Capitolo 11.

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«SHOR DOVE CAZZO SEI» urla qualcuno dal corridoio fuori dalla stanza di Ross. Ieri sera abbiamo deciso di dormire insieme ed eccoci qui a coccolarci sul suo letto.
«Chi è Shor?» mormoro strusciando la faccia sul suo petto.
«È il mio secondo nome, Brooke» mi stringe a sè.
«SHOR SVEGLIATI» continuano ad urlare sbattendo i pugni sulla porta.
«CAZZO UN ATTIMO» risponde lui. Mi bacia sulla fronte e mi allontana per alzarsi.
«Quale dei tuoi fratelli ti chiama col tuo secondo nome?» mi alzo anchio per vestirmi.
«Nessuno dei miei fratelli. È quel coglione di mio cognato» sbuffa mentre abbottona la sua camicia.
«Ellington?»
«Lo conosci?»
«Si, gli sono andata addosso quando abbiamo litigato...» mi siedo sul letto per allacciare le scarpe.
«Si, ora ricordo...» si mette davanti allo specchio per sistemarsi il colletto della camicia.
«Che fine ha fatto Lydia? Non la vedo nemmeno più al corso di inglese» raggiungo Ross davanti allo specchio. Ho dei capelli orrendi sta mattina.
«In giro si dice che abbia cambiato scuola»
«Ah è andata a fare la puttana in un altro istituto» stringo la coda di cavallo. Ride e si allontana per mettersi le scarpe.
«SHOR» urla Ellington facendomi saltare dal posto. Ross in un attimo allaccia le scarpe e si dirige verso la porta che apre rivelandoci la figura di Ellington con un'espressione indecifrabile.
«Oh ciao Brooke» esclama improvvisamente.
«Ciao Ellington» sorrido.
«Allora, cosa cazzo vuoi?» sbotta Ross.
«Te lo rubo un attimo» Ellington afferra Ross per un braccio e lo porta dentro una stanza alla fine del corridoio così mi incammino a passi lenti verso la cucina dove trovo Rydel intenta a prepare un dolce.
«Buongiorno Rydel!» esclamo e lei sobbalza rovesciando lo zucchero sul tavolo.
«Oh cavolo Brooke mi hai spaventata» cerca di raccogliere lo zucchero ridendo.
«Scusa, non era mia intenzione» rido anchio.
«Stai tranquilla, sono io che mi isolo quando preparo dolci»
«Ti piace fare dolci?»
«Beh si, è stata mia madre a tramandarmi questa passione, anche a te piace?»
«Considerando che l'unica cosa che mi ha insegnato mia madre è stata che il lavoro viene prima di tutto, posso dirti che non ho mai fatto un dolce in vita mia» mormoro e lei rimane a fissarmi in silenzio ma dopo diversi secondi riprende a parlare.
«Vieni qui Brooke, assaggia» mi porge un biscotto dall'aspetto invitante. Lo afferro e gli do un morso subito.
«È buonissimo» esclamo sgranocchiandolo.
«È la prima volta che li faccio, me li ha consigliti mia zia»
«Sei bravissima Rydel»
«Nah, tu non sai quante volte mi è capitato di sbagliare gli ingedienti o le dosi per poi fare un disastro» sposta una ciocca di capelli dietro all'orecchio.
«Ma quelli sono errori di distrazione»
«Si, proprio ieri invece di mettere lo zucchero ho messo il sale» ride facendo ridere anche me. Rimango in silenzio a vederla impastare.
«Sai, ieri sera sono entrata nella stanza di Ross e ho visto delle vostre foto appese. Mi sono messa a pensare a voi due e al fatto che siete molto carini insieme e non dico come amici»
«Ma che stai dicendo Rydel! Io e Ross siamo e rimarremo solo amici»
«Dormite anche insieme, Brooke. Non ti passa ogni tanto l'idea di fare altre cose con lui? Di baciarlo?» inforna i biscotti e si mette proprio davanti a me a scrutarmi.

Rydel, si che ci penso! Ogni singolo momento! COMPRENDI!?

«Ehm Rydel...non...»
«BROOKE DOBBIAMO ANDARE A SCUOLA È TARDISSIMO» urla Ross che entra di corsa nella stanza. Grazie al cielo.
«Si si ora andiamo...» mormoro.
«Ciao sorellina» afferma Ross che ruba due biscotti appena sfornati ottenendo un'occhiataccia dalla sorella.
«Ciao ragazzi, buona scuola» sorrido ed esco dalla cucina insieme a Ross. Prendiamo gli zaini e finalmente abbandoniamo la casa per salire in macchina.
«Brooke, ho sentito quello che ti ha detto Rydel» mette subito in moto.
«Ci vede come fidanzati»
«Ti avevo detto che dormire a casa mia sarebbe stato pericoloso»
«Mi dispiace, avrei dovuto ascoltarti» abbasso la testa.
«Tranquilla piccola, dobbiamo solo essere meno intimi davanti alla mia famiglia»
«Ma se gli dicessimo che siamo fidanzati?»
«No, scordatelo»
«Perché no, Ross?»
«Perché noi...non siamo fidanzati» si tortura il pollice con i denti.
«Ah beh certo. Siamo fidanzati quando ti fa comodo»
«Non dire così. Ti ho esplicitamente detto che non voglio avere relazioni»
«Ma ce l'abbiamo una relazione Ross, solo che non vuoi chiamarla tale» rimane in silenzio a guardare la strada.
«Brooke io ti amo. Ma non voglio dirlo alla mia famiglia. Ho paura piccola, per me e per te»
«Perché hai paura Ross? La tua famiglia ti capirà»
«Non ho mai avuto ragazze serie. Devi capirmi, perfavore»
«Ti capisco Ross, più di chiunque altro. So che devi sentirti abbastanza pronto a questo passo. Io aspetterò, anche se sarà difficile apparire semplici amici agli occhi della tua famiglia»
«Sarà difficile, non impossibile» afferma e afferra la mia mano poggiata sul sedile. Appena arriviamo davanti scuola, Ross parcheggia la macchina e ci incamminiamo per raggiungere la nostra classe insieme a tutti gli altri compagni che non ho mai filato dall'inizio di questo carcere. Appena entriamo in aula io mi siedo al mio posto e Ross al suo.
«Oggi vieni da me?» mi chiede intrecciando la sua mano con la mia.
«No, non posso Ross. Mio fratello ha una riunione importante di lavoro e voglio stargli accanto»
«D'accordo, ma magari se riesci a fare presto vieni a casa mia»
«Va bene...» mormoro.
«Ehi Brooke, su cosa interroga oggi la prof?» mi chiede il mio compagno di banco. Guardo prima lui poi Ross che alla parola interroga ha cambiato improvvisamente espressione.
«Sugli ultimi tre capitoli»
«Okay, grazie»
«Di nulla...» mormoro e il ragazzo torna con la testa sul libro.
«Brooke non ho aperto libro» esclama Ross che si mette le mani in faccia.
«Immaginavo» sbuffo.
«C'è stato il campeggio e non ho avuto tempo. Ma come fai tu?»
«Io mi avvantaggio i compiti, cosa che dovresti fare pure tu!»
«Ci sono tante cose che dovrei fare anchio, Brooke» mormora.
«Ragazzi, fate silenzio!» urla quella stronza della prof che fa calare in aula un silenzio inquietante.
«Oggi devo sentire qualcuno per confermare i voti o migliorarli» afferma e prende in mano il registro. Afferro la mano di Ross da sotto al banco.
«Smith e Lloyd, venite» afferma la prof diversi minuti dopo. Mi giro verso di Ross che ha un sorriso, su un volto ancora un po' preoccupato.

«call me Daddy»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora