CAPITOLO 2

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Tre ore più tardi ci ritroviamo sedute su una panchina lungo il porto, sommerse da pacchetti colorati. Betta è seduta a gambe incrociate, indossa un nuovo paio di occhiali da sole comprati da Pull&Bear, ed è intenta a specchiarsi con la fotocamera interna del telefono. Il vento soffia lieve lungo la passeggiata, scompigliandomi i capelli quel poco da farmi scivolare sulle spalle le lunghe punte dorate.

<Hai detto che quell'edificio li davanti è un centro commerciale?> Betta è insaziabile, potrebbe passare ore e ore dentro i negozi senza esaurire mai le energie <Sì, è il Mare Magnum> Lei sorride e tira fuori il portafoglio

<Ti spiace se facciamo prima una tappa da Starbucks? Ho voglia di un the freddo> le dico

Betta annuisce <Buona idea, io direi che ci meritiamo anche un Frappuccino che dici?! In fondo abbiamo camminato e possiamo permetterci uno strappo alla regola> mi fa l'occhiolino e io le sorrido, mentre mentalmente penso a quante calorie dovrò ingerire da li a poco. Smettila mi ripeto, ma è più forte di me.

Ci avviamo verso la passerella che collega il molo con il grosso shopping centre e puntiamo dritti all'insegna bianca e verde raffigurante una sirena. Dopo aver letto due volte il menù, Betta opta per un frappuccino al caramello e mi costringe ad ordinarne uno alla vaniglia. Il cameriere ci rivolge il suo sorriso migliore mentre ci chiede i nomi e credo stia flirtando con noi, anche se non ne sono così sicura. Mi ritrovo così con un bicchiere trasparente ricolmo di panna e gelato alla vaniglia sormontato da uno sciroppo al cioccolato: solo al pensiero correrei in bagno, ma mi ripeto che non sono più quella persona. Ci dirigiamo verso due poltrone e ci sprofondiamo dentro. Betta tira fuori il telefono e si collega al wifi iniziando a navigare in rete, mentre io cerco di trovare le forze per ingurgitare tutto quel miscuglio.

<Maaaa stasera che facciamo?> Cerco di non pensare a tutto quello zucchero che mi scorre già nel sangue e la guardo negli occhi <Quello che vuoi, davvero, a me va bene tutto>

<Beh potremmo provare quel locale che avevamo visto su internet.. sai quello degli shottini> mi dice quasi implorante. Ripenso a quando in camera sua avevamo fatto la lista di tutti i locali più in di Barcellona.

<Per me è ok> cerco di essere il più convincente possibile. Non mi fa impazzire l'idea di bere, soprattutto visto com'è finita l'ultima volta. Ma è la nostra vacanza, ci siamo solo noi qua, e so qual è il mio limite.

<Sicura? È solo che visto che è più vicino alle ramblas ed è solo la prima sera.. insomma per non andare troppo lontano> mi guarda per cercare di capire cosa penso e per trovare dell'appoggio. Non saprei dirle di no neanche se mi avesse appena chiesto aiuto per sotterrare un cadavere <Certo che va bene Betta, anzi dovremmo già pensare a come vestirci> per un attimo sembra titubare della mia risposta, ma poi capisce che sono sincera e sorride.

<Oh ecco così si ragiona, vediamo un po' se possiamo già mettere qualcosa di quello che abbiamo comprato> e con un solo gesto rovescia tutto il contenuto delle sue borse sul tavolino di fronte a noi. Non si smentisce mai, e mi viene da ridere. Dalle buste colorate fuoriescono dei pantaloncini blu scuro a vita alta, una minigonna nera, una canotta bianca, due magliette e un top in pizzo bianco che ci siamo comprate uguale, dopo essercene innamorate entrambe. Betta segue il mio sguardo fino al top, e afferrandolo tra le mani mi dice <Oh si, tu ti metti questo stasera!> Immediatamente mi immagino vestita così e mi chiedo se non sia troppo per una semplice serata, ma poi ripenso a come mi sono sentita le ultime volte che sono uscita e qualcosa dentro di me si risveglia. <Si direi che ci può stare> ammicco <ma niente minigonna, credo che sceglierò un semplice paio di shorts> Lei non sembra concordare ma evita di ribattere e annuisce.

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