Capitolo 3

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"Non è possibile!" urlò con rabbia Oliver, sbattendo i pugni sul tavolo "Sono passate due settimane, è impossibile che non sappiamo nulla!"

"Oliver,tutti stiamo facendo il possibile per avere informazioni che ci aiutino a ritrovare Felicity" disse John cercando di calmare l'amico.

"Non è abbastanza!" urlò ancora Oliver

"Sei ingiusto!" disse John "Siamo tutti 24 ore su 24 alla ricerca di informazioni, non diamo niente per scontato. Io e Lyla abbiamo chiesto aiuto ad Amanda Waller e lei ha promesso che l'ARGUS farà il possibile per aiutarci".

"E perchè Amanda dovrebbe aiutarci a ritrovare Felicity?" chiese dubbioso Oliver

"Anche lei è interessata a trovare Damien Darhk e l'HIVE per fermarli e distruggerli definitivamente" disse John.

"A me importa solo di Felicity! Voglio che ritorni da me!" urlò con rabbia Oliver.

"Lo sò amico, tutti noi lo vogliamo." disse John "Ma dobbiamo anche fermare i piani criminali di quei pazzi, ormai sappiamo di cosa sono capaci, sono dei terroristi di inaudita violenza e noi abbiamo il compito di fermarli".

"John ha ragione" intervenne Laurel "E poi arrivando a Damien e l'HIVE, arriveremo a Felicity. Io ho chiesto aiuto a Nyssa e lei ha detto che con Malcom e l'intera Lega degli assassini ci aiuterà. Con l'aiuto dell'ARGUS e della Lega... sono sicura che presto la troveremo." disse Laurel con un sorriso, cercando così di rincuorarlo.

E infatti funzionò, Oliver si calmò e rispose con un piccolo sorriso."Lo spero, mi manca da morire" poi con tono malinconico "Chissà che le stà facendo quel pazzo, ho paura che le faccia del male".


I loro corpi erano stretti in un abbraccio, le loro mani scorrevano, accarezzando la schiena dell'altro mente le loro labbra erano premute con forza, si baciavano con grande passione. La lingua di Oliver si fece strada tra le labbra di Felicity, che gemette , le mani di lei cominciarono a infilarsi sotto la maglia di Oliver per poi sfilargliela. Oliver la baciò con più passione, stringendola ancor di più a sè, poi cominciò a sbottonarle la camicetta che in un attimo finì a terra, poi le tolse gli occhiali, le sciolse i capelli e la prese in braccio, una mano era salda sulla coscia di Felicity e l'altra sulla sua schiena, la portò fino al letto, che si trovava nel covo, e la mise giù delicatamente senza mai smettere di baciarla con passione. Oliver poi scese a baciarle il collo, e intanto le slacciò il reggiseno e lo fece volare via, poi le sue labbra catturarono uno dei suoi capezzoli, a Felicity sfuggi un gridolino.Quando Oliver le sfilò la gonna, Felicity invertì le posizioni, si trovò a cavalcioni su di lui, gli sbottonò e sfilò i pantaloni e poi la biancheria, poi con la lingua tracciò un percorso sul suocorpo dal basso verso l'alto per poi impossessarsi di nuovo della sua bocca, baciandola con passione. Oliver era ormai fuori controllo, estasiato, reinvertì le posizioni tenendola sempre saldamente attaccata al suo corpo, la baciò con passione. Poi le sue mani scesero, fino ad arrivare agli slip, vi infilò una mano che iniziò a stimolare il clitoride. Felicity gemette e...

All'improvviso Felicity si ritrovò su un pavimento di cemento, era stato solo uno splendido sogno e purtoppo era stata appena svegliata con dell'acqua gelida che qualcuno le aveva gettato addosso.

Ricordò, non era più al sicuro tra le braccia di Oliver ma in una prigione...era prigioniera di suo padre e dell'HIVE.

Poi udì una voce, era di suo padre "Felicity è morta! Tu sei Azrael!"

"Azrael? L'angelo della morte?" chiese confusa Felicity. La testa le faceva male e le girava, per non parlare che era in un bagno di sudore a causa dello splendido sogno appena fatto.

"Tuo ra sei Azrael, il nostro angelo della morte" disse Damien "Da oggi comincerà il tuo percorso che realizzerà i progetti che ho per te che ti porteranno sempre più in alto"".

"Da quanto sono qui?" chiese Felicity

"Da circa due settimane" rispose Damien "E ci rimarrai fino a quando non sarò sicuro della tua lealtà!"

Poi ci fu di nuovo silenzio assoluto. Felicity si ritrovò in quella misera cella spoglia da sola per tutto il giorno.

La mattina successiva la storia si ripetè e così quella dopo e quella dopo ancora.

Felicity perse il conto dello scorrere del tempo, da quanti giorni era lì o forse settimane o mesi e la sua giornata continuava sempre così.

Ogni giorno che passava sentiva le sue forze venire meno, la sua mente cedere, ma non voleva, non poteva... se la sua mente avesse ceduto al controllo Damien, che ne sarebbe stato degli altri? Loro si fidavano di lei, come lei di loro, doveva tenere duro essere lucida, ne andava della vita di Oliver e del resto del team, ma anche del mondo che Damien voleva impadronirsi e sottomettere alla sua volontà.

Un giorno, la porta della sua cella si aprì e comparve Damien, "Allora mia cara Azrael, come ti senti?" chiese Darhk "Sei pronta a diventare uno dei miei soldati?"

"Il mio nome è Felicity" disse con orgoglio e forza Felicity alzandosi per affrontare il padre "E non ucciderò mai nessuno!"

"Staremmo a vedere!" disse con un ghigno e una risatina malefica Damien "Non finisce qui, ci rivedremo presto." E uscì dalla cella.

Felicity fu scossa da un brivido, c'era qualcosa nel volto e nella voce del padre che la preoccupò, sentiva che quello che aveva passato fin'ora era solo l'inizio e non era niente in confronto a quello che le avrebbe potuto riservare.


Nel frattempo Damien, entrò in un laboratorio, si avvicinò ad alcuni dei suoi scienziati sotto il suo controllo e disse "Abbiamo provato con le buone... ora passiamo alle cattive." disse con ghigno malefico. "È ora che mia figlia cancelli tutto il suo passato, non deve ricordarsi nulla! Non deve ricordarsi il suo vero nome, di quello che la univa ad Arrow e dei suoi amici. Deve pensare che esistiamo solo io e l'HIVE nella sua vita!" disse Darhk con un sorriso maligno.

La luce oscurataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora