.
«AIUTAMI ROSS» mi arriva un'altra sberla dritta in faccia che mi fa spalancare gli occhi. Mi guardo attorno, sono nella tenda e c'è Ross che mi guarda con gli occhi sbarrati e i capelli scompigliati.
«Ross...» mormoro aggrappandomi al suo corpo.
«Tranquilla piccola mia, è stato solo un brutto sogno» mi stringe forte a sè e mi bacia la testa mentre con la mano mi carezza la schiena.
«Era troppo reale e brutto Ross» scoppio a piangere fra le sue braccia.
«È tutto finito piccola, ora sei qui con me e nessuno o nient'altro ti farà qualcosa»
«Si Ross, grazie» mi accoccolo su di lui il quale continua a coccolarmi con i suoi baci e le sue carezze.
«Non sai come mi sono sentito a vederti piangere e agitare affianco a me e non poter fare nulla, piccola mia» mi dice stringendomi ulteriormente a sè. Non rispondo, non so cosa dire.
«Vorrei che ti sentissi sicura e protetta al mio fianco perché, piccola, per qualunque cosa io ti aiuterò e ti proteggerò» drizzo la schiena per fissarlo dritto in quei suoi occhi nocciola fantastici che ora sono lucidi e leggermente rossi.
«Ti amo, Ross» affermo e lui si alza di scatto per incollare le sue labbra alle mie. Afferra la mia testa con una mano mentre l'altra la intreccia nella mia. La sua lingua si incontra con la mia quasi subito. Si assaporano a vicenda, si scoprono, si gustano come me e Ross quando facciamo sesso. Dopo diversi minuti freniamo le nostre lingue e allontaniamo le nostre labbra che formano, su entrambi i nostri volti, un sorriso.
«Ti amo anchio, Brooke» afferma poi mi abbraccia togliendomi il respiro.
«Ora è meglio se usciamo di qui che è già giorno» afferna Ross sorridendo. Cavolo credevo fosse ancora notte. Apriamo la tenda ed usciamo fuori. Il sole è ancora un po' nascosto, è l'alba. Ross ha già in mano la sua Canon per fotografare questo paesaggio nelle prime luci mattutine.
«Cazzo che bello» esclama all'improvviso osservando le foto che ha scattato.
«È meraviglioso, Ross» sorride e posa la sua macchinetta. Mi siedo a terra e chiudo per un attimo gli occhi mentre Ross prende dei legnetti per il fuoco di sta sera. La giornata passa velocemente fra scherzi, risate, ricordi, coccole e amore. È stato veramente il weekend più bello della mia vita.

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