Close doors

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Mi sveglio sul divano del garage di Michael. Sono alquanto stordita. La luce soffusa che emana la piccola lampada che è appoggiata su un tavolino che mi arriva al mio ginocchio, presuppongo, davanti al divano crea un'atmosfera molto rilassante. 
Mi sento stordita, arrabbiata, disorientata e con la testa nel caos più totale.

Restando immobile nella posizione in cui sono mi guardo attorno: c'è Ashton che cammina avanti e in dietro percorrendo con grandi falcate tutta la larghezza del garage parlando al telefono con qualcuno sotto voce. Dall'altra parte ci sono Calum e Hayley seduti per terra, sopra al tappeto, abbracciati parlando, anche loro, sottovoce.

Spero che nessuno si accorga che sono sveglia, perché non voglio essere sottoposta a nessun interrogatorio.
Ma inevitabilmente Hay se ne accorge e si alza di scatto da Calum, facendolo quasi cadere all'indietro, per raggiungermi.

"Hey..." mi dice lei con voce dolce e rassicurante.
"Hey..." le rispondo io con tono sommesso.
"Come stai?" mi domanda gentilmente.
"Sono qui." sentenzio con un filo di voce.
"Ne vuoi parlare?" mi chiede ancora.
Scuoto la testa lentamente, fissando il vuoto, con sguardo perso nei miei pensieri.
"Va bene, allora ti porto del thè che Mic dovrebbe aver preparato in cucina, ti va?" tenta ancora lei, comprendendo di dover cambiare discorso.
"Okay." le sussurro.
"Amore, puoi andare a prendere il thè di là da Mic per Light?" si rivolge a Calum.
"Certo piccola" si incammina il moro, facendo cenno ad Ashton di seguirlo.

Rimaniamo sole. Hayley è perfettamente cosciente che io non spiaccicherò nemmeno metà parola e non interagirò nemmeno con il mondo che mi circonda, perché ora sono chiusa nella mia bolla, persa nei miei pensieri e ricordi che, grazie al gesto di Hemmings sono ancora più vivi del solito. 

E Hayley infatti non fa nulla di tutto ciò, non mi costringe a fare niente. Ma compie un gesto inaspettato per me, ormai inusuale e quasi diventato sconosciuto per la sua assenza da troppo tempo nella mia normalità.
Hayley senza dire nulla mi semplicemente abbraccia forte.
Resto quasi paralizzata dallo stupore di ciò che ha fatto.
Nessuno mi abbracciava da così tanto tempo per rincuorarmi.
L'unica persona che sapeva esattamente quando abbracciarmi era Asia.

Nessun'altro.

Quando l'abbraccio si scioglie, mi sento, dopo tanto tempo, in parte capita, sento di essere accettata da qualcuno, senza dare niente in cambio. Era, anche questa, una sensazione che non provavo da secoli, forse da troppo tempo.

Michael entra nel garage con il suo irrefrenabile entusiasmo, insieme a Cal e Ash porgendomi il thè.
Lo bevo in silenzio, cercando di attirare meno attenzione possibile, ma è difficile dopo l'accaduto di questa sera.

"Ti riporto a casa, okay?" mi avverte dolcemente Hay.

Mi alzo, appoggiando la tazza dentro la quale c'era il thè che ormai avevo finito da un bel po'.
Prima si uscire Ash mi porge il cappotto di pelle nera e mi aiuta a indossarlo, nessuno ha voglia di parlare oggi, infatti nel garage non c'è il solito frasso che produciamo noi prima di salutarci, magari con qualche battuta o cose simili.
Saluto i tre ragazzi, con la mano, e sento Ash richiamarmi, mi volto, e sento le sue grandi mani sulle mie spalle, come per rassicurarmi:"Light, mi dispiace davvero tanto, proverò a parlargli e farlo ragionare, okay?"

Non gli rispondo, tento di sorridergli, ma, a mio parere, mi esce più una smorfia triste e stanca.

~~

Arrivata a casa, salgo in camera mia, chiudo la porta alle mie spalle e scoppio in un pianto a dirotto.

Non riesco a fermarmi.

Tutti i fantasmi del mio passato, i più cattivi, perfidi, i più maligni riemergono tutti assieme. Ritornano a perseguitarmi come facevano una volta.
Chiudo gli occhi, e questo errore mi costa caro, perché il ricordo di quella notte, di quei momenti mi si figura davanti, ancora e ancora, ma sembra più realistico del solito, mi sembra di essere quasi lì, in quella casa, isolata dal resto del mondo.

Over and Out || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora