CAPITOLO 4.

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La neve stava scendendo più rapidamente così mi avviai verso la porta di casa. Entrai e accesi subito il riscaldamento, sperando che partisse velocemente perché stavo morendo di freddo. Decisi di fare una vasca bollente, cercando di rilassarmi il più possibile. 

Mentre la vasca si stava riempiendo, accesi la radio a tutto volume, stappai una bottiglia di vino e me ne versai un bicchiere che finì all'istante così riempì il secondo. Aaah, ne avevo proprio bisogno! Mi spogliai davanti alla specchio, ero un disastro totale: occhi rossi, occhiaie viola, bianca come il latte, ovviamente spettinata e per completare una mano tutta violacea, probabilmente a causa del pugno. Senza pensarci troppo mi immersi nell'acqua bollente e profumata. Avevo scelto il muschio bianco, lo adoravo. Mi accesi una sigaretta, mi avrebbe aiutato a rilassarmi, e chiusi gli occhi. Cosa starà facendo Stefano? Dovrei chiamarlo? Si starà preoccupando? Mi ritornò in mente l'immagine che mi aveva fatto crollare il mondo addosso. No, assolutamente no, non posso ricascarci, il lupo perde il pelo ma non il vizio, devo chiudere con questo stupido capitolo. Quello non era amore condiviso, assolutamente no. Io credevo nell'amore ed ero fiduciosa sul fatto che prima o poi l'avrei trovato, quello vero, quello che ti toglie il respiro, quello ridicolo, sconveniente, della serie "non posso vivere senza te".

Mi svegliai di soprassalto, no accidenti.. mi ero addormentata nella vasca. Quanto tempo era passato? Abbastanza perché l'acqua diventasse fredda. Mi asciugai e misi il pigiamone rosso di pile, il mio preferito, feci due trecce ai capelli perché non avevo proprio voglia di asciugarli. Spensi la radio e, dopo aver cambiato le lenzuola, mi misi finalmente nel letto matrimoniale di mia nonna. Domani avrei sistemato tutto nella mia stanza. Riuscivo ancora a percepire il suo dolce profumo alla vaniglia, questo fece sì che mi addormentassi all'istante, come se fossi cullata dalle sue braccia.

I primi raggi del sole mi svegliarono, ci misi un po' a riconoscere dove fossi, mi sembrava ancora di sognare. Guardai l'ora. Erano le 7.30 . Cavolo era successo veramente! Mi alzai pigramente, era troppo comodo quell'enorme materasso, ci avevamo dormito fino in 6 quando ero più piccola. Adoravo i pigiami party. Già dovrei chiamare Marie, la mia migliore amica, così potrà dirmi tutti i "te l'avevo detto"; secondo lei sbagliavo a partire, non si fidava per niente di Stefano. Se solo l'avessi ascoltata.. l'avrei chiamata più tardi, probabilmente stava ancora dormendo. Era una dormigliona, non l'avrebbero svegliata nemmeno le cannonate!! Mi misi dei jeans scuri e una maglia bianca morbida, mi sfeci le trecce e per la prima volta vennero delle onde perfette! Non avevo nessuna voglia di truccarmi così presi il cappotto e uscì. Se non avessi fatto subito colazione avrei potuto uccidere qualcuno.

Ero una super golosa, della serie che ad ogni pasto lasciavo un po' di posto nel mio stomaco per godermi un dolcino. Era più forte di me, migliorava l'umore e la giornata. Ovviamente non avevo un fisico da modella, avevo le mie curve e la mia pancetta, ma ne andavo fiera, odiavo le anoressiche che andavano avanti a verdura e acqua. Quando potevo facevo esercizio fisico : andando in palestra o facendo lunghe camminate.  Secondo me mangiare è una delle cose più belle del mondo, o no?   Quindi decisi di andare dal mio fornaio di fiducia, mi mancava le pain au chocolat in Italia non era cosi buono!! Appena mi vide Jean-pier abbandonò quello che stava facendo per venire ad abbracciarmi calorosamente. <cherie, sto sognando?> <no Pier, sono proprio io!!> mi sollevò da terra e cominciò a farmi girare per la stanza <Pier non ho più sei anni!!> non riuscivo a smettere di ridere, <non si è mai troppo grandi per questo, pensavo di non rivederti mai più cherie. > <ahaha, anche io!! Ma stai tranquillo sono tornata per restare!!>. Mi rimise sui miei passi e mi offrì le pain au chocolat, <il più buono di tutta Parigi>. Era il migliore amico di mia nonna, infatti ho sempre pensato che tra loro potesse nascere del tenero, invece sono sempre stati solo amici senza mai superare quella sottile linea dove finisce l'amicizia e comincia l'amore. Anche se mia nonna divenne vedova a 40 anni non si risposò mai, le sembrava di tradire suo marito. Era una donna forte, con dei valori, un po'all'antica ma mi mancava da morire.

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