2. Il cimitero

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Sapevo dove trovare Markus e l'ho trovato dato che vedo la nostra macchina nel parcheggio, oltrepasso il cancello aperto e quando entro mi dirigo dove mi aspetto di trovarlo.
È inquietante camminare da sola tra le lapidi a quest'ora, tra il buio e le ombre della notte.
Vedo la sua testa china e una candela illumina il suo volto rigato dalle lacrime. È raro vederlo piangere e quella visione mi spezza il cuore come se fosse la prima volta.
Non dico nulla quando alza lo sguardo e mi vede, ma mi affretto ad affiancarmi a lui e a fargli appoggiare il viso sul mio cardigan grigio.
Tra di noi non sono mai servite le parole, ci siamo sempre compresi anche solo con uno sguardo.
Di solito sono io che ho bisogno di lui e del suo sostegno, ma adesso lui ha bisogno di me e dovrò essere io la sua ancora. ⚓️

- Non me l'aspettavo..- Mi sussurra tra un singhiozzo e l'altro.

- Che cosa?- Sussurro io a mia volta.

- Non mi aspettavo che saresti venuta.- Dice tutto d'un fiato, come se avesse paura.

- Sshhh, ora sono qui.- Sussurro stringendolo più forte al mio petto.

Come ho fatto a dimenticarmi che oggi è il terzo anniversario di morte dei suoi genitori? Mi sento in colpa per non averci pensato prima e per non essergli stata accanto, ma l'importante è che ora io sia con lui, tutto il resto non conta più.

Guardo l'ora e mi rendo conto che sono le due, è tardissimo.

Lo convinco a tornare a casa con me e, una volta arrivati troviamo tutte le luci spente. Mia madre è già a letto quindi entriamo per mano senza far rumore e senza accendere le luci per non svegliarla. Abitiamo in un piccolo appartamento di Londra, quindi anche solo la luce accesa del minuscolo corridoio che divide la nostra camera dalla sua potrebbe infastidirla.

Ebbene si, io e Markus siamo costretti a condividere la camera anche se non mi dà poi così tanto fastidio, è il mio migliore amico ma è come un fratello per me.

Tre anni fa, quando mia madre ha deciso di prenderlo in casa con noi poco dopo la morte dei suoi genitori, abbiamo avuto un periodo in cui credevamo di provare più di una semplice amicizia l'uno per l'altra ma fortunatamente non ha funzionato, non avrei mai voluto rovinare il nostro rapporto.

Sento un suono debole provenire dalla porta.

- Markus?-

- Posso?- Mi infilo in fretta il pigiama e salgo nel letto più alto dei due.

- Certo, entra.- Gli rispondo e lo sento espirare piano prima di aprire la porta.

- Puoi non lasciarmi da solo?- Mi dice con uno sguardo supplichevole e io capisco subito cosa intende.

Le prime notti che passava a casa mia eravamo soliti a dormire insieme perché ciò lo tranquillizzava, ma era quel periodo tra di noi e ora l'idea di essere nel suo stesso letto mi imbarazza un po'. Annuisco arrossendo lievemente, scendo e mi infilo sotto le lenzuola del suo letto, spero solo che non si sia soffermato a osservare la mia faccia.

Lui si toglie la maglietta e mi raggiunge, indossa soltanto un paio di pantaloni scuri della tuta. Mi fa appoggiare con il viso sul suo petto e ci addormentiamo così, respirando all'unisono.

Il mattino seguente non sentiamo la sveglia, ma spalanco gli occhi di colpo quando sento la voce di Markus bisbigliare nel sonno.

- No.. No.. No.. Non dovevo sopravvivere io.-

- Markus, svegliati.- Dico scuotendogli piano le spalle.

- Non dovevo sopravvivere io!- Urla aprendo gli occhi e saltando giù dal letto, mi guarda con un volto colmo di terrore e corre a chiudersi in bagno.

Dopo mezz'ora riesco a farlo uscire e lo abbraccio forte.
In questo momento preferisco non dire nulla, so che non gli piace sentirsi vulnerabile anche se, paradossalmente, è la persona più forte che io conosca ma ho paura di poter dire qualcosa di sbagliato peggiorando così la situazione.
Il suo respiro si calma mentre sciogliamo le nostre braccia l'uno dall'altro e il suo sguardo si sofferma sulle mie labbra per poi salire al mio sguardo per poi tornare dov'erano.
Sembrava quasi mi chiedesse il permesso per baciarmi ma, non ricevendo nessuna mia reazione si allontana lievemente e ci dirigiamo a far colazione.

Il mio migliore amico e io passiamo il resto della giornata a studiare insieme, vorrei chiedergli a cosa pensa o cosa stesse sognando anche se è intuibile ma non sfioro l'argomento.
I suoi genitori sono morti in un incidente stradale a causa di un uomo che guidava un camion mentre era ubriaco, nel sedile posteriore dell'auto sedeva lui, che è rimasto in vita per miracolo cavandosela con qualche mese di coma e senza danni permanenti.
Non si è mai perdonato il fatto di essere l'unico sopravvissuto e questo spiegherebbe i suoi sussurri di stamattina, ma non voglio indagare oltre, spero solo che stia meglio presto.


MACCIAO PINGUINI!

Due aggiornamenti in due giorni, ma non abituatevi e se trovate errori grammaticali fatemelo presente perché questo capitolo l'ho scritto senza revisionarlo.

Cosa ne pensate? E soprattutto, cosa pensate sul rapporto tra Markus e Allison?

Non era previsto che lo pubblicassi stasera, volevo tenervi sulle spine un po' di più, ma non ci solo riuscita!

Buonaserata a tutti.

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