CAPITOLO 5.

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Era vuota, una stanza totalmente vuota! Cosa diavolo era successo qui dentro? Mi ricordavo che mia nonna avesse voluto lasciare tutto come era, con tanto di tavoli, sedie, vetrine, ma non c'era più nemmeno il bancone!! Per non parlare del laboratorio, vuoto. Che abbia cambiato idea senza dirmi niente? Erano rimasti solo gli specchi e il parquet, dovevo ripartire proprio da zero.

Ero veramente disperata, una voragine si stava creando sul mio petto. Avrei dovuto prendere un prestito, i miei risparmi non erano sicuramente sufficienti. Accidenti! Perché non me ne andava bene una? Mi buttai in ginocchio sul pavimento con le mani tra i capelli, alcune lacrime cominciarono a rigarmi il viso, Marie capì subito il mio sconforto e si inginocchiò di fronte a me prendendomi le mani.

< andrà tutto bene, ce la faremo vedrai!> stava cercando di rassicurarmi accarezzandomi una guancia.

<Marie ma devo ricomprare tutto l'arredamento, come faccio? Dovrò prendere un prestito, o forse un mutuo, e se poi non me lo danno? Non ho nemmeno un lavoro!> dissi balbettando, non era sicura di potermela cavare, odiavo le banche, mi rendevano nervosa e li consideravo solo degli strozzini arroganti, per non dire di peggio.

< basterà spiegare la tua situazione,vedrai tutto si risolverà. Dov'è finito tutto il tuo ottimismo? Poi anche io ho qualche risparmio da parte.> mi rispose con sicurezza.

<non posso chiederti questo, e non te lo chiederò..> dissi seriamente guardandola negli occhi. Sapevo che viveva sempre coi suoi genitori e i suoi risparmi erano per la sua futura casa, era il suo sogno e per niente al mondo glielo avrei portato via.

< lo so, ma mi sto offrendo volontaria. Potremmo diventare socie! Ti ricordi il nostro motto? io e te contro tutto il mondo! Magari è ora di progettare il nostro futuro, insieme. Che ne dici?> le si illuminarono gli occhi, come se non aspettasse altro che questa opportunità. Ma ne era veramente sicura? Non volevo rovinare i suoi piani, certo sarei stata entusiasta di aprire un'attività con lei, era un passo troppo grande da fare da sola e con lei mi sarei sentita invincibile, era la mia persona capperi.

< che dico? sarebbe una idea fantastica, ma non voglio obbligarti a fare niente che tu non voglia. Cioè sarebbe un progetto importante che ti occuperà gran parte del tuo tempo, almeno nei primi anni, lo sai vero? Voglio che tu sappia a cosa vai incontro.> le dissi stringendole la mano, volevo essere sicura che ne fosse al corrente.

< ma non mi stai obbligando, fare la commessa non è cosi eccitante come costruire qualcosa di tuo, di nostro. Eddai non pensarci troppo! Ormai ho già deciso, siamo socie sorella!!> mi stava già stringendo la mano, con fare professionale, rimasi senza parole, come farei senza di lei? Mi aveva salvata anche stavolta!

< Marie ti voglio bene.> non c'era altro da aggiungere e l'abbracciai, eravamo sempre inginocchiate, cosi ci alzammo senza staccarci <anche io Francoise> mi rispose stringendomi più forte.

Cominciammo a pensare a qualche cambiamento, dato che dovevamo cominciare da capo perché non rinfrescarlo un po'? mia nonna sarebbe stata sicuramente d'accordo, le piaceva cambiare, ogni anno tingevamo tutte le stanze della nostra casa, e sempre con colori diversi, sembrava di essere in una nuova casa ogni volta, era incredibile! Optammo di tingerla di color panna, con un bel campo di girasoli nella parete in fondo alla stanza, ormai era la nostra firma. Mi piaceva! Decidemmo di inaugurare il giorno del mio compleanno. Mancavano solo due settimane ma eravamo fiduciose di farcela. Cominciava a prendere forma nella mia mente, il giorno dopo saremmo andate a cercare i mobili vedendo così qualche prezzo.

Si era fatto buio, così ci dirigemmo verso la strada di casa, < ma ci pensi, non avrei più un capo a cui dare ascolto!! Siamo libere accidenti, non vedo l'ora di cominciare!> non smetteva di saltellare dalla felicità, ma chi l'avrebbe mai detto?

Come in un sogno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora