Fattelo spiegare dal tuo amico.

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Quando mi svegliai era l'alba, mi guardai intorno e capii di essere ancora sulla poltroncina in balcone. A quanto pare mi ero addormentata di fuori. Appoggiato sulle gambe avevo un morbido plaid bianco, probabilmente me l'aveva messo Carmen.
Portai l'occhio sull'orologio che segnava le 5.04 AM, così decisi di rientrare in camera.
Presi dal cassetto la biancheria e dopo me ne andai verso il bagno nell'intento di farmi una doccia calda.
Ero una persona mattiniera, anche se le 5 erano comunque presto per me, però conoscendomi sapevo che non sarei riuscita comunque a riaddormentarmi. Stetti poco nella doccia, una volta uscita mi infilai l'accappatoio e iniziai ad asciugarmi i lunghi capelli castani. Adoravo i miei capelli, li tenevo sempre in ordine e li curavo tantissimo. Ricordo di quando Hayes me li accarezzava continuamente, oppure quando passava le ore a giocarci... Hayes? No no no no! Non dovevo pensare a lui, e sarebbe stato decisamente meglio distrarsi. Così una volta che i miei capelli furono asciutti, mi passai l'accappatoio sul corpo e dopodiché mi infilai la biancheria per tornare in camera a vestirmi.
Aprii il cassettone dov'erano sistemate accuratamente tutte le mie magliette e ne presi una a caso, misi un paio di shorts, le scarpe, presi il mio zainetto e uscii velocemente fuori da quella casa.
Si erano fatte le 6.20 del mattino e non vedevo l'ora di andare a prendere un buon caffè fumante, come al solito. Mi diressi verso un piccolo bar all'angolo della strada, quando ero in città, quello era il mio bar di fiducia, inoltre avevano dei biscotti buonissimi.
"Maggie!"
Mi accolse sorridente il signor Cooper non appena varcai la soglia della porta.
Amavo quel posto, aveva un'aria molto accogliente e inoltre si sentiva sempre un forte odore di caffè! Per non parlare del signor Cooper che era la persona più gentile e disponibile esistente al mondo. Era un vecchietto ormai rimasto tutto da solo, la figlia si era trasferita in un'altro stato mentre sapevo che la moglie era morta anni prima, inoltre era lei che aveva dato il via a quel piccolo bar.
"Salve signore, tutto bene?"
"Oh per piacere, chiamami David! Tutto bene sì sì, a te come vanno le cose? La mamma come sta?"
Ovviamente nel quartiere, tutti sapevano tutto di tutti. In realtà a lui era venuta a dirglielo lei personalmente, quando era ancora all'inizio la malattia. Si conoscevano da anni ed erano diventati molto amici.
"Oh lei st..." Il signor Cooper non mi lasciò il tempo di rispondere che mi stava già spingendo verso un tavolo.
"Sarai affamata immagino! Siediti che ti porto i biscotti e il caffè!"
Non potetti fare altro che sedermi e aspettare che portasse quelle squisitezze, nell'attesa decisi di andare su Facebook per vedere cosa c'era di nuovo. Non appena lo aprii quasi non mi venne un infarto.
Hayes aveva appena messo una foto, il punto è che non era solo. Infatti accanto a lui c'erano quel Carter e quell'altro ragazzo biondo... Matt, no?
Come diavolo faceva Hayes a conoscerli? Poi realizzai che il giorno prima aveva detto che stava andando a prendere due suoi amici che si sarebbero trasferiti. Però nemmeno per un secondo avevo pensato potessero essere loro.
Fatto sta, che a me non sarebbe dovuto interessare, né di Hayes, né di quei due rompiscatole. Ancora una decina di giorni e sarei tornata a New York.
"Ecco qui!" La voce del signor Cooper mi distolse da quei pensieri, posò la tazza e il piattino con i biscotti difronte a me e io non vedevo l'ora di addentarne uno.
"Grazie mille signor Cooper."
"David." Mi ammonì lui, dopodiché si girò e tornò dietro al bancone a servire un paio di clienti appena entrati.

"Arrivederci!" Dissi prima di girarmi e uscire dal bar.
In meno di cinque minuti ero davanti casa e mi fiondai dentro l'auto, avevo voglia di andare in centro a fare una passeggiata. La casa era in un quartiere un po' fuori, quindi per arrivare ci misi una mezz'ora buona. Ovviamente per trovare parcheggio fu un vero e proprio inferno, era venerdì e trovai posto solo vicino a un liceo. Era pieno di ragazzi in gruppetti che aspettavano di entrare, chi fumava, chi chiacchierava e chi ripassava.
Scesi dall'auto e mi sentii gli occhi di molti addosso, la maggior parte erano di ragazzi, sapevo di fare un certo effetto. Mentre cercavo di raggiungere la grande libreria in fondo alla strada, mi imbattei in un gruppo di ragazzi che bloccavano il passaggio.
"Ehm... scusa?" Richiamai il ragazzo che era davanti a me. "Dovrei passare." Non mi sentiva, così picchiettai con la mano sulla sua schiena. Appena lo toccai, si girò e per poco non mi venne un colpo. Il ragazzo dell'aereo, quello dai tratti asiatici era davanti a me. Carter.
"Signorina Lindemann" disse prendendomi in giro non appena mi vide e mi riconobbe. "Che si dice?"
"Dovrei passare." Indicai dietro di lui, che annuì, ma non si spostò minimamente. Lo sapeva che dovevo passare, perché tante storie?!
"Carter, lasciami passare." Ripetei.
"Ti ricordi il mio nome?" Alzò un sopracciglio sorridendo. Avrei voluto chiedergli se mi avesse presa per stupida, non ci voleva poi così tanto a ricordarsi un nome!
"Vai a scuola qui?" Invece mi ritrovai a chiedergli. Ma che mi passava per la testa? A me non interessava cosa facesse lui.
"Da oggi..." Disse passandosi la mano dietro al collo.
"Oh, buona fortuna allora." Mi sorrise in risposta.
"Bene, adesso posso passare?"
"Ehm... Certo! Scusami." Si spostò e fece spostare anche i suoi amici per farmi passare. In meno di un minuto fui nella libreria e non vedevo l'ora di comprare qualche nuovo libro, avevo sempre amato leggere e divoravo libri uno dopo l'altro, così andai a cercare qualcosa di interessante.
"Aspetta, non mi hai detto il tuo nome." Mi ritrovai Carter accanto con una mano sulla mia spalla. Strabuzzai gli occhi non appena lo vidi.
"Mi segui?"
"Può essere. Quindi?" Mi chiese con aria interrogativa.
"Cosa?" Feci finta di niente e mi girai verso lo scaffale leggendo un po' di titoli.
"Il tuo nome, è un segreto?" Perché cavolo insisteva? Era carino, ma non il mio tipo.
"Cazzo Carter sono le otto! Ti muo..." Sia io che Carter ci girammo. Hayes era lì, in quella libreria, e non mi staccava gli occhi di dosso.
"Maggie." Lo vidi deglutire a fatica.
Ero immobile, Carter accanto a me sembrava più che spiazzato e Hayes era nelle mie stesse condizioni. Merda merda merda!
"Hayes..." Riuscii a dire.
"Voi vi conoscete?" Questa volta era stato Carter a parlare.
"Fattelo spiegare dal tuo amico." Feci un cenno verso Hayes e corsi via con tutta la forza che avevo in corpo.

Begin || Caggie Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora