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Ethan era incollato a una bionda platino palesemente tinta e aveva le mani posizionate sul culo, cavolo, Dan non scherzava quando diceva che era uno facile.... <Tutto bene tesoro?> mi chiese Lila capendomi al volo. <Spero che andrà meglio..> risposi tirando un profondo respiro. Ethan si accorse della mia presenza, ma stavo già parlando con Dan cacciando indietro le lacrime e cercando di non parlare con voce rotta per non rovinare l'eyeliner che aveva messo Lila sui miei occhi e per non scomporre i boccoli che avevo fatto alle punte dei capelli che ricoprivano si e no la schiena nuda. Non potevo ancora credere che Ethan mi avesse invitato lì per chiarirmi che non c'era nulla di serio. Mentre rispondevo disattenta a Dan mi uscì un singhiozzo dalla bocca tradendomi. <Vado un attimo in bagno> dissi avviandomi verso i corridoi. Trovai la porta giusta e appena mi chiusi la porta alle spalle mi abbandonai tra i singhiozzi e il pianto, accorgendomi che il trucco era waterproof per fortuna. Sentii la maniglia girare, ma la porta era chiuso a chiave, occupato, cercai di dire sembrando annoiata e non infranta. Mi asciugai le gocce di acqua sulle guance e guardando a terra aprii la porta e oltrepassai la figura che si trovava di fronte a me. <Ella?> sentii la voce di quello stronzo e non mi voltai, continuando a camminare seguita da lui. Mi prese il polso e mi fece voltare. <Eh no bello mio, non giocherai anche con me, vattene a fanculo, si può sapere perché mi hai invitata? Per farmi vedere che baciavo quella troia tinta? O per farmi rendere conto che la nostra amicizia non esiste e che negli ultimi due giorni non avevi niente da fare e io ero la "fortunata" che avrebbe passato del tempo con te? Come sono stupida, mi odio> dissi gridando con le lacrime che mi annebbiavano la vista e sgorgavano lungo le guance davanti ai suoi occhi spalancati e che esprimevano tenerezza nei miei confronti. Al piano di sotto nessuno sentì nulla per la musica troppo alta, ma notai che Dan e Lila ci stavano osservando da giù. Mi misi le mani sulla testa e le intrecciai tra i capelli. Mi venne incontro e mi abbracciò, lo strinsi aggrappandomi alla sua maglietta come se fosse l'unico appiglio alla salvezza. Dagli sguardi spossati Dan e Lila capii che non aveva mai abbracciato una delle sue troie, non sapevo se essere felice o triste oppure incazzata. <Era un obbligo Ella, qui dentro ci sei solo tu> disse indicandosi con un indice la testa e con l'altro il cuore. Mi allungai e gli sfiorai le labbra per poi girarmi di scatto e scendere le scale. Andai al tavolo dei drink e presi una limonata mentre quello stoccafisso era ancora scioccato sulle scale. "Che scemo" dissi tra me e me. <La convinzione fotte> disse cingendomi i fianchi con le lunghe braccia tatuate. Cacciai un sussulto di spavento e sorpresa. <Oh, Ethan... io...> balbettai, ero così dannatamente timida e sfacciata allo stesso tempo. <Adoro i tuoi sbalzi d'umore, ragazzina> mi soffiò sul collo quelle parole facendomi venire i brividi. Strinse l'anello al mio orecchio coi denti e cacciai un gridolino. <Ethaaan> sentii quelle oche chiamarlo con una voce che mi diede sui nervi. Non rispose e vedendo le mie guance farsi rosse dalla rabbia mi strinse la mano e man mano che la stringeva sentivo il calore diminuire. <Grazie> lo sussurrai quasi impercettibile. Ma lui riuscì a sentirmi. Lo presi per mano e lo portai in salotto e iniziammo a ballare. Io seguivo semplicemente il ritmo della canzone e Ethan mi seguiva tenendomi i fianchi. Intravidi Lila ballare con il suo fidanzato Jason, un tipo apposto, con la testa sulle spalle. Mi avvicinai a Ethan in una parte della canzone più lenta e poggiai la testa sul suo petto mentre lui poggiava il mento sulla mia testa mentre le nostre mani si intrecciavano. <Mi piaci> alzai la testa per sussurrargli quelle parole all'orecchio per poi tornare a scatenarmi tra la folla.  Rimase un attimo immobile e poi mi seguì con foga. Dopo aver abbassato il volume della musica ci sedemmo tutti su dei divanetti disposti in cerchio "Ragazzi obbligo o verità" urlò una rossa sulle gambe di uno che probabilmente non conosceva minimamente. <Biondina obbligo o verità?> mi chiese una che era famosa per essere lesbica, non mi dispiaceva la sua attenzione, infondo io non avevo niente contro le lesbiche. <Obbligo> dissi con un tono di sfida. <Canta I'm a mess di Ed Sheeran, ora ci facciamo quattro risate> per fortuna assieme a chitarra avevo fatto canto. Afferrai una chitarra vicino al muro e iniziai ad intonare le prime note con uno stupore generale. Iniziai a cantare e tutti avevano le bocche spalancate, soprattutto quando alzavo la voce per fare le parti più acute. Terminai strimpellando la chitarra con forza. Applaudirono e sentii lo sguardo di Ethan bruciare sulla pelle scoperta dallo scollo sulla schiena del vestito. Tornai al mio posto e dopo una serie di obblighi squallidi si erano fatte le 2:00 di notte. Tutti andarono via e io avevo bevuto solo un bicchiere di "Sex on The Beach" che mi avevano detto che fosse solo acqua, ma mi girava tutto e mi sentivo piuttosto strano. Lila Ethan Dan e Jason sembravano essersene accorti. <Che facciamo con lei?> chiese Lila. <La porterei con me, ma mi fermo a dormire da Jason> aggiunse. <Se mi ritiro con una ragazza semi-svenuta a casa mia madre mi mutila> disse scherzoso. <La tengo a dormire qui, tanto mia madre e mio padre non ci sono e domani è domenica. Manderò un messaggio dal suo telefono alla madre dicendole che si ferma a dormire da Lila> disse d'un fiato Ethan. Mi alzai tentando di protestare, ma uscirono solo lamenti poco chiari dalla mia bocca, caddi sul divano e mi addormentai.
Pov's Ethan
La adagiai sul letto e delicatamente le sfilai il vestito. Mi fermai per un buon minuto a guardare il suo corpo esile e bianco latte, quasi fosse un tutt'uno con le lenzuola. La presi in braccio e la misi sotto le lenzuola, sopra di me. Era rannicchiata e aveva la testa appoggiata sul mio petto. Le carezzai i capelli, che profumavano di vaniglia, il biondo cenere con dei riflessi rossicci brillava alla luce della lampada che spensi. Le lunghe ciglia prive di movimento e il petto che faceva su e giù e attirava la mia attenzione sul reggiseno di pizzo bianco che creava un effetto vedo non vedo e il seno piccolo. Come potevo provare quei sentimenti per una persona conosciuta da così poco. Non volevo approfittare di lei, non in quel momento, volevo solo dormire con lei, stringerla e avere la consapevolezza che se fosse stata sveglia in quel momento si sarebbe dimenata fino allo sfinimento per poi addormentarsi con un mio bacio stampato sulle labbra. Passai quella notte in un sonno disturbato dai miei sogni sulle labbra di Ella e sulle mie labbra posate sulle sue, fino a farle gonfiare.

Uno sbaglio da rifare.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora