Capitolo 9.

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Cercai di ricompormi, mi rimisi le scarpe e andai ad aprire. Rimasi molto delusa quando mi ritrovai davanti agli occhi Filippo. Aveva dimenticato il cellulare, oggetto inseparabile per lui, glielo restituì e lo spedì bruscamente a casa, avevo bisogno di stare sola. Cercai di non far trasparire dal mio viso la malinconia e gli augurai la buonanotte, tanto ci saremmo visti poco dopo.

Non pensai a richiudere la porta perché avevo quasi finito. Stavo terminando di pulire il pavimento, ritornai scalza a saltellare cercando di non pensare. Mi immersi totalmente nella musica, era la voce di John Legend a cullarmi e mi stava trasportando in posti bellissimi. Stava funzionando. Mi fermai per aspettare che fosse tutto asciutto e mi concessi un altro bicchiere di champagne, com'era buono, chiusi gli occhi, stuzzicava le mie papille, adoravo le bollicine.

Silenziosamente due mani mi stavano massaggiando le spalle, pensavo di essere in paradiso, stavo sognando? Eppure era così reale. Aprì gli occhi impaurita e mi voltai di scatto. A pochi centimetri dal mio viso trovai due labbra carnose, ai loro lati due splendide fossette e due occhi penetranti che mi stavano guardando dalla testa ai piedi, nascondevano un pizzico di divertimento o malizia. Era lui, capperi, era venuto per davvero, e mi stava "mangiando" con gli occhi.

Un brivido mi percosse la schiena, avevo la bocca asciutta e non sapevo bene cosa dire. Aspettavo la sua prima mossa, cercando di ricordarmi di respirare. I suoi occhi si incastrarono nei miei, ero totalmente immersa in quel mare verde smeraldo.

<Ciao Francesca.> finalmente parlò, mi era così mancata la sua voce. Può mancare una voce?

<Ciao Harry, lo sai che prima o poi mi farai venire un infarto vero?> sorrisi cercando di non mostrare quanto ero felice di vederlo.

Felice? Stavo esplodendo dalla gioia, il suo sguardo su di me aveva uno strano effetto, strano ma piacevole. Non avevo mai provato niente del genere, era come se fossi un girasole e lui fosse il sole, colui che mi dava energia senza riuscire a smettere di guardarlo ma allo stesso tempo avevo paura di essere bruciata.

< Volevo farti rilassare un po' e poi la porta era aperta. Scusa il ritardo, non ero sicuro di trovarti ancora qui, ma dovevo tentare. E devo dire che ne è valsa la pena. Sei bellissima.> quanto cavolo era seducente la sua voce? Madonnina! Inutile dire che stavo andando a fuoco. Cominciai a sventolarmi con una mano con zero disinvoltura. Dove cavolo era finito il mio autocontrollo? Ero troppo impacciata. Mi aveva definito bellissima.

<Beh grazie, anche tu sei molto elegante. Non trovi sia caldo? Ti va un po'di champagne?> stavo inutilmente cercando di riparare al mio imbarazzo. E lui stava ridendo sotto i baffi.

<Si molto volentieri. Dobbiamo ancora festeggiare.> rispose mentre si accomodava su una sedia, liberandosi del cappotto e delle giacca. Indossava uno smoking, con una camicia bianca, sbottonata, si intravedeva una farfalla sul suo torace, era a dir poco bellissima, molto dettagliata, impossibile non notarla, il suo torace era leggermente abbronzato, liscio, chissà quanto era liscio e muscoloso nello stesso tempo. Ok, stavo esagerando, letteralmente, mi voltai prima che notasse le mie guance rosse. Riempì due bicchieri e mi sedetti di fronte a lui. Cominciai a parlare, per cercare di alleviare il mio imbarazzo.

<è stata una serata fantastica. C'è stato il pienone e sono molto soddisfatta, non mi aspettavo niente del genere. Sono stata tutto il giorno a mangiarmi le unghie dall'ansia. Non riuscivo a stare un secondo ferma sai? Ma è stato un compleanno memorabile, i miei amici mi hanno regalato questo splendido vestito e poi hanno scoperto di essere innamorati l'uno dell'altra non è stupendo? Per non parlare di questo posto, mia nonna ne sarebbe felice..> mi interruppe afferrandomi una mano che stavo agitando da un po' mentre parlavo.

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