Quanto tempo che è passato da quando
quell'emozione di felicità si è impossessato in me, così come se non succedesse da una vita intera.
La mia punizione è finita, ho di nuovo il mio cellulare e il completo possesso su esso.
Entro ogni tanto su Facebook, tralascio alcuni messaggi di WhatsApp rispondendo solo a Leslie, non so lei non deve essere tralasciata, è importante e senza di lei non riesco a vivere.
Mia madre ha un atteggiamento strano nei miei confronti, cerca di essere più dolce, ma forse centra qualcosa quella scatola.
Lascio tralasciare questo fatto che mia madre e quella scatola possano c'entrare qualcosa, mio padre è meno rigido anche lui, mio fratello... beh mio fratello è sempre lo stesso un rapporto di amore ed odio.
I giorni passano, la scuola diventa ogni volta sempre piu noiosa, ma ormai ci sto facendo l'abitudine che sia così.
Ma un fatto strano accade sul mio banco, una strana busta con su scritto "per Vanessa" e penso possa essere Leslie, che ogni tanto mi crea queste piccole cose.
"Ciao Vanessa,
Ti prego di non arrabbiarti, ma con grande casualità sono riuscito a trovarti, perché dopo un po' di tempo, ho scoperto che eri in questa scuola."
Metteva di certo un po' di curiosità, e un po' di ansia, non so che succede, chi possa essere questo sconosciuto, che non ha firmato il biglietto.
Leslie accanto a me rilegge piu volte la misteriosa lettera, ma non fa in tempo che il professore della prima ora entra e ci chiede scorbuticamente di metterci ai nostri posti.
Immaginiamo già che la giornata non passerò concentrata a studiare, o ad ascoltare i professori.
La giornata scolastica (finalmente) finisce, e posso tornare in santa pace a scuola, fra risate e cazzate che spara Leslie accanto a me.
Oggi mi sento diversa dal solito, e invito a casa a pranzo la mia migliore amica, e voglio passare del tempo con lei, come non abbiamo piu fatto da tempo, da quando il disastro si impossessava in me.
Tornate a casa, mangiamo, e poi ci mettiamo in camera mia, il mio cellulare squilla per un messaggio in arrivo, lo prende lei, e fù troppo tardi che possa ricordarmi che poteva scrivermi Steve.
<Chi è Steve?> mi chiede curiosa e legge il contenuto del messaggio.
<Nessuno.> rispondo velocemente e cerco di riprendermi il cellulare, ma la sua stretta è forte.
<nessuno? Sei sicura?> mi chiede con curiosità notando che la chat non è piccola, ma abbastanza intensa, e il suo sguardo si illumina.
<È uno che mi scrive> dissi evasiva.
<sembrerebbe simpatico... aspe... ma l'ho già vist-... no però sembrava lui> mi disse lei e cerca di focalizzare al meglio la foto di lui che è sfocata.
<nah, non è possibile, abita lontano, non puoi averlo visto> dissi curiosa e riuscendo a toglierle il cellulare dalla mano.
<di dov'è?> chiede lei, curiosa.
<È di Capri> le rispondo come niente fosse.
<Ah... ma a scuola è arrivato uno che viene da lì> disse lei e non poteva essere lui, o almeno credo...