Era un tardo pomeriggio di fine giugno. Il sole troppo caldo della giornata diventava piacevole a quell'ora. Marco camminava lungo via Marsala verso l'ingresso della stazione Termini. Il marciapiede pullulava di businessmen armati di valigetta e pronti a usarla come arma contro chiunque si opponesse tra loro e il treno per il rientro. Guardava quelle persone in giacca e cravatta con un che di distacco. Non si era mai sentito a suo agio con quel tipo di vestiti. Così, al lavoro, dovendo rispettare un dresscode formale, si era preso qualche licenza poetica. Usava indossare giacche sopra magliette con grosse stampe. Niente scarpe scure, troppo noiose e poco adatte all'immagine che aveva di sé. Possedeva una sfilza di All Star: dal classico blu al giallo fluo visibile anche in pieno buio. A casa, Massimo, con il suo perseverante sopracciglio destro alzato, si ritrovava a guardare quelle scarpe lasciate ovunque speranzoso che qualcuno un giorno si decidesse a riporle nel posto giusto. "Ma poi le devo rimettere, a che serve infilarle nella scarpiera!", questa era la logica di Marco al suo pseudo-ordine. Benché il suo look lo facesse assomigliare a un ventenne, aveva ben a mente la differenza tra l'essere giovane e mostrarsi giovanile.
Il treno era in ritardo, come tanti anni prima quando fu la volta di Marco trasferirsi a Roma alla scoperta dell'università. I corridoi di Termini erano così cambiati: da cunicoli labirintici e pericolosi degli anni novanta a shopping center ultra luminoso di oggi. Nell'attesa, Marco si soffermò a guardare le vetrine della farmacia. A suo avviso, erano le più spassose. Lo divertivano gli accostamenti: pillole per la stitichezza e antidiarroici, creme protettive per il sole e ultra abbronzante istantaneo, pannolini per neonati e profilattici. Il trionfo di quella vetrina era la sagoma di un cinquantenne dal sorriso a trentadue denti, nudo ma coperto nelle parti intime da una scatola di viagra e un mazzo di rose, ovviamente a stelo lungo. Benché quella pubblicità rapisse lo sguardo, Marco cercava insistentemente quelle piccolissime scritte che riportavano le controindicazioni.
Da qualche parte ci devono essere per forza!
Nel suo intenso cercare, il via vai di gente riflessa nella vetrina lo distolse e tra tanti passanti, il volto di una persona dall'aria familiare fece girare Marco. I loro sguardi s'incrociarono...
Questo dove l'ho già visto?!
... l'uomo avanzava tra la folla...
O cavolo, dietro le spalle ho un'enorme pubblicità del viagra?!
... Marco girò di scatto la testa alla vetrina a guardare il nulla e aspettare che il tipo si allontanasse. Dopo qualche secondo di attesa, si rigirò per controllare se le spalle di quello sconosciuto gli potessero suggerire qualcosa.
Boh, mi verrà in mente chi è! Meglio spostarsi da qui!
Marco percorse il lungo corridoio dello shopping center fino alle scale mobili e, nella lenta ascesa, distrattamente assorto nei suoi pensieri, lo sferrare dei treni sulle rotaie lo portò all'ultima volta che aveva visto Alessandro. Non era stato un giorno facile. Alessandro non era riuscito nemmeno a dirgli un semplice "Ciao zio!" perché tratteneva il fiato per non scoppiare in un pianto. Con le guance rosse tagliate da lacrime silenziose, aveva accennato solo un sorriso prima di scappare via. In un solo attimo erano finite le corse spensierate per casa a giocare ad acchiapparella con qualcuno che gridava incessantemente "Finitela che vi fate male e poi vi do pure il resto!".
Il treno stava entrando in stazione e Marco già sapeva che insieme ad Alessandro sarebbero scesi altri del paesello. La banchina si riempì istantaneamente di persone. D'istinto Marco indossò i suoi grossi occhiali da sole e avrebbe volentieri messo una sciarpa fino al naso se il tempo l'avesse permesso. Odiava gli incontri casuali con persone del suo passato, perché erano puntualmente seguiti da raffiche di domande che terminavano con una faccia compassionevole.
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La metafisica delle banane
General FictionLa metafisica delle banane: Marco e la sua perfetta routine: Roma, un compagno bear che sostiene di essere solo "robusto", un capo che odia, gli amici e un paesello non abbastanza lontano. L'arrivo di Alessandro, suo nipote diciottenne, sembra voler...