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Arrivammo al locale che avevo scelto, le presi la mano e ci incamminammo verso l'entrata. Il cameriere ci portò al tavolo <Porto la specialità dello chef?> ci chiese <Va bene> dissi mentre tentavo di trattenere un sorriso per via delle facce buffe che faceva Ella. <A parte gli scherzi, è molto bello qui> mi fece notare <Un posto da favola per una principessa come te> sorrise alla mia affermazione. <Cosa pensi di me?> mi chiese spiazzandomi <Su due piedi? Tutti. Va beh i tuoi modi di fare, la tua intelligenza, la tua bellezza> iniziai <A me piace quello che hai nei pantaloni> per poco non mi strozzai con l'acqua <Sto scherzando!> rise come una pazza prendendomi in giro <Che faccia che hai fatto!> prese a ridere. Ci portarono i piatti e le porzioni erano minuscole, Ella guardò il suo piatto con un mezzo sorriso. Già immaginavo cosa stesse pensando. Ne prese una forchettata e arricciò il naso quando la assaggiò. Dopo poco uscimmo da lì. Avremmo dovuto fare un po' di strada per arrivare dove volevo portare Ella. <Mi dici dove andiamo?!> disse. L'avevo bendata per sorprenderla <Non mi piace essere bendata da un uomo privo di tatto come te> disse facendomi ridere <Oh amore siamo quasi arrivati> dissi in tono smielato per prenderla in giro <Ah ah, che spiritoso> commentò <Facevi prima a legarmi al sedile> esordì <Posso ancora farlo se vuoi> la sfottei. Il resto del viaggio lo passammo in silenzio tra le stradine tortuose che ci separavano dalla meta. <Wow, hai preso più buche qui che nella tua vita sentimentale> disse e rise. La feci scendere mettendole una mano sulla fine della schiena per accompagnarla e mantenendole una mano per guidarla. Arrivammo davanti alla porta della casa in montagna che avevo preparato. <Sei pronta?> le sussurrai ad un orecchio e la sentii tremare <Si> disse sicura. Le levai la benda in un colpo secco e quando aprì gli occhi vide la casetta in legno con le lucine che avevo messo sotto il tetto per creare atmosfera <Oh dio, è bellissimo> disse girandomi verso di me. Mi fece un sorriso con tutti i denti che possedeva e mi baciò. Entrammo in casa, dove avevo preparato un letto matrimoniale con le rose sparse sopra, la TV, tutti i suoi film preferiti, un bancone con nutella, cornetti e cose varie perché immaginavo che la cena non fosse stata di suo gradimento. Il tutto decorato con lucine gialle che avevo preso dall'albero natalizio nel garage di casa. Le avevo posizionate sul bancone e tutt'intorno al letto. D'improvviso mi saltò addosso facendomi cadere sul letto <Oh dio, io-io non so che dire, sei dolcissimo, ti amo Ethan, tanto> disse e la baciai carezzandole i capelli che le ricadevano sulla schiena <E così questa è la famosa casa in montagna> osservò <Con qualche modifica, ma si, è questa> dissi sorridendo. <Allora, sono le 22:30, cosa vogliamo fare?> le chiesi. Si avvicinò a me e mi baciò. Ero seduto sul letto con lei a cavalcioni sulle gambe. Poggiò le sue mani delicate sulle mie spalle. Picchiettai la mia lingua sulle sue labbra e le schiuse approfondendo il bacio. Mi mise una mano tra i capelli tirandoli leggermente e non riuscii a trattenere un gemito. Le abbassai le spalline del vestito e glielo feci scivolare a terra rendendomi conto delle poche volte in cui l'avevo vista così. Si levò le scarpe e iniziò a sbottonarmi la camicia. Per quanto voleva sembrare audace le tremavano le mani. Fece volare la camicia a terra. Mi carezzò la schiena sporgendosi verso di me <Ethan..... ho paura> mi confessò. Allungai le braccia e la strinsi in un dolce abbraccio <Io più di te> le dissi per farla calmare. Ma in effetti anche io ero molto nervoso, come se fosse la prima volta. Non avevo mai provato sentimenti simili, soprattutto quando si trattava di fare sesso. Ma quello non era senza sentimenti. Oh eccome se ero coinvolto. Quello era amore. Ci mettemmo sotto le coperte privi di ansia e vestiti. Prese le dovute precauzioni mi avvicinai al suo orecchio <Rilassati amore> le dissi. Ci fondemmo in un unico corpo e strinse le mani sulla mia schiena facendomi dei graffi. Era bellissima con le ciocche di capelli bagnati che le cadevano sulla faccia e le si appiccicavano alla faccia. Il suo sguardo pieno di amore che si incastrava nel mio mi rassicurò. Continuammo per un po' finché non mi sdraiai accanto a lei e l'abbracciai mentre le gambe si intrecciavano, il battito del suo cuore tornava regolare e il piccolo petto smetteva di fare su e giù freneticamente. Le carezzai i capelli e si rilassò sul mio petto cadendo in un sonno profondo seguita da me. Venni svegliato da Ella che si agitava sul mio petto. <Ciao> disse guardandomi negli occhi e arrossendo. <Ciao a te. Sei bella quando ti fai rossa> le feci notare e sorrise timidamente. Indossammo la biancheria e mentre io mi infilai il jeans lei si mise al volo la camicia che avevo ieri sera che le arrivava sopra il ginocchio. La scena di lei così piccola con la mia camicia che le stava larga mentre si affrettava a preparare la colazione era dolcissima. <Non ti pare di esagerare?> dissi riferendomi alla Nutella <Abituatici> disse facendo un sorriso accattivante. Passai dietro di lei per prendere due piatti e le diedi una pacca sul culo. Si girò di scatto e si avvicinò velocemente allungandosi per baciarmi. Mi abbassai per ricevere il bacio e mi ritrovai a bocca asciutta con una cucchiaiata di Nutella sulla bocca. Si voltò per tornare a finire la colazione ma la tirai per un braccio facendola girare e sollevandola mettendole due mani sotto il fondoschiena per mantenerla. La baciai con la lingua e ricambiò con una foga tale da stupirmi. Tornò con i piedi a terra e iniziò a carezzarmi le gambe per poi risalire fino all'inguine. Si fermò sul diretto interessato e levò le mani <Forza playboy, vieni a mangiare il tuo cornetto con troppa Nutella> disse lasciandomi interdetto per qualche secondo. Risi e la seguii sedendomi al bancone.

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