Non potrai evitarmi per sempre.

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Non avevo la minima idea di dove stessi andando, le mie gambe facevano tutto da sole. L'importante era correre via il più lontano possibile da quella maledettissima libreria, da quella scuola e soprattutto da quei ragazzi!
Non ci potevo credere, non vedevo Hayes da dieci mesi e improvvisamente me lo ritrovavo davanti due giorni di seguito. Il tutto perché la mia fortuna era pari a zero, avevo un tempismo decisamente pessimo e inoltre c'era anche il karma a fare la sua parte.
Mi fermai con il fiatone davanti ad un negozio, mi poggiai sulle gambe e mi guardai un po' attorno: non avevo la più pallida idea di dove mi trovavo.
"Dio, Maggie ma quanto cazzo corri?"
Hayes era davanti a me, anche lui con il respiro corto. Ma non poteva semplicemente lasciarmi in pace? E poi aveva lezione, che diamine faceva a venirmi dietro?
"Ma cosa ho fatto di male?" Dissi tra me e me, ma abbastanza forte in modo che lui potesse sentirmi, con un accenno di disperazione nella voce.
"Perché sei corsa via?" Provò ad avvicinarsi, ma io indietreggiai a mia volta, così si fermò.
"Ma non ti è chiaro? Non voglio più vederti." Scandii bene ogni singola parola così che capisse esattamente come stavano le cose.
"Non potrai evitarmi per sempre."
"E invece lo farò!" Feci per andarmene, il punto è che non avevo idea di dove andare. Ero semplicemente disorientata e Hayes sembrava essersene accorto. Merda.
"Dai Maggie, almeno lasciati accompagnare davanti alla scuola, dopodiché ti lascerò in pace."
E ora, cosa potevo fare?
"Me lo prometti?"
"Promesso."
Sospirai ormai rassegnata, dovevo andare con lui, ma conoscevo Hayes: se prometteva qualcosa allora rispettava la sua parola. Lo vidi incamminarsi dietro di me e mi soffermai a guardarlo per un po', era ancora decisamente molto bello.
"Vieni o no?" Si girò di colpo e mi guardò alzando un sopracciglio, il solito stronzo.
"Sta zitto..." Sbuffai e in meno di un secondo ero accanto a lui e stavamo camminando verso una direzione per me sconosciuta.
Ma che mi passava per la testa? Non era possibile che quello stronzetto mi facesse ancora lo stesso effetto.
"Da quando hai cambiato scuola?" Mi venne spontaneo chiederglielo, lui andava nel mio stesso liceo dall'altra parte della città. Io avevo lasciato la scuola prima di iniziare l'ultimo anno per via del cancro di mamma e adesso ero costretta a fare su e giù per il paese dato che papà si era trasferito a New York. Volevo davvero prendere il diploma, ma ormai avevo perso l'anno e mi sarei iscritta di nuovo quello dopo.
"Carter e Matt si sono appena trasferiti e non li hanno presi alla State perché erano finiti i posti, così io me ne sono andato da lì e ci siamo iscritti tutti e tre nello stesso liceo..." Fece spallucce.
"...E poi alla State c'erano troppe cose che mi ricordavano te."
Uscì dalla sua bocca come un sussurro quasi impercettibile, ma io l'avevo sentito bene. Eccome se l'avevo sentito bene! Improvvisamente mi tornarono alla mente tutti i ricordi di quegli anni passati con lui. Mi lanciò un'occhiata di sottecchi per vedere che reazione avessi avuto, ma io rimasi impassibile. Non volevo lasciargli nessuna soddisfazione, non mi avrebbe avuta, non di nuovo. Lui per me doveva essere morto.
Sì passò una mano tra i capelli scuri, scompigliandoli... Quanto avrei voluto farlo io. Dall'ultima volta che passai le dita tra quelle ciocche morbide era passato davvero tanto, troppo, tempo. Mi mancava, dovevo ammetterlo. Sarebbe stato inutile continuare a mentire a me stessa, non avrebbe affatto cambiato le cose e sarebbe stato da ipocriti continuare a nascondere i miei sentimenti nei suoi confronti.
Mi guardai un po' attorno e notai la libreria da dov'ero scappata poco prima.
"Hayes..." Lo chiamai fermandomi, lui fece lo stesso non appena sentì il suo nome.
"Sì?" Inchiodò i suoi occhi azzurri nei miei, sembravano assenti, chissà che gli passava per la testa.
"Ehm... Da qui credo di saper ritrovare la strada."
Non fece in tempo a rispondere che la voce di qualcuno continuava a ripetere il suo nome.
"Hayes!"
Ci girammo entrambi di scatto e notammo che Matt era a pochi metri da noi e sembrava anche piuttosto irritato, invece accanto a lui c'era Carter, che al contrario del biondino aveva un'aria disorientata.
"Hayes ma che cazzo ti passa per la testa!" In poco tempo Matt ci raggiunse e posò subito lo sguardo su di me.
"Ovviamente eri con questa! Ma sei diventato improvvisamente scemo o cosa?" Sembrava fuori di sé. "Ti ricordo che abbiamo lezione! Hai fatto preoccupare sia me che Carter!" Matthew mi stava guardando in cagnesco, capii subito che se la sarebbe presa anche con me, di lì a poco.
"E tu" mi indicò "vedi di darti una regolata, perché il mondo non gira mica tutto intorno a te."
Ma che diavolo voleva? Non avevo mica chiesto io ad Hayes di rincorrermi! Qui l'unico che doveva darsi una regolata era lui, decisamente.
"Credo che sia il caso di smetterla..." Carter toccò le spalle dell'amico e sembrava aver preso le mie difese, più o meno.
"No Carter! Io non la smetto proprio per niente! Sono qui da ieri e ho già perso il mio primo giorno di scuola solo per evitare che lui si mettesse nei casini!" Con un gesto della mano indicò Hayes accanto a me e dopo sembrò calmarsi, almeno credo.
"Non te l'ha chiesto nessuno di controllare cosa facessi." Hayes disse quelle parole con assoluta indifferenza. Matt ci rimase evidentemente male, sembrava un ragazzo abbastanza sentimentale e probabilmente si stava solo preoccupando dell'amico. Hayes l'aveva ferito, perciò Matt scosse la testa e dopo essersi girato, se ne andò via borbottando.
"Idioti." Sibilai tra me e me, mi sentivo tremendamente in colpa per aver fatto preoccupare Matt e soprattutto perché sembrava che avessi voluto far ricadere a posta tutte le attenzioni su di me. Ma comunque quei tre rimanevano sempre degli idioti.
"Beh, a questo punto non possiamo più entrare a scuola, andiamo a farci un giro?" Carter ruppe il silenzio rivolgendosi ad Hayes.
L'amico sembrò pensarci su un attimo, ma alla fine annuì d'accordo.
"Maggie, tu vieni?" Adesso lo sguardo di Carter era puntato su di me, aveva il volto sorridente e mi venne voglia di abbracciarlo. Avevo davvero bisogno di un abbraccio, non mi importava di chi.
"No, devo tornare a casa, facciamo un'altra volta." Gli sorrisi a mia volta e mi avvicinai a lui, ero un po' incerta all'inizio, però dopo lo strinsi dolcemente tra le braccia. Lui mi passò le mani attorno alla schiena e dopo qualche secondo mi staccai e andai da Hayes. Abbracciai anche lui, non avevo più risentimento nei suoi confronti, la rabbia ormai si era affievolita, gli volevo comunque bene e avevo capito che comunque aveva sempre avuto un ruolo importante nella mia vita per dimenticarlo da un giorno all'altro.
"Ti voglio bene." Gli sussurrai all'orecchio e sentii la presa sui miei fianchi farsi più salda.
"Anch'io."

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