CAPITOLO 23

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Luca mi fa scivolare davanti quello che è ormai il quinto shot della serata, ridendo quando io constato di aver davanti un bicchierino di tequila <Ti avevo chiesto il rum dai!> piagnucolo increspando il labbro e fingendomi offesa. Betta ride per la mia espressione mentre Marco mi cinge da dietro dopo aver salutato degli amici <Andateci piano con la mia ragazza o stanotte mi toccherà tenergli la testa mentre vomita> grida un po' troppo forte e io mi copro il volto con le mani <Piantala> sibilo a denti stretti, nonostante l'immagine di me che vomito non mi fa più lo stesso effetto di una volta. Mi stampa un rapido bacio prima di afferrare il suo shottino e alzarlo in aria per fare un brindisi <Alla ragazza migliore di sempre> esclama suscitando sorpresa in tutti noi <Alla piccola Ludo> aggiungono gli altri e io sbuffo cercando di non apparire troppo imbarazzata. Lascio che l'alcool mi infiammi per l'ennesima volta la gola e una volta placato l'incendio ribatto <Certo che potevate prendere il rum se volevate dedicarmi questo giro eh> Leo mi tira una spallata e io perdo l'equilibrio aggrappandomi a Marco per evitare di cadere <Ehi!> scoppio a ridere e anche lui fa lo stesso. Pier e Giorgio si avvicinano accompagnati dalle ragazze <Noi andremmo> metto a fuoco l'ora segnata sul display del telefono, è appena passata l'una <Di già?> domando <Si dai restate ancora un po'> li incoraggia Betta. Loro scuotono la testa sorridendo <Tranquille, ci vediamo poi domani> Giorgio si piega in avanti verso Leo <Noi restiamo da Eli così domani studiamo insieme al mattino> lui annuisce e tutti e quattro ci salutano ancora una volta prima di scomparire nella via fuori il locale. Ci guardiamo tutti insieme <E così rimasero in sei> cantilena Betta <Come ai vecchi tempi> aggiungo socchiudendo gli occhi. Marco mi schiocca un bacio sulla fronte <Che c'è!> esclamo visto il modo in cui mi guardano divertiti <Niente Saetta, e che sei così carina> ammette lui <Oserei dire buffa> continua Leo facendomi l'occhiolino. Ricambio con una linguaccia mentre ancora una volta ringrazio dio per avermi ascoltato. Ho finalmente tutto quello di cui ho bisogno.

Le sue labbra sfiorano il mio orecchio facendomi rabbrividire <Direi che per stasera può bastare> sussurra sfilandomi di mano il bicchiere contenente chissà quale cocktail. Socchiudo gli occhi per mettere a fuoco la sua immagine, okay forse sono abbastanza brilla, ma non voglio dargliela vinta <Non sono ubriaca, sto benissimo> biascico sorridendo. Lui ricambia mostrandomi la fossetta che tanto adoro e mi sporgo in avanti per baciarlo, mancando di gran lunga la bocca <No certo, sei molto sobria devo dire> ride mentre mi afferra per i fianchi evitando che io cada dal muretto. Sbuffo e mi volto a guardare il Po sotto di noi. Siamo fermi su un muretto dei murazzi, davanti a noi la Gran Madre si staglia imponente su Torino, come un guardiano silenzioso. Piazza Vittorio è praticamente deserta, sono le tre del mattino ed è comprensibile. I filari dei lampioni accesi mi ricordano le lucine di Natale e per un attimo ripenso ai biglietti aerei che entrambi abbiamo ricevuto stasera. Quest'anno sarò insieme a lui, con la sua famiglia, nella sua terra. Quest'anno il Natale sarà il migliore di sempre. Affonda il viso nell'incavo della mia spalla lasciando che io gli accarezzi la nuca <Tu invece stai dormendo in piedi> mormoro ridacchiando. Alza il viso di quel poco per potermi guardare negli occhi, poi senza dire niente fa passare la sua lingua sul mio collo <Lo sai che non ti conviene provocarmi> le parole mi solleticano la pelle facendo ribollire l'alcool che ho nel mio stomaco <E se tornassimo a casa?> domanda una volta tornato al mio orecchio. Annuisco e lui mi afferra per la vita facendomi scendere e aiutandomi a stare in piedi. Forse sono più ubriaca di quanto pensassi. Gli altri affianco a noi non sembrano essere messi meglio. Betta ha la testa appoggiata sulla spalla di Matte e giurerei quasi che sta dormendo, se non fosse che ogni tanto interviene per ribattere qualcosa contro Luca. Leo ha una sigaretta in bocca e lo sguardo perso nelle acque nere del fiume. <Pronti per la camminata della vergogna?> esclamo scatenando una risata di gruppo <Mi chiedevo se mai l'avremmo rifatta> risponde Matte prendendo Betta sotto braccio. CI incamminiamo verso la fermata della metro, ma solo una volta arrivati ci accorgiamo che non c'è la linea notturna <Ma come cazzo è possibile?> piagnucola Betta stropicciandosi gli occhi. Afferro il cellulare per controllare gli orari <La prossima riparte fra poco più di due ore> affermo lasciandomi ricadere su una sedia ai bordi dei binari <Forse una soluzione c'è> dice Leo avvicinandosi <Pier e Giorgio non ci sono stasera, potete dormire tutti da noi. Ci stiamo!> scruto prima lui e poi Luca che annuisce <Sicuro?> domanda Marco prima che possa farlo io <Assolutamente> <E poi il 15 notturno c'è di fisso> aggiunge Luca intimandomi di alzarmi <Grazie davvero> gli dico una volta ritornati in strada <E di che Ludo> risponde con un sorriso. In meno di mezz'ora raggiungiamo il loro appartamento e una volta dentro constato quanto ormai sia diventato tutto così famigliare. Mi dirigo dritta verso il bagno lasciando che loro si organizzino con la spartizione delle camere. Richiudo la porta dietro di me e guardo il mio volto riflesso allo specchio. La pelle è decisamente troppo pallida anche se non so se è per via delle luci al neon. Il trucco è colato leggermente ma ancora abbastanza intatto. I ricci ricadono disordinati sulle spalle donandomi l'aria di una che la vita l'ha vissuta davvero. Prima che possa riflettere ancora sulla mia immagine qualcuno bussa alla porta <Ludo tutto ok?> La voce di Betta risuona attraverso il legno scuro lasciando trapelare una nota di preoccupazione. È comprensibile, è mattina presto e sono chiusa in bagno dopo una notte passata a bere. <Non sto vomitando tesoro> ammetto aprendo la porta <Non c'è niente da ridere> ribatte notando il mio sorriso <Chiudi la porta che devo fare pipì> aggiunge prima che io possa rispondere.

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