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Pov's Ella
Aprii gli occhi e vidi un soffitto beige, diverso dal mio. Stropicciai gli occhi e mi sentii protetta da sue lunghe braccia. Acquistai un po' di buon senso accorgendomi di essere in mutande a cavalcioni su Ethan. Che era ancora vestito come ieri sera e aveva un'erezione vistosa che premeva sulla mia coscia. <Oh, Ethan> sussurrai per svegliarlo. <Buongiorno> mi guardò con i suoi occhi neri che mi facevano sentire persa e protetta allo stesso tempo. Tentai goffamente di coprirmi con le mani e mi dimenai. <Oh ragazzina, perché vuoi scendere adesso?> mi chiese fissando le mie labbra. <Io...sono in mutande, come ci sono finita? Che è successo? Che abbiamo fatto?> chiese con terrore negli occhi. <Beh ieri sera hai bevuto un drink e non l'hai retto e allora non ti ho lasciato guidare in quelle condizioni, Lila non poteva portarti a casa di Jason e Dan non poteva tenerti in camera sua per via della madre, ti ho spogliato> si fermò e si leccò le labbra mentre una lacrima si preparava ad uscire per quello di cui temevo. <Ti ho messo a letto, sopra il mio petto e ci siamo addormentati, mentre ti stringevo, ma non ti nascondo che ti ho guardato e dio se ho una volontà enorme, altrimenti ti sarei già saltato addosso> tirai un sospiro di sollievo mentre mi accorsi che ero ancora a cavalcioni su di lui. <Perché non ti sei preso quello che volevi, se ero ubriaca?> gli chiesi confusa. <Perché voglio farti mia quando sarai cosciente e pronta, quando saprai tenermi testa insultandomi anche in un momento del genere> rimasi spiazzata <Non sapevo che pianificassi questo momento, dolcezza> dissi con un sorrisetto di sfida. Saltai giù dal suo corpo muscoloso e corsi per il corridoio con una sua maglietta che mi arrivava a metà coscia, piuttosto larga e nera. Mi rincorse e mi mise in spalla. Ero a testa in giù. <Mettimi giù o ti mordo> gli intimai poco seria. <Mmh non vedo l'ora allora> disse malizioso. <Sei uno sporco pervertito> dissi tra una risata e l'altra. Andammo in cucina e mi poggiò sul piano da lavoro. <Che cosa farai dopo il liceo?> chiesi mentre preparava la colazione. <Credo che esporrò le mie opere in un museo d'arte. Sono piuttosto bravo> disse compiaciuto. <Io penso di andare all'università per fare la psicologa> dissi tanto fiera quanto lui. <E non suonerai più?> mi chiese girandosi. <Sei bravissima, non dovresti sprecare il tuo talento sai?> mi disse. <Ci penserò> risposi scendendo e stampandogli un bacio sulla guancia. Rimase interdetto per qualche secondo e poi si sedette porgendoli waffles e mirtilli. <Che vuoi fare oggi?> mi chiese. <Mh... potremo fare un giro> dissi riflettendoci un po' su. <Vuoi venire con me per qualche giorno i. Un posto?> mi chiese rimanendomi a bocca aperta. <In che senso scusa> dissi preoccupata. <Partiamo per un posto non troppo lontano da qui, solo per tre giorni, poi ritorniamo, tanto la scuola è chiusa fino a giovedì per via delle elezioni> mi spiegò lui. <E dove vorresti andare ammesso che mia madre me lo permetterebbe?> gli chiesi <Andiamo a Londra> sbottò <Meno male che non dovevamo andare troppo lontano eh! Poi cosa dovrei dire a mia madre "Hey mamma  parto per Londra con un ragazzo che conosco solo da due giorni ma con cui ho già dormito"?> dissi un po' paranoica. <Ella non ti allontanare, non fare così, a tua madre potrai dire che andremo con tutti i nostri amici> disse come se fosse la soluzione a tutto. Mi alzai e andai in bagno afferrando un paio di jeans neri e strappati con una felpa bianca con l'emoticons dell'alieno extra-large di Ethan e chiusi la porta alle mie spalle. Mi spogliai ed entrai nella vasca da bagno. Ci restai il tempo di lavarmi e poi uscii con un profumo di muschio e menta addosso. Sentii la porta aprirsi e la figura alta di Ethan sulla porta mentre avevo solo l'asciugamano addosso. Si richiuse la porta alle spalle, mi afferrò le spalle e mi spinse alla porta. <Ethan che c'è> dissi indispettita. Sentii il legno bagnarsi dietro di me e i capelli racchiusi nello chignon ricadere sulle spalle leggermente arricciati. <Sei preoccupata> la sua era un'affermazione e lo capì solo guardandomi negli occhi. <Ethan non è per te, è che io non riesco a controllarmi quando ci sei tu....capisci?> dissi indugiando un po' sulle ultime parole. <Ma di cosa devi avere paura, se è quello che senti, perché non lo fai?> mi chiese e ebbi paura di scoprire la verità in quelle parole. <Perché non è giusto e non è una cosa da fare alla mia età, tu sei grande, hai già fatto le tue esperienze, ma io no e ho paura, Ethan, troppa paura, tutta la mia razionalità tra le tue braccia sfuma e io vorrei affogare tra le tue braccia> premette le labbra con foga sulle mie esplorando la mia bocca. <Sono ancora una bambina capisci?> respirai a fatica. <Certo che lo capisco, sei la mia bambina> continuò a baciarmi con foga stringendomi i capelli tra le dita. Lo strinsi staccandomi dalle sue labbra e venendo accolta tra le sue braccia. <Hai così tante ragazze da scegliere, perché proprio io, tra rosse, brune, bionde con occhi chiari o esotici, perché proprio io che sono talmente trasparente tra tutta sta gente?> gli chiesi pronta a ricevere una sua risposta. <Perché nessuna sa tenermi testa, nessuna ha il tuo carattere, sbrigativo, dolce, introverso, divertente, nessuna ha il tuo colore di capelli, un biondo cenere che ti assicuro non si vede tutti i giorni, è bellissimo, perché ti fa rimanere con gli occhi attaccati addosso che vogliono capire se sono biondi o marroni e poi quando pensi al loro nome, cenere, ti viene in mente che hai capito tutto e che non ti servono altre spiegazioni e poi quegli occhi, coronati dalle ciglia più lunghe che io abbia mai visto e sono talmente grandi e di un nocciola che risplende di un rossiccio fantastico e poi quando brillano quando mi guardi, oh ragazzina tu mi fai impazzire> mi disse e una lacrima mi rigò il volto <Io non so come ti ho scelto, so solo che ho avvertito come se tu fossi stata una calamita e ho avvertito una consapevolezza immane che con te mi sarei fatta male e non poco, ma non c'è male senza bene, tu mi fai stare bene e comunque anche i tuoi capelli mi intrigano, quando siamo al sole li fissò per trovare anche solo un riflesso mogano o blu, ma alla fine non lo trovo, ma mi piacciono quasi quanto mi piacciono i tuoi occhi in cui mi perdo sempre> gli dissi guardandolo fisso negli occhi. Mi stampò un bacio e mi lasciò asciugare e vestire. Quella mattina non mi truccai perché non avevo niente con me, a parte un po' di correttore che misi subito sotto le occhiaie non molto vistose. Scesi e Ethan rimase a bocca aperta nonostante indossassi dei vestiti extra large e non fossi truccata. <Beh se vuoi ti regalo anche tutto il mio armadio se prometti di essere così sexy> disse malizioso <Sexy? Con queste casacche?> sorrisi io <Beh se vuoi possiamo anche restare a casa per oggi> mi fece uno sguardo da maniaco pervertito <Non fare lo scemo e andiamo> dissi prendendo la mia borsa con i vestiti della sera prima e col cellulare. <Ok ora andiamo a casa tua a fare le valigie e poi si parte> mi disse. In tutta risposta gli strinsi la mano che era appoggiata sul freno a mano, mi guardò con un'espressione di tenerezza e poi partimmo per casa mia, cosa avrei detto a mia madre?

Uno sbaglio da rifare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora