Un gelato e molte risate dopo siamo di nuovo sulla metro in direzione del loro appartamento. Abbiamo parlato tutto il tempo, senza dare modo ai fantasmi di questa serata di rovinarci. Senza dare voce alle paure del domani. Marco rideva di gusto, Betta aveva le lacrime agli occhi e a Matteo non la finiva di sorridere. E io, io ero felice, dopo un mese passato a chiedermi se ce l'avrei fatta di nuovo. Le porte del vagone si aprono e noi scendiamo, uniti come sempre, risalendo le scale e ritrovandoci all'aria aperta. È una notte stranamente tranquilla, il cielo è limpido e si intravedono diverse stelle tra i tetti dei vari palazzi. La luna è esattamente a metà, come se aspettasse di essere completata, di trovare anche lei l'anima gemella. Stringo la mano di quella che è la mia, e lei ricambia con tutta la sua forza. Posa quei due universi neri che si ritrova al posto degli occhi su di me mentre saliamo le cinque rampe di scale a piedi. <Ma i vostri coinquilini non ci sono?> domando scordandomi che in casa sono in quattro <Si, ma per stanotte dormiranno fuori> dice facendo l'occhiolino a Matte. Rido e Betta alza gli occhi al cielo <Uomini!> esclama lasciandosi scappare una risata. Una volta entrati Marco mi conduce nella sua stanza, il suo sguardo guizza da me alla borsa sulla sedia <Si scusami, prima siamo passate di qui per posare la roba e Matte mi ha detto che potevo..> lascio la frase a metà perché lui mi interrompe baciandomi dolcemente <Sono contento che tu sia qui> ammette attirandomi ancora di più a sé <Anche io, non potevo non vederti> sussurro senza smettere di baciarlo. I nostri respiri accelerano così come i nostri battiti cardiaci. Se ci misurassero ora il polso risulteremmo decisamente sotto sforzo. Indietreggia fino al letto lasciandosi ricadere e portandomi giù con sé. È un'immagine buffa, sia che si tratti di amore che di sofferenza siamo pronti a soccombere entrambi. A cadere insieme. Le sue braccia mi avvolgono alla perfezione e il suo corpo mi accoglie meglio di qualsiasi altra coperta <Mi mancava tutto di te, tutto> ansima infilando una mano sotto l'orlo del mio vestito. Lo guardo con gli occhi pieni di desiderio mentre cerco di sbottonargli la camicia. Bianca, innocente come al solito, ma non come lui <Dico davvero piccola, il tuo corpo, la tua pelle, ogni tua parte, mi fa uscire matto> parla più del solito mentre ricopre con i suoi baci ogni centimetro del mio corpo. Il vestito ricade sul pavimento insieme ai suoi pantaloni e a tutte le mie insicurezze. Solo Marco mi ha davvero vista per ciò che sono, che ho paura di essere, e che temo di diventare. Solo lui ha capito come vale la pena vivermi e farmi vivere. Fa scivolare un braccio intorno alla mia vita mettendosi sopra di me. Il suo corpo mi sovrasta, mi nasconde, come se dovesse proteggermi dal resto del mondo. La sua mano armeggia nel cassetto del comodino affianco al letto finché ne estrae un preservativo. I miei occhi cercano la porta, chiusa, e lui sembra capire <Tranquilla piccola, non ci disturberanno> sorride e io arrossisco <E non credo neanche ci sentiranno visto che saranno impegnati proprio come noi> aggiunge divertito. Cerco di trattenere una risata e di concentrarmi sui lineamenti del suo viso. I capelli sono un po' più lunghi rispetto a quest'estate, la barba è più folta. Memorizzo ogni dettaglio, chiedendomi quante cose ancora non conosco dell'uomo che amo. Con quante abitudini dovrò ancora avere a che fare, quanti mostri dovremo combattere insieme. Come al solito mi lascia senza parole, senza respiro, entrando dentro di me e dando un senso a ciò che sono. Le nostre mani esplorano il continente dell'altro, le nostre bocche si sono già trovate e non hanno intenzioni di separarsi. Balliamo a ritmo delle nostre emozioni, mentre i nostri corpi si dissolvono dando vita a una magia solo nostra. Vorrei immortalare anche questo momento, ma so che poi dovrei censurarlo per evitare di condividerlo con il resto del mondo. Lui è mio, e io sono sua, da quando non lo so. Forse dal primo giorno che l'ho visto, o da ieri, o da adesso. Forse lo sarò ancora domani, forse no. I suoi occhi mi costringono a guardarlo quando entrambi esplodiamo prima di tornare alla realtà. Finalmente capisco perché Marco insista per vivere così, senza pensare al dopo. Non c'è cosa più belle che essere consapevole dello scorrere dei secondi, soprattutto se puoi sentirli sulla tua pelle, a contatto con quella di chi ami. <Ti amo> sussurro una volta che lui è ricaduto al mio fianco <Non mi abituerò mai a sentirtelo dire> mi prende il viso fra le mani, ma questa volta non piango. Questa volta io resto, questa volta lo amo <E io non smetterò mai di dirtelo> chiude gli occhi e sostituisce le parole con un abbraccio, entrambi siamo consapevoli che la cosa gli riesce meglio. Non so se lui già mi ami, o se lo farà mai. Una parte di me si chiede come può non farlo dopo tutto quello che dice e che fa, dopo che per una litigata fa a pugni con se stesso. Ma so che ha bisogno di accettarlo, di ammetterlo a se stesso, e il giorno in cui deciderà di farlo, so che mi amerà con tutto l'amore possibile. Il suo petto si alza a ritmo del suo respiro che si fa sempre più regolare <Dormi?> sussurro notando i suoi occhi ancora chiusi. Scuote la testa senza aprirli, poi mi posa le labbra sulla fronte <Sto solo immaginando di addormentarmi così ogni sera, e la cosa non mi dispiacerebbe affatto> sorride e torna finalmente a guardarmi. Ricambio e lo bacio con passione <Sarebbe sicuramente tutto più facile se fossimo nella stessa città> aggiungo rimettendomi a sedere. Annuisce ma lascia comunque cadere il discorso, ed è meglio così, per stanotte abbiamo bruciato abbastanza tappe e non è il caso di dargli un motivo per riprendere a fuggire. Fa passare un dito sulla mia schiena nuda e in un attimo ricordo di non avere niente da mettere, mi volto imbarazzata abbozzando un sorriso <Emh, ci credi se ti dico che non ho il pigiama?> ghigna e posa lo sguardo sul mio seno <Per me non è un problema se vuoi dormire solo con quelle addosso> indica le mie mutande di pizzo nero <Certo, dormire sarebbe davvero difficile> mi afferra per il polso e mi trascina di nuovo giù, annullando i confini che separavano le nostre labbra. Mi bacia con dolcezza accarezzandomi la guancia, risvegliando il fuoco che aveva smesso di ardere poco fa <Okay okay aspetta> dico cercando di mantenere il controllo. Mi guarda divertito con il suo solito sguardo malizioso <Tranquilla Saetta, anche io ho bisogno di riprendermi prima del prossimo round> sbuffo per la sua arroganza e lui mi schiocca un rapido bacio sulla guancia. Si alza rinfilandosi i boxer e apre un cassetto dell'armadio proprio a fianco della libreria. Ero talmente assorta dai libri che non l'avevo notato prima. Estrae una maglietta nera e una bianca e le lancia sul letto <Prendi quella che vuoi, io metterò l'altra> sono opposte proprio come noi, come il giorno e la notte, l'innocenza e la perversione, Ludovica e Marco. I miei occhi si posano sui suoi bicipiti, ancora una volta, per poi tornare sulla t-shirt nera. Lo voglio bello e dannato in fondo, esattamente come lui. Afferro quella bianca e me la infilo, mi arriva poco sotto il sedere e il suo sguardo si illumina <Sei terribilmente sexy> mormora facendo lo stesso con quella nera. Mi alzo in piedi e lo raggiungo sentendomi davvero sensuale <Merito tuo> lo canzono divertita passandogli le braccia intorno al collo. Scuote la testa sorridendo <No Ludo, hai gli occhi da bambina e il corpo di una donna. Mi fai quasi paura> la sua confessione mi incuriosisce e sono tentata a chiedergli di più ma so di non doverlo interrogare troppo sui suoi sentimenti. Li fa venire a galla quando sente di doverlo fare, quando è impossibile continuare a reprimerli. Mi volto verso lo scaffale stracolmo di libri e faccio scivolare un dito lungo il dorso di quelle copertine <Sono tutti tuoi?> domando <Non tutti, alcuni si> dice tornando verso il letto. La mia attenzione ricade su un classico che avevo notato anche prima. Prendo fra le mani il libro e lo sfoglio riportando alla mente la storia che racconta <Hai letto Cime Tempestose?> annuisco senza staccare gli occhi da quelle pagine <è uno dei miei preferiti> ammetto riponendolo fra Anna Karenina e Le notti bianche <Tu?> mi siedo affianco a lui <Si, anche se più che la storia mi ha colpito un episodio in particolare> cerco di immaginarmelo mentre entra nella vita di Heatcliff e Catherine, mentre condivide la loro tragica storia d'amore <E cioè?> chiedo sempre più curiosa. Guarda fuori dalla finestra prima di riprendere a parlare <Hai presente quando lui scappa e torna dopo tre anni?> annuisco <Te lo immagini andare via senza dire niente a nessuno? Rifarsi una vita?> nelle sue parole c'è lo stesso desiderio di fuga. Ripenso all'anno passato, a come più volte avessi desiderato prendere un treno e partire. Ricominciare ovunque, senza nessun legame che mi tenesse ancorata al passato <è una cosa che fai quando non hai più niente da perdere, quando anche l'ultimo filo che ti tiene legato si rompe> ha lo sguardo fisso di fronte a sé <Il punto è che quando vivi in funzione di una persona, e sai di esserne in qualche modo dipendente, poco importa del resto. Heatcliff parte perché non può vivere con lei e non avrebbe senso farlo senza, non li almeno. Sarebbe comunque un suicidio, su tutti i fronti> continuo, sapendo di aver dato voce ai miei sentimenti <Il problema è tornare indietro, poi> ribatte assecondandomi <Lui torna, e le cose sono cambiate. Avrà anche trovato se stesso, ma non ha ottenuto ciò che vuole. Non ti manda in bestia questo?> non si era mai aperto così tanto con me, e la cosa mi piace. Sto scoprendo un lato di lui che non sapevo potesse esistere <Lo so, e forse ha anche rimpianto il fatto di essersene andato. Ma tanto fosse rimasto sarebbe stata la stessa cosa. Era una storia impossibilitata ad esistere, anche solo nei libri> ammetto con un velo di tristezza nella voce. Ricordo le lacrime che ho versato per Catherine, per il fatto che non potesse vivere il suo amore per Heatcliff come avrebbe voluto, come avrebbe dovuto. La sua mano si posa sulla mia <Tu lo faresti?> non so più se si riferisce al libro, alla mia storia, o alla nostra <Se le cose fossero diverse ad oggi, e ne avessi il coraggio, credo di si. Non pensi mai che se avessi preso delle scelte diverse ora non saresti qui? Che ci possa essere un posto migliore per te, in cui studiare, vivere, in maniera completamente diversa? Il fatto è che se davvero la facessi, credo non dovrei guardarmi indietro, non dovrei tornare. Vorrei credermi abbastanza forte da avere un finale così, di quelli che ti lasciano l'amaro in bocca> parlo senza prendere fiato, senza dare modo ai filtri nella mia testa di fermarmi <Non penso che tu possa valere un finale così mediocre> dice senza darmi modo di replicare <Comunque si, ci penso, quasi sempre> aggiunge <Se non avessi vissuto tutta la mia infanzia con Leonardo, Matteo e Luca, ora sarei una persona completamente diversa. Se non avessi salvato mia sorella, ora non so sarei ancora qui a parlarne. Se tu non mi avessi rivolto la parola in quel locale, non so se avrei mai avuto il coraggio di avvicinarti> non ho mai creduto totalmente nel destino, soprattutto da quando conosco Marco. In questi mesi ho raggiunto la consapevolezza che siamo e viviamo le conseguenze delle nostre scelte. Poco è lasciato al caso quando vogliamo davvero qualcosa <Ho pensato a lungo a quella sera. Cosa saremmo ora se quella notte avessi tirato dritto senza dar modo a tutto questo di accadere? Probabilmente niente, sarebbe tutto uguale a prima, o anche ad adesso. Con una sola piccola eccezione, non mi sono mai sentita così viva. Con te, con voi, ogni problema sparisce. Non sono più Ludovica che ha paura di non valere abbastanza, di non essere all'altezza, di pesare troppo. Sono Ludovica, così come mi avete conosciuto, nella maniera più semplice e pulita . Perciò il punto è, rifarei tutto da capo? Assolutamente si. Partirei? No, non più almeno> cerco di trattenere l'ennesima lacrima pronta a scendere ma non ci riesco. Si tira su a sedere anche a lui catturando quel piccolo universo di cristallo <Sei quel qualcosa che tutti dovrebbero incontrare almeno una volta nella vita> è contorta e confusa come frase ma mi fa sorridere ugualmente. Mi abbraccia dandomi modo di ubriacarmi con il suo profumo prima di continuare <Sei stupenda e dovresti imparare a crederci. Vorrei poterti far vedere con i miei occhi quanto vali> lo maledico per avermi fatto ricominciare a piangere come una bambina, nonostante le belle parole. Mi rende così felice, che il solo pensiero che esista a questo mondo, e che sia mio, sia qui, per me, mi fa piangere ancora più forte. Si sdraia senza smettere di abbracciarmi, continuando ad accarezzarmi i capelli <Grazie di avermi tenuto con te> sussurro poco prima che il sonno abbia la meglio su di me. Prima che tutto diventi buio lo sento mormorare <Grazie di avermi incastrato fra le costole e il cuore, grazie di esserti innamorata di me> potrei giurare di aver accarezzato la sua guancia bagnata, ma non sono sicura se fosse un sogno o le mie lacrime che gli hanno inondato il viso.
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WAVES
Romance"Se non ti avessi incontrata quella notte, a quest'ora ti starei ancora cercando" Ludovica ha vent'anni, un piccolo tatuaggio sul polso destro e un segreto che la corrode dentro. Marco ha l'orecchino di legno, due occhi buii come la notte, e un'ado...