Capitolo due

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Nel capitolo precedente: Harry rimane sopraffatto da qualsiasi cosa Louis faccia, non è piacevole essere colpiti da delle palle a meno che non siano quel tipo di palle, Harry fa battute sulle banane quando si sente a disagio, Louis conduce una faida personale nei confronti di calze e calzini, e vomitare nei cespugli altrui non è una cosa gentile da fare.

•••

"Penso che mi stia evitando. Secondo te mi sta evitando?" Harry è nascosto sotto le coperte con il suo cellulare schiacciato tra l'orecchio ed il materasso, ed ha i capelli sparpagliati di qua e di là. Sta iniziando a mancargli un po' l'aria, ma non può correre il rischio che qualcuno lo senta parlare al telefono.

"Penso che tu stia pensando troppo," gli risponde Gemma e, sì. Probabilmente ha ragione, ma.

"Non si è fatto vedere per una settimana, ed ogni volta che lo incrocio a scuola lui guarda da un'altra parte." Harry stringe tra le dita un filo che gli penzola dalla manica della maglietta e sospira. "Non è neanche tornato a riprendersi le scarpe."

"Giurami che non ci hai fatto niente di strano. Come, tipo, annusarle."

"No!" Potrebbe però averle abbracciate. Solo un po'. E quando era ancora brillo, quindi non è un fatto da prendere in considerazione. "Pensi che debba darle a Liam cosicché le restituisca a Louis?"

"No, penso che dovresti ridargliele tu. Andiamo, fratellino, usa il fascino degli Styles e conquistalo. Non ti ho proprio insegnato niente?" Gemma sembra fin troppo divertita dalla situazione. Ed Harry non è qui per essere preso in giro.

"Non lo conquisterò mai, Gem. Lui è, tipo... si è solo offerto di baciarmi solo perché provava pena per me." Harry abbraccia uno dei cinque cuscini ammassati sul suo letto, cercando di non compiangersi da solo. "Non gli piaccio veramente. Probabilmente era solo ubriaco come lo ero io."

"Beh, se non gli piaci vuol dire che è un idiota. Voglio dire, sei fastidioso ma siamo identici, il che significa che sei fottutamente carino, okay? Fidati, sono una dottoressa."

"A dire il vero non ancora. E poi fare la dentista non conta."

"Sei carino," insiste Gemma, utilizzando lo stesso tono di voce che aveva usato quella volta che aveva minacciato Harry di ucciderlo quando lui le aveva preso in prestito il suo smalto blu.

"Gemma!"

"Di' che sei carino."

"Ma--"

"Dillo o chiamo la mamma e le dico che c'è stata una festa a casa e che tu ti sei ubriacato."

Harry nasconde il viso sul cuscino e si avvolge maggiormente le coperte intorno alla testa. "Va bene. Che diamine. Sono... sono carino," mormora infine.

"Scusa, non ti ho sentito?"

"Sono carino," ripete, davvero grato che nessuno lo possa sentire in questo momento.

"Sì, lo sei," ribatte Gemma, soddisfatta. "Vedi di non dimenticartelo."

"Non lo farò." Harry sospira e "Mi manchi," aggiunge riluttante.

"Anche tu mi manchi. Non poi così tanto però. Almeno qui nessuno osa rubare il mio cheesecake."

Harry sorride nelle coperte. "Preferisco il tuo cibo al mio. Non posso farne a meno."

"Cosa mi toccava sopportare."

"Ti capisco," replica Harry.

"Adesso non fare lo sfacciato. Ti ricordo che ho sempre quelle foto di te con addosso il rossetto rosso della mamma e sappi che non ho paura di usarla."

Want You More Than A || Larry Stylinson || Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora