8. Cose non dette

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Markus's pov.

Allison è appena uscita di casa e non mi alletta l'idea di rimanere solo in questa casa enorme per tutto il pomeriggio, tanto meno ora che mi sento meglio lontano da Londra. So che i problemi andrebbero risolti e non dovrei scappare da essi, ma avevo proprio bisogno di sparire per un po' e lo stesso vale per la mia migliore amica, anche se fatica a parlare di suo padre e del passato sono consapevole del fatto che tutt'ora viva nella paura nonostante la distanza.

Mi faccio una doccia, mi vesto e decido di andare dai miei nonni. Li avevo usati come scusa per tornare a Sydney e in realtà non sono ancora nemmeno passato per avvertirli che mi sarei fermato per un po' in città, quindi prendo l'autobus e mi dirigo verso casa loro che per fortuna non è distante dalla fermata.

Quando suono mia nonna spalanca la porta e rimane pietrificata vedendomi, capisco che non si aspettava una mia visita ma mi aspettavo un saluto caloroso, invece rimane lì, immobile a fissarmi come se avesse visto un fantasma.

- Ehi, sono tornato per un po', non sei felice di vedermi?- Dico deluso andandogli incontro e abbracciandola, non la vedevo dal funerale di mia madre anche se di tanto in tanto ci sentivamo per via telefonica, mi è mancata parecchio e ogni volta che vengo a Sydney per trovarla (non molto spesso come può sembrare) vengo travolto dai mille ricordi che racchiude questo posto, questa casa.

- Certo che ne sono felice Markus, solo che non mi aspettavo di vederti, mi hai solo colta alla sprovvista.- Risponde lei circondandomi con le braccia. - Sei diventato davvero un bell'ometto.-
Dopo un attimo scioglie l'abbraccio e io faccio lo stesso, non mi sembra convinta delle sue parole, c'è qualcosa che non va'.

Entriamo in casa e mi rendo conto che è rimasta esattamente come la ricordavo, calda e accogliente con il vecchio arredamento in legno e con un profumo di buono impregnato nelle pareti, quello delle delizie che ha preparato la nonna per tutta una vita e quello che mi fa tornare bambino.
Mi aspettavo di trovare il nonno nel suo sgabello davanti al camino spento come era solito fare e magari ad aspettarmi sorridente, ma di lui nessuna traccia.
- Tra quanto torna?- Dico ancora fantasticando, sono davvero felice di essere tornato.
- M-Markus, quanto ti fermerai qui?- Svia la domanda oppure non l'ha sentita quindi mi siedo sul divano, aspetterò che torni.
- Rimango per due mesi, sono venuto con la ragazza con cui vivo a Londra, ti ricordi di Allison?-
- Oh certo, ho sempre pensato foste perfetti insieme.-
- È solo un'amica.- Dico accorgendomi di essere arrossito, non per timidezza o imbarazzo ma per esser stato colto così alla sprovvista quindi decido di cambiare argomento.
- Allora quando torna il nonno?-
- Markus vieni a sederti sulla panca vicino a me, ti devo dire una cosa.- Mi risponde facendomi segno di raggiungerla e prendendo un bicchiere d'acqua quindi faccio quello che mi dice, non so di cosa voglia parlarmi ma spero non dei miei genitori, non sono ancora pronto per affrontare l'argomento nonostante tutto il tempo passato.

"Il tempo cura tutte le ferite", dicono, ma perché le mie ancora sanguinano?

- Vedi, forse ho aspettato troppo tempo per dirtelo...- La guardo bene e noto il suo sguardo basso, colmo di esitazione e vulnerabilità, il suo viso scarno e invecchiato molto più di quanto ricordo, ma ora sento il bisogno di sapere quindi non ho intenzione di interromperla o finirà per sviare il discorso, di nuovo. - Tuo nonno non si è mai rassegnato alla morte della nostra unica figlia, quando siamo tornati a Sydney dopo il funerale era diventato un'altro. Una persona vuota, infelice, ha smesso di mangiare e ha iniziato ad ammalarsi gravemente in pochi mesi...- Il suo volto è rigato dalle lacrime e non sono sicuro di voler capire esattamente cosa volesse dire con quelle parole, tornerà, vero?! Lui deve tornare.

- Ma ora sta' meglio, giusto?-

- Si è lasciato morire, Markus. Non sono riuscita a salvarlo e a lottare per entrambi, scusami.- Dice con la voce strozzata dal pianto, vorrei abbracciarla e mantenere la calma, farle capire che le sono vicino, vorrei riuscire a non farmi vedere distrutto ai suoi occhi ma non ci riesco, la rabbia ha la meglio su di me, la rabbia per avermelo tenuto nascosto così a lungo e per avermi mentito al telefono cercando mille scuse. La rabbia non solo verso di lei, ma anche verso me stesso, perché ancora una volta non sono riuscito a proteggere le persone che amo.
Non dico nulla e in un attimo mi trovo fuori dalla porta, tante cose ora mi risultano più chiare anche se ancora non credo a ciò che ho sentito e devo darmi qualche pizzicotto per rendermi conto che non è un incubo, è la triste realtà.
In questo momento ho solo bisogno di stare per conto mio e di sfogarmi ma prima devo tornare a casa, salgo in tram con la musica nelle cuffiette a tutto volume per cercare di non pensare, ma purtroppo non funziona così, il dolore e l'odio che provo persistono.

Arrivo a casa prima del previsto, probabilmente perché il resto della strada l'ho fatta di corsa senza quasi accorgermene.
Allison non è ancora tornata e probabilmente è un bene, non voglio che mi veda in questo stato, mi accovaccio per terra vicino all'entrata e quando sento la chiave entrare nella serratura mi rialzo velocemente. Si spalanca la porta e trovo Allison felice, ho rovinato tutto, come sempre.
Appena vede il mio volto rigato dalle lacrime sbianca e io di riflesso la abbraccio, il profumo della sua pelle mi tranquillizza un po'. In questo momento non desidero altro, ho bisogno solo di lei ed è qui a darmi la forza di andare avanti, lei è la mia roccia e lo è sempre stata.

- Markus?- Mi piace il modo in cui ha pronunciato il mio nome, lentamente e dolcemente, so se se non dirò nulla non farà domande per non infierire quindi rimango in silenzio. Non ricevendo una risposta si scioglie dall'abbraccio, mi afferra la mano e mi fa stendere sul divano dietro di lei. La sua schiena è a contatto con il mio petto e i suoi capelli mi solleticano il viso ancora umido, il dolore e il vuoto che provo non sono cessati e forse non lo faranno mai, ma di sicuro la presenza di Allison mi calma.
Sento gli occhi pesanti dalle troppe lacrime versate e lottare per tenerli aperti non cambierebbe nulla, quindi mi lascio andare e mi addormento.

BUONASERA PINGUINI! 🐧

Devo dire che non è stato semplice scrivere dal punto di vista di Markus anche se mi è piaciuto molto, ho voluto approfondire leggermente il suo personaggio e vorrei sapere cosa ne pensate, sia di lui sia per com'è stato scritto questo capitolo, un po' diverso dal mio solito.

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